<<CITIES alla Triennale di Milano con la partecipazione del Comitato Rinascita Antonini (Torre Dei Moro Milano) per la UIL è sicuramente un’iniziativa di sostenere>>.
Lo evidenzia il Segretario Generale Uil Lombardia Enrico Vizza che sul tema della Torre dei Moro è intervenuto in più occasioni in merito ai pannelli infiammabili con un duplice sguardo: rivolto alla sicurezza dei lavoratori da un lato e degli inquilini dall’altro.
Sono, infatti, ancora nitide le immagini di Milano, Londra, Valencia. Roghi devastanti che potrebbero accadere ogni giorno su edifici pubblici e privati, sui posti di lavoro, all’interno di un edificio rivestito con materiali infiammabili o durante la posa o la manutenzione ad una facciata.
<<La UIL Lombardia – sentenzia Vizza – nell’ ambito della campagna ZEROMORTISULLAVORO, ha posto da tempo l’attenzione su quanto accaduto alla Torre dei Moro a Milano. Cosa sarebbe successo se intorno all’edificio che la Procura della Repubblica ha definito come una “costruzione prospettata come la più innovativa e tecnologica che era in realtà un paradosso perché si è rivelata la più pericolosa”, ci fosse stata un’impalcatura con dei lavoratori?>>.
Non si può dimenticare l’incendio divampato in pochi minuti, con le famiglie che hanno visto vanificare in un attimo i sacrifici del proprio lavoro per l’acquisto di un immobile. Famiglie che ancora oggi non hanno avuto quanto perso.
<<La UIL Lombardia – continua Vizza – ha sempre tenuto contatti con Mirko Berti del Comitato Rinascita Antonini, confrontandosi, ascoltando quanto emerso dalle indagini della Procura, verificando il mancato impegno da parte della politica nell’intervenire attraverso iniziative e azioni di monitoraggio e di censimento dei materiali. E’ inutile trovarsi ogni 29 di agosto ricordando una tragedia fortunatamente evitata, ma che ha comunque rappresentato un disastro per chi aveva casa. Mi domando come la politica bipartisan abbia impiegato oltre un anno a discutere del salva Milano solo per salvaguardare volumi ritenuti dalla procura non conformi e non si sia riusciti a dedicare dibattiti e confronti, anche a livello regionale, per cercare di rimettere al centro il tema dei buchi legislativi che ci sono>>.
Il pensiero va poi alla trasformazione degli edifici pubblici e privati nei quartieri e nei comuni della Lombardia con demolizioni e ricostruzioni, definite in modo improprio “Rigenerazione Urbana”; così come la corsa ai bonus facciate e 110% che fanno sorgere diverse domande al numero uno della UIL Lombardia.
<<Sono temi – conclude Vizza – che dovrebbero portarci ad avere conoscenza dei materiali che passano nelle mani dei lavoratori, e per chi ovviamente acquista l’immobile. Tra il 2018 e il 2023 approfittando dei bonus edilizi, sono stati promossi molti interventi su facciate e coperture. Ci chiediamo se le schede tecniche depositate e le certificazioni prodotte nelle pratiche edilizie comunali corrispondano al materiale posato. Nella nostra regione sono state promosse azioni ed iniziative (linee giuda) per i comuni? Sindaci e Amministratori sono consapevoli di quanto è istallato? Oggi per la realizzazione di un’autorimessa o anche di un pollaio regolarmente e urbanisticamente dichiarato, si richiede, oltre al progetto, la scheda dei materiali. Ma chi verifica poi che siano quelli richiesti? E’ sufficiente la dichiarazione di conformità? Possibile che sia così difficile fare un censimento degli immobili con rifacimento di facciate e coperture comune per comune? Non vorrei si finisse ancora come accaduto con l’amianto>>.
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