Sospesa tre volte per non aver messo la mascherina, Davide Tutino a sostegno di una lavoratrice di Perugia.

Davide Tutino, ha partecipato questa mattina al presidio di fronte alla ditta Cucinelli presso Solomeo (Perugia), in difesa di Anita Mariani, lavoratrice e sindacalista fisi, per la terza volta sospesa dal lavoro per disobbedienza all’obbligo di mascherina.

Attraverso una lettera aperta alla ditta Cucinelli e al suo fondatore, il professor Tutino ma annunciato come iniziativa non violenta la ripresa dello sciopero della fame e il cambiamento del proprio nome in Anita Mariani.

Testo della lettera.

LETTERA APERTA ALLA DITTA CUCINELLI E AL SUO FONDATORE, LEONELLO CUCINELLI.

Gentilissimo,

da oggi e per i prossimi 5 giorni non sarò più il nome con cui mi firmo, non sarò più Davide Tutino.

Sono e sarò, come noi tutti, Anita Mariani.

Anita Mariani, per tre volte sospesa dal lavoro nella sua fabbrica, per aver rifiutato sul proprio corpo l’imposizione di un bavaglio inutile e dannoso.

Anita Mariani, giovane ragazza che ha scelto la non violenza e la nonmenzogna, incarnando la disobbedienza a un potere ingiusto e violento.

Anita Mariani, che affermando in scienza e coscienza la propria dignità di lavoratrice, di cittadina, di sindacalista e di donna, onora e dà lustro al vostro nome e alla vostra fabbrica, con modalità che semmai tornerò a scuola da insegnante vorrò trasmettere a tutti gli studenti.

Anita, sottoposta al terzo provvedimento disciplinare, dovrà risponderne tra 5 giorni di fronte al datore di lavoro.

In questi cinque giorni che ci separano dal 18 Giugno metterò a disposizione il mio corpo in due modi:

Fino al 18 giugno mi chiamerò, mi farò chiamare, e mi feimerò come Anita Mariani, perché lei sta lottando per tutti noi, anche per i diritti del suo datore di lavoro.

In questi 5 giorni digiunerò, per chiedere a lei, signor Cucinelli, attraverso questa fame di diritto, di verità, di giustizia, di ricevere e audire l’avvocato di Anita, richiesta fin qui respinta.

Il dialogo e l’ascolto delle ragioni dell’altro sono il fondamento di ogni attività che metta al proprio centro l’uomo, cosa che lei ha più volte detto di voler fare.

Le misure coercitive che Anita sta rifiutando non hanno pari al mondo.
La preghiamo di ascoltare, solo ascoltare, le ragioni sindacali e scientifiche per cui tali imposizioni creano un danno all’umanità e al diritto.
Se il datore di lavoro diviene fonte giuridica per imporre al corpo del lavoratore obblighi peraltro insensati e dannosi, lo statuto dei lavoratori e la stessa Costituzione diventano carta straccia.
È questo che vogliamo? Possiamo parlare di capitalismo umanistico, quando il corpo del lavoratore diviene proprietà del padrone?

Professor studente Anita Mariani, alias Davide Tutino
Resistenza Radicale
Sindacato FISI
Comitato di Liberazione Nazionale