La crisi di Meta: Zuckerberg annuncia un taglio di posti di lavoro

Una vera e propria tagliola starebbe per abbattersi su dipendenti di Meta Platforms Inc, la piattaforma ideata da Mark Zuckerberg che sta attraversando una fase molto critica della propria esistenza. Non è un caso i vertici dell’azienda abbiano deciso di avviare un piano progressivo di licenziamenti su larga scala che coinvolgeranno migliaia di dipendenti, secondo quanto riportato in questi giorni dal Wall Street Journal.

Anche se al momento non sono arrivate conferme da parte dell’azienda di Zuckerberg, la notizia sembra essere più che fondata. Il numero uno di Facebook è impegnato, oltre che sul piano finanziario, anche sul versante della sicurezza e del rispetto della privacy, che rappresentano due pilastri ineludibili per rendere le piattaforme sempre più credibili ed evitare l’emorragia di utenti. Strumenti come quelli che attivano il blocco su Facebook, la lotta contro le fake news e altri stratagemmi per evitare abusi, saranno fondamentali in futuro per evitare la fuga degli utenti. Ma in questo momento, il primo pensiero di Zuckerberg, rimane la sostenibilità sul piano finanziario, anche perché i profitti del Metaverso non saranno immediati.

Ad ottobre 2022 la piattaforma ha fatto registrare un trimestre piuttosto fiacco sul piano dei ricavi, mentre i costi sembrano essere cresciuti in maniera vertiginosa cancellando circa 67 miliardi di dollari dal valore del mercato azionario di Meta, aggiungendosi agli oltre mezzo trilione di dollari di valore già persi quest’anno.

Le prospettive deludenti arrivano mentre Meta è impegnata anche nella lotta contro il rallentamento della crescita economica globale, la concorrenza di TikTok, i cambiamenti nella privacy di Apple, le preoccupazioni per le massicce spese nel metaverso e la minaccia sempre presente delle nuove regolamentazioni che potrebbero penalizzarla in maniera significativa. Una sorta di tempesta perfetta che potrebbe mettere all’angolo la creatura di Zuckerberg, causandone un ridimensionamento inatteso.

L’amministratore delegato Mark Zuckerberg ha dichiarato di aspettarsi che gli investimenti nel Metaverso impiegheranno circa un decennio per dare i suoi frutti. Nel frattempo, ha dovuto bloccare le assunzioni, chiudere i progetti e riorganizzare i team per ridurre i costi. Insomma, il fondatore di Facebook sta agendo come il buon padre di famiglia che sta cercando di salvaguardare gli interessi della propria creatura, evitandone il tracollo.

“Nel 2023 – ha spiegato il fondatore di Facebook e di Meta – concentreremo i nostri investimenti su un piccolo numero di aree di crescita ad alta priorità. Ciò significa che alcuni team cresceranno in modo significativo, ma la maggior parte degli altri rimarranno stabili o si ridurranno nel corso del prossimo anno. Complessivamente, prevediamo alla fine del 2023 come organizzazione più o meno delle stesse dimensioni, o anche leggermente più piccola di quella che siamo oggi”. Insomma, è in atto un piano di ridimensionamento controllato che servirà ad evitare guai peggiori in vista di un futuro che si preannuncia immerso in una recessione dalle conseguenze imprevedibili, al momento.

La società di social media a giugno aveva tagliato i piani per assumere ingegneri di almeno il 30%, con Zuckerberg che ha ammonito i dipendenti affinchè si preparino ad una recessione economica di vasta portata.

L’azionista di Meta, Altimeter Capital Management, in una lettera aperta a Mark Zuckerberg aveva precedentemente affermato che la società ha bisogno di semplificare la propria struttura e di renderla più snella, anche attraverso il taglio di posti di lavoro e spese in conto capitale.

Diverse società tecnologiche, tra cui Microsoft Corp, Twitter Inc e Snap Inc, hanno tagliato i posti di lavoro e ridotto le assunzioni negli ultimi mesi a causa del rallentamento della crescita economica globale dovuto anche all’aumento dei tassi di interesse, all’aumento dell’inflazione e alla crisi energetica in Europa. Insomma, anche i giganti del web stanno patendo a causa di una crisi economica che rischia di lacerare il tessuto economico in tutto il mondo, causando una autentica emorragia di posti di lavoro. La crisi economica incombente sembra non risparmiare davvero nessuno.