Casa, presidio studenti davanti Palazzo Marino: Milano inaccessibile per chi studia.

Il presidio dell'Udu davanti al Comune (Foto Mianews)

“Pretendi affitti, non profitti”: questa la richiesta dell’Udu, l’Unione degli Universitari, che si è riunita questo pomeriggio davanti Palazzo Marino, con un presidio durato circa un’ora e mezza. Lo slogan è stato scritto a caratteri cubitali su un grande telo bianco, appeso di fronte alla sede del Comune, per chiedere un intervento contro il caro affitti e delle misure che vadano ad aiutare i tanti studenti universitari che studiano a Milano ma non possono permettersi un affitto in città.

Varie voci di studenti e non solo si sono alternate e hanno raccontato al microfono la loro testimonianza. Il primo a prendere parola è stato Niccolò Piras, il coordinatore dell’UDU Milano.

“Quest’anno la crisi abitativa di Milano ha toccato nuove vette, oggi il prezzo che normalmente si deve pagare per una stanza singola in città arriva a 620 euro al mese: cifre insostenibili, a cui si affiancano regole proibitive sulle cauzioni e sulle garanzie da fornire ai locatori”.

Piras ha continuato: “Oggi trovare casa a Milano senza un solido reddito familiare è pressoché impossibile, questa situazione impedisce sostanzialmente a chi viene da contesti disagiati o anche solo normali di studiare a Milano in serenità, senza doversi sobbarcare di mille lavoretti per potere campare, o peggio senza indebitarsi.”

Il giovane coordinatore ha avanzato delle richieste al sindaco: “Chiediamo al sindaco di prendersi un impegno serio per costruire una programmazione che consenta di abbassare il costo degli affitti. Lo chiediamo anche per chi viene a Milano per lavorare, non solo per studiare. Per chi non raggiunge i crediti necessari per avere una borsa di studio o per chi si barcamena tra i mille lavoretti. Noi pensiamo che ci sia bisogno di un impegno concreto per trovare maggiori fondi per costruire maggiori residenze universitarie, per trovare maggiori spazi a canone concordato, che le case siano a prezzi accessibili. E che venga fatto un controllo effettivo su tutti quelli che sono i siti e le agenzie che affittano case. Serve un ragionamento di sinergia tra comune e università per fare sì che la presenza delle università nella città non sia motore di gentrifcazione e speculazione sul territorio ma una presenza positiva che migliori la qualità della vita” ha concluso Piras. Il problema della mancanza degli investimenti è stato sottolineato da Diego Vollaro, membro dell’esecutivo nazionale dell’Udu: “Anni di disinvestimento e poca disponibilità di residenze universitarie hanno comportato la chiusura di numerosi stabili già presenti per mancata ristrutturazione e dimostra come i 960 milioni di euro previsti dal Pnrr risultino insufficienti per raggiungere l’obiettivo dei 100mila posti letto entro il 2026. Rappresentano un’apertura sempre maggiore ai privati, soggetti ad una normativa meno vincolante su tutti i fronti, mettendo a rischio ulteriormente il diritto allo studio per meri interessi economici. Vogliamo un investimento straordinario, che sia in grado di coprire totalmente il fabbisogno di alloggi pubblici per i fuorisede, ristrutturando tutte le residenze che attualmente ne abbiano necessità. Contestualmente richiediamo una regolamentazione del mercato degli affitti contro mercato nero e speculazione, con incentivi e un contributo per studenti e studentesse fuorisede”. Al presidio hanno preso parte anche i consiglieri comunali del Pd Angelo Turco e Federico Bottelli. Quest’ultimo ha ricordato al microfono l’incontro fatto con le università milanesi per cercare delle soluzioni: “Come Consiglio comunale settimana scorsa abbiamo udito i rettori delle università, abbiamo iniziato un dialogo costruttivo insieme a loro. Non può finire nel nulla, ma deve proseguire ascoltando le esperienze di ciascuno studente fuori sede. Stiamo cercando di trovare una serie di soluzioni a palazzo Marino, per abbassare il caro affitti e per diminuire il costo della vita. Abbiamo approvato a gennaio un piano dell’ offerta annuale abitativa che dà forza all’agenzia per la locazione Milano abitare che è quello strumento che comunica quanti alloggi ci siano di edilizia sociale, housing sociale, alloggi a canone calmierato. Sono strumenti che ci sono ma incidono ancora poco. Il canone concordato oggi a Milano conta lo 0, 5% degli affitti rispetto al mercato libero. Possiamo partire dall’ ascolto con voi e chiedervi di non lasciarci soli a prendere decisioni importanti riguardo le vostre vite”. Bottelli ha a sua volta chiesto di portare il problema anche alla Regione Lombardia: “Vi chiedo anche di andare in Regione Lombardia, è inaccettabile che su 38 mila alloggi il 10 % siano ancora sfitti o occupati illegalmente. Si possono dare alle università e affittare a canoni calmierati”.
Molte sono state le testimonianze di studenti fuorisede, come Alessia, studentessa pendolare che è costretta a farsi un’ora e mezza di viaggio all’andata e una e mezza al ritorno, spendendo 110 euro di abbonamento al mese per venire a Milano, in quanto essendo “figlia di due operai, non posso permettermi l’affitto a Milano ma è insostenibile la vita che faccio, non ho più le forze mentali e fisiche. Mi alzo alle 5 e mezza, prendo il treno alle 7 e torno a casa alle 22”. Un altro problema che è stato sollevato è quello dell’accessibilità ai disabili di case in affitto, come ha denunciato Domenico: “le case accessibili a Milano sono inesistenti, quelle con l’ascensore sono poche e oggi mi trovo ogni giorno a fare i gradini. Il tema degli studenti universitari disabili è trascurato, esiste un numero piccolo di residenze accessibili e richiede di seguire tutti i procedimenti burocratici”.
La richiesta di tornare ad investire sulle politiche abitative è stata sollecitata anche dalla Camera del lavoro di Milano, presente al presidio con Natale Cremonesi: “Il problema della casa è drammatico in questa città, non solo per gli studenti ma anche per le fasce popolari e per il ceto medio, che è spinto sempre più all’esterno di questa città. Bisogna tornare a investire sulla casa”.