In meno di un giorno, nove bambini sono nati presso l’ospedale San Carlo di Milano. Fra questi neonati, si contano sei maschietti e tre femminucce, venuti alla luce in circa 23 ore. Questo fenomeno è stato descritto come un mini ‘baby boom’ e ne ha parlato l’Adnkronos Salute evidenziando la straordinarietà dell’evento.
Il primo nato è stato Neithan Omar, venuto al mondo alle 8.11 di giovedì 12 settembre.
L’ultimo ad essere accolto è stato Riccardo, che ha emesso il suo primo vagito alle 7.19 di venerdì 13 settembre. Tra questi due momenti, si sono aggiunti alla lista Nariman Mohamed, Lorenzo, Milyssa, Malek Farag, Abanoub Sabet, Linda e Maria. Il bimbo con il peso maggiore è stato Abanoub Sabet, nato con quasi 3 chili e 800 grammi, mentre la più piccola è risultata essere Linda, con un peso di 2 chili e 100 grammi. È importante sottolineare che non si è trattato di parti gemellari; i nove neonati sono nati attraverso sei parti naturali e tre cesarei.
Questo dettaglio mette in risalto la varietà delle situazioni mediche che il personale sanitario ha dovuto affrontare in così poco tempo. Paolo Guarnerio, direttore del reparto di Ostetricia e Ginecologia del San Carlo, ospedale che fa parte dell’ASST Santi Paolo e Carlo di Milano, ha espresso il suo sentimento riguardo a questi eventi.
Secondo il primario, “Non ci si abitua mai” alla nascita di un bambino, descrivendo l’esperienza come un’emozione incredibile. Guarnerio ha enfatizzato l’importanza di accompagnare le nuove famiglie durante un momento così speciale e significativo della loro vita.
Il direttore, con tono commosso, ha affermato che “Queste nascite sono la nostra speranza, il nostro futuro, la forza della nostra vita.” Nelle sale parto, secondo Guarnerio, si realizza ogni giorno quello che definisce un “miracolo antico ma sempre nuovo”, indicando che ogni nuovo respiro di un neonato rappresenta una promessa d’amore senza fine. Questo sottolinea non solo la professionalità del personale medico, ma anche la profondità delle emozioni che accompagnano ogni singola nascita, rendendo ciascun evento unico e straordinario. La dedizione e l’umanità del personale sanitario emergono chiaramente da queste parole, suggerendo che lavorare in ostetricia non è solo un compito medicale, ma una vocazione che coinvolge il cuore e l’anima, celebrando il continuo ciclo della vita.