Bce: cancella espansione Qe se prospettive peggiorano. Draghi: ‘Crescita più forte del previsto’

Il Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, in una immagine del 21 marzo 2011 all'Universita' Cattolica a Milano. ANSA/DANIEL DAL ZENNARO

“Parlando in termini generali, il bilancio pubblico è di massima importanza nei paesi ad alto debito”: lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi, dando una risposta generale a una domanda sulla possibilità che dopo le elezioni l’Italia faccia marcia indietro sulla riforma delle pensioni e sul jobs act. Del caso specifico “Non ne abbiamo discusso oggi”, ha comunque precisato Draghi.

L’EURO E’ IRREVERSIBILE  Ha poi risposto a una domanda che citava l’esito del voto in Italia come segnale di un’affermazione di forze antieuropee, proprio quando altri Paesi dell’Unione stanno cercando di rafforzare la governance delle istituzioni europee. Per il presidente Bce, q uanto accaduto dopo le elezioni in Italia “non suggerisce che i mercati abbiano reagito in un modo che minacci la fiducia”, è accaduto “più o meno” quello visto in altri Paesi. Tuttavia “una instabilità protratta nel tempo potrebbe minacciare la fiducia”

RISCHI DA PROTEZIONISMO Draghi ha messo in guardia dal fatto che un “protezionismo in aumento” e altri fattori globali, come l’andamento del cambio dell’euro, potrebbero rappresentare dei rischi per la crescita attesa per l’Eurozona.

BCE LASCIA TASSI FERMI La Bce ha lasciato i tassi d’interesse invariati: il tasso principale resta fermo allo 0%, quello sui prestiti marginali allo 0,25% e quello sui depositi a -0,40%. La decisione é in linea con le attese del mercato.

Il Consiglio direttivo continua a prevedere che i tassi di interesse rimarranno ai loro livelli attuali per un lungo periodo di tempo e “ben oltre l’orizzonte degli acquisti netti di attività”, ossia il programma di quantitative easing la cui durata è prevista al momento fino a fine settembre.

L’Eurotower, a sorpresa, ha cancellato la formula con cui si è sinora impegnata ad espandere il piano di quantitative easing “in termini di entità e/o durata” nel caso di un peggioramento delle prospettive. Era questo il segnale atteso dal mercato riguardo alla rimozione del cosiddetto easing bias, ossia l’orientamento accomodante. In una nota, si limita a indicare che intende effettuare gli acquisti netti di attività, al ritmo mensile di 30 miliardi di euro, sino a fine settembre 2018, o anche oltre se necessario”.

“I dati ci confermano la forte e diffusa spinta della crescita dell’Eurozona, attesa nel breve termine a tassi più forti del previsto“, ha detto Draghi. Quanto accaduto dopo le elezioni in Italia, ha sostenuto,  “non suggerisce che i mercati abbiano reagito in un modo che minacci la fiducia”, è accaduto “più o meno” quello visto in altri Paesi. Tuttavia, ha rilevato, “una instabilità protratta nel tempo potrebbe minacciare la fiducia”.

La conferenza stampa di Draghi