Il Milan ha vissuto una serata da incubo all’Olimpico, dove ha perso 3-1 contro la Roma, sancendo la sua esclusione dalle competizioni europee per la prossima stagione.
Dopo aver già fallito l’accesso all’Europa League perdendo la finale di Coppa Italia contro il Bologna, i rossoneri avevano un’ultima chance in campionato, ma la sconfitta contro la Roma ha chiuso definitivamente le porte dell’Europa.
Nel match, la Roma è passata in vantaggio al 3′ con Mancini, poi il Milan ha pareggiato con Joao Felix al 39′. Nella ripresa, Paredes ha riportato avanti i giallorossi al 58′, e l’ex Cristante ha chiuso i conti all’87′.
La partenza della Roma è di quelle davvero rabbiose. I giallorossi infatti dopo soli 3 minuti passano già in vantaggio grazie al colpo di testa di Mancini, che sovrasta Tomori e incorna perfettamente il cross di Soule, che prima aveva conquistato e poi ha battuto alla perfezione il corner dalla bandierina alla sinistra di Maignan. Continua la squadra di Ranieri a spingere e va vicina al raddoppio con Soulé, che salta Jimenez, se la porta sul mancino e da fuori area prova a trovare il secondo palo, calciando però fuori non di molto. La risposta del Milan arriva proprio con Jimenez, che approfitta di un errore difensivo degli avversari, rientra sul destro e sfiora il primo palo con Svilar immobile. Al 21′ la gara subisce un’altra svolta, con Gimenez che rifila una gomitata in pieno petto a Mancini: Piccinini, richiamato al VAR, lo espelle e il Diavolo resta in 10. Conceiçao però non si scompone, riorganizza la squadra e i suoi trovano il pari al 39′, grazie a Joao Felix, che ribadisce in rete un tiro di Jimenez ribattuto dopo un ottimo assist di Pulisic: è 1-1.
La ripresa si apre con tante azioni e molti capovolgimenti di fronte, ma la prima vera chance è per il Milan, con Reijnders che all’altezza del primo palo gira alto con il destro. Al 52′ la reazione dei giallorossi passa da Soule, che crossa sul secondo palo per Saelemaekers, il quale fa la sponda per Angelino, il cui sinistro viene murato in corner. Passano pochi secondi e il protagonista diventa il belga, che scambia con Kone e per poco non trova lo specchio della porta da fuori area. La Roma torna avanti al 58′ con una gemma su calcio di punizione di Paredes, che sorprende Maignan da circa 25 metri: botta forte di destro sopra la barriera e 2-1. Al 79′ ha una chance gigantesca Leao, che viene murato da Svilar da solo davanti al portiere giallorosso, bravissimo a chiudere tutto lo specchio al portoghese. La Roma la chiude all’89’ con un grandissimo gol di Cristante, che approfitta di una respinta di Maignan dopo una doppia conclusione di Angelino ed El Shaarawy e da fuori area incrocia il destro battendo il francese.
Sergio Conceiçao ha parlato a DAZN al termine di Roma-Milan 3-1. Le sue dichiarazioni:
Milan nervoso?
“L’ambiente, come capite, non è facile dopo aver perso una finale, dove questa finale ci sono stati episodi e dettagli, ma non solo nella finale, in tutto l’anno, che non sono girati, che sono sempre negativi per noi, per errori nostri o di altri. L’AVAR di oggi è lo stesso VAR di Bologna. Contro il Bologna c’è stata la stessa gomitata su Gabbia e il VAR non ha richiamato l’arbitro. E stiamo parlando di un titolo, di una presenza in Europa, non sto dicendo che avremmo vinto con quell’espulsione, ma sono episodi e dettagli che diventano difficili da sostenere. Giocare a Roma una partita difficile ed equilibrata dopo un’espulsione non è facile. Abbiamo cercato di dare il massimo, su questo non c’è niente da dire, nel primo tempo poi la Roma non ha neanche toccato la palla. Ero fiducioso, potevamo anche vincere questa partita. Il secondo gol è ancora da palla inattiva, non si possono prendere gol così. Abbiamo avuto due palle gol con Jovic e Leao per pareggiare, poi prendi il terzo gol per mancanza di benzina dopo quasi una partita intera in 10 contro 11”.
Non vedi l’ora di chiarirti con la società a fine anno?
“È vero. Ognuno deve ragionare e fare una valutazione su quello che è stato il suo lavoro. Io sono molto esigente con me stesso, sono tutti i giorni a Milanello a lavorare. Valuterò quello che è stato fatto. Prima della partita ho avuto la curiosità di vedere i numeri e da quando sono arrivato qui col mio staff prima della partita eravamo in zona Champions. Non dico che è stata una buona stagione o 5 mesi perfetti, assolutamente. Ma sono state fatte anche cose positive. Abbiamo vinto un titolo, siamo arrivati in una finale dove potevamo fare di più, è vero. Penso che nelle partite chiave siano stati sempre i dettagli o gli errori individuali… A Zagabria un’espulsione, col Feyenoord un’altra espulsione… Sono partite che poi portano un ambiente che già non è facile… Poi con tutti questi episodi. È un anno che non va bene per una squadra storica come il Milan. Ognuno deve valutare il suo lavoro”.
Le dispiace non poter salutare San Siro la prossima settimana?
“Ho sempre vissuto questa professione con passione, alla fine non è che salutare o no… In questo momento è anche difficile… Sono vicino ai miei ragazzi e ai miei giocatori. Per una parola, non ho detto praticamente niente… Solo di rispettare i giocatori che erano in campo a dare tutto e noi siamo il Milan. Il fallo su Koné sul secondo gol non c’è, mentre il fallo su Sottil in area c’è. È facile da vedere. Sono stato 25 anni nel calcio da professionista, il terreno del gioco non è proprio dritto. Tutti questi episodi non sono facili. Io sono un appassionato di calcio in maniera molto attiva e mi dispiace non essere vicino ai giocatori. Dopo di salutare o no, penso che siamo tutti in un momento in cui dobbiamo essere ancora uniti come ambiente. Stagione non facile, ma siamo qua anche per prenderci tutte le responsabilità”.
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