Derby, Milano è rossonera, Milan in finale di Coppa Italia

L’uomo meno atteso spinge il Milan in finale. Sette anni dopo l’ultima volta, Luka Jovic sceglie la serata perfetta per trasformarsi in eroe e regala al Diavolo il successo nel derby che vale l’ultimo atto della Coppa Italia.

Conceicao lo schiera a sorpresa, il serbo graffia insieme a Reijnders il 3-0 di San Siro con le due reti più pesanti del suo biennio rossonero. Dopo l’1-1 dell’andata, significano finale. Sfuma per l’Inter il sogno di vincere tutto in una stagione giocata fin qui a ritmi clamorosi, il Milan tiene viva la possibilità di alzare un altro trofeo per riscattare un’annata in chiaroscuro.

L’occasione arriverà il 14 maggio, all’Olimpico di Roma, contro la vincente dell’altra semifinale tra Empoli e Bologna (3-0 rossoblù all’andata).

L’ultimo derby della stagione si apre con il saluto commosso di San Siro a Papa Francesco. I tifosi di Milan e Inter si uniscono nel minuto di silenzio e poi in un lungo applauso per il pontefice scomparso lunedì.

La stracittadina inizia così, immersa nell’atmosfera di un mercoledì di fine aprile dal sapore un po’ triste e malinconico. I rossoneri giocano per salvare una stagione, con l’obiettivo non banale – e ribadito a più riprese da Conceicao – di chiudere con due trofei. Il Diavolo non ci riesce dall’annata 2007-08. Gli uomini di Inzaghi scendono in campo per mantenere vivo il sogno del Triplete, pochi giorni prima della delicata sfida di campionato con la Roma e soprattutto della semifinale Champions d’andata con il Barcellona.

Inzaghi si mette nelle mani del solito 3-5-2: in mezzo al campo c’è Asllani, con Calhanoglu che parte in panchina, e davanti è Taremi la spalla di Lautaro Martinez. Conceicao risponde con un 3-4-3 già visto e soprattutto con Jovic, schierato a sorpresa al centro dell’attacco, con Pulisic e Leao a suggerire. Panchina per Abraham.

L’Inter parte meglio e il primo vero squillo della partita arriva con Darmian, che intorno al 10’ raccoglie un pallone in mezzo al campo e parte verso la porta di Maignan per scaricare un destro affilato in diagonale. Palla (di poco) alla destra di Maignan. L’onda nerazzurra è impetuosa e al 22’ tocca a Dimarco: Barella allarga sulla sinistra per l’esterno nerazzurro, che calcia nonostante il pressing e colpisce la parte alta della traversa. La partita si gioca a ritmi alti, da una parte e dall’altra. Il Milan non sta a guardare e passa alla prima vera occasione: al 36’, Fofana apre a destra per Jimenez, lo spagnolo apparecchia un cross perfetto per la testa di Jovic ed è 0-1. L’uomo meno atteso sblocca la stracittadina e stordisce l’Inter, che accusa il colpo per qualche minuto prima di proiettarsi di nuovo dalle parti di Maignan. Diavolo avanti all’intervallo.

La ripresa parte senza cambi, ma l’Inter non ha nemmeno il tempo di buttarsi in avanti alla ricerca del pari. Al 49’ il Milan raddoppia e l’uomo del destino è sempre Jovic. Calcio d’angolo dalla destra, batti e ribatti in area di rigore e palla che resta sospesa nel cuore dell’area piccola. Il serbo ne approfitta e fa esplodere di nuovo la parte rossonera di San Siro. Conceicao esulta e applaude i suoi per l’approccio, Inzaghi corre ai ripari e chiama quattro cambi in contemporanea. Al 53’ dentro Zalewski, Arnautovic, Frattesi e Calhanoglu, fuori Dimarco, Taremi, Barella e Asllani. Inter rivoluzionata per tentare la rimonta. Il primo cambio di Conceicao è invece in difesa: out Gabbia, spazio a Thiaw.

L’Inter resta timida, il Milan vive di spazi e accelerazioni e con Leao dà sempre l’impressione di poter pungere. Gli uomini di Inzaghi faticano a costruire una reazione organizzata e per tornare dalle parti di Maignan serve un calcio d’angolo di Calhanoglu al 69’: De Vrij salta più in alto di tutti, la risposta di Maignan è prodigiosa e permette ai suoi di conservare il doppio vantaggio. Il quarto d’ora finale è per Conceicao tutta gestione. Il tecnico portoghese cerca freschezza con i muscoli di Abraham e Loftus-Cheek e richiama in panchina Jovic (tra gli applausi della curva rossonera) e Pulisic. È quanto basta per amministrare il finale e chiudere la gara: all’86’, Leao imbuca per Reijnders e l’olandese batte Martinez di sinistro.

Finisce 0-3. I rossoneri volano in finale e chiudono da imbattuti la serie dei derby stagionali (3 vittorie, tra cui il trionfo in Supercoppa, e 2 pareggi). Serata amara per l’Inter, che ora dovrà ripartire con la testa ai prossimi obiettivi. Tra Champions e Serie A, si gioca sul filo.

Simone Inzaghi è stato intervistato da Sportmediaset dopo la sconfitta dell’Inter 0-3 contro il Milan: “Ci dispiace per i nostri tifosi, questo è il calcio. Bisogna fare i complimenti al Milan, c’è rammarico soprattutto per il primo tempo. Avremmo meritato qualcosa in più, non siamo stati bravi a sfruttare le occasioni. Nel secondo abbiamo preso gol sull’angolo, non siamo stati neanche fortunatissimi. Ma abbiamo fatto molto meno del primo tempo”.

Paura per ripercussioni dopo le sconfitte con Bologna e Milan?

“Chiaramente, a Bologna non meritavamo di perdere ma oggi nel secondo tempo non abbiamo avuto le energie. Bisogna dare meriti al Milan, quest’anno nelle 5 gare ci hanno messo in difficoltà. Tutti, io per primo, dovevamo fare di più. Dobbiamo andare avanti, chiaramente c’è stanchezza fisica e mentale ma abbiamo deciso noi questo percorso che ci sta dando tante gioie e qualche delusione”.

Come si risolve il problema della stanchezza?

“Io non ho detto che è stanchezza, è inevitabile che ci sia ma non deve essere un’albi. La stanchezza c’è ma c’è per tutti, abbiamo avuto un calendario più fitto delle altre ma non deve essere assolutamente un’alibi. Andiamo avanti e giochiamo, dovevamo fare di più. Per andare in finale non è bastato questo”.

Recupero mentale?

“Siamo al 24 aprile, manca l’ultimo mese e dobbiamo andare avanti con fiducia. Stasera il Milan ha meritato, è giusto che vada in finale. Cercheremo di recuperare e ci giocheremo la nostra partita domenica con la Roma”.

Sergio Conceiçao ha parlato ai microfoni di Mediaset nel post partita di Inter-Milan 0-3: questo successo regala ai rossoneri la finale di Coppa Italia. Di seguito le dichiarazioni del tecnico portoghese:

Possiamo parlare di capolavoro? Ci hai stupito con la mossa Jovic…

“La sensazione prima della partita con l’Atalanta era positiva, poi le partite sono tutte diverse. I piccoli dettagli sono importanti. Mi è piaciuto l’atteggiamento, la compattezza e la solidità. Abbiamo sofferto i primi minuti più di quello che volevamo, potevamo fare meglio nelle ripartenze. Abbiamo cercato di migliorare 2-3 aspetti e abbiamo fatto un secondo tempo di altissimo livello. Sono contento, a volte in campionato non abbiamo dimostrato quello che abbiamo fatto oggi. La qualità tecnica deve essere abbinata a questa umiltà, questo atteggiamento e questa voglia di vincere che si vede in ogni azione”.

Con la Coppa Italia sente che può rimanere?

“Non è importante Conceiçao, è importante vincere contro il Venezia e poi quando arriverà la finale saremo contenti di farla. Non è che l’abbiamo già vinta. Io sono lo stesso allenatore di due giorni fa, non è che è tutto bellissimo o tutto brutto. Bisogna trovare equilibrio anche a livello emozionale, non solo di squadra”.

Il momento di Jovic:

“Jovic sta lavorando benissimo nelle ultime 3-4 settimane, al massimo. Ha perso anche un po’ di kg, era importante. Ci dà quel qualcosina che volevamo per la partita. Non dà riferimenti ai difensori, lavora bene con i centrocampisti. Volevamo che facesse da sponda per poi arrivare nei corridoi laterale. Ho fiducia totale in tutti: in altre partite, con altre caratteristiche, magari giocheranno Abraham o Santi. Sta a me scegliere in base alle caratteristiche che uno ha. A Udine ad esempio abbiamo visto che Tammy è entrato e ha dato una risposta importante. Mi dispiace che in campionato quello che prepariamo non viene fuori in partita, ma questa è un’altra cosa”.

Pulisic ha dato tanto equilibrio…

“Si è sacrificato per la squadra, ha fatto una bella partita. Dovevamo equilibrare il corridoio centrale, lui e Jovic sono stati importanti su Asllani. Ha corso tanto, ha dato tanto alla squadra. Poi è chiaro, gli manca un po’ di freschezza con la palla ma ci sono equilibri… Quando passiamo più tempo senza palla per i giocatori come Puli diventa più difficile. Ma grandissima fiducia per lui”.

Come si sente dopo questo 3-0?

“Un misto. Io sono un appassionato di questo sport. Soffro un pochettino di più di qualcun altro. Anche in famiglia, porto il calcio in casa e mia moglie non è molto contenta. Ma ora è contenta, magari prima del Venezia sto un po’ più tranquillo. Ma sto con i piedi per terra, non abbiamo vinto niente. Dobbiamo fare un finale di campionato diverso a livello d’immagine, voglio una squadra “squadra”. Ci sono state partite di campionato in cui non ci rivediamo perché abbiamo più qualità di questo che abbiamo dimostrato”.