La benedizione degli animali con Monsignor Delpini e Coldiretti

La fattoria milanese, lodigiana e di Monza e Brianza rappresenta uno straordinario patrimonio in termini economici e ambientali, con circa 1 milione e 300 mila animali, tra suini (370 mila), bovini (più di 200 mila), 700 mila avicoli, 10 mila ovicaprini e 10 mila equini. E’ quanto stima la Coldiretti interprovinciale in occasione della tradizionale benedizione degli animali per Sant’Antonio Abate, che oggi ha portato l’Arcivescovo di Milano in due aziende agricole della Brianza.
Con monsignor Mario Delpini c’erano don Matteo Vasconi, consigliere ecclesiastico della Coldiretti per le province di Milano e Monza, i sacerdoti delle parrocchie locali, le autorità istituzionali e gli agricoltori della Coldiretti, guidati da Alessandro Rota e Umberto Bertolasi, rispettivamente presidente e direttore della Federazione di Milano, Lodi e Monza Brianza.
La prima tappa è stata alla Fattoria nel Verde di Triuggio e la seconda presso l’agriturismo AgroDolce di Besana in Brianza; in entrambe le aziende agricole, l’Arcivescovo Delpini si è intrattenuto con le famiglie dei titolari, gli altri soci Coldiretti della zona e ha poi benedetto gli animali direttamente nelle stalle, testimoniando la vicinanza della comunità cristiana alla vita degli allevatori, che producono cibo e custodiscono il territorio.
Nella provincia di Monza Brianza il patrimonio zootecnico può contare su 5 mila bovini, quasi 3 mila suini, 1.500 tra pecore e capre, 64 mila tra polli e tacchini e 2.513 equini. Nell’area metropolitana di Milano – stima Coldiretti su dati dell’Anagrafe zootecnica nazionale – ci sono poco più di 450 mila animali da fattoria: 80 mila tra vacche e bufalini, 50 mila maiali, 308 mila avicoli, 7 mila e 400 ovicaprini, oltre a quasi 6 mila tra cavalli, asini e muli. In provincia di Lodi, invece, le aziende zootecniche hanno un patrimonio complessivo di 767 mila animali, suddivisi tra 318 mila suini al 31 dicembre 2024, 330 mila tra polli, galline e tacchini, 116 mila capi bovini e bufalini, con poco più di mille capre e pecore e 1.600 equini.
Un patrimonio messo oggi a rischio da una serie di minacce – rileva la Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza – che vanno dagli effetti dei cambiamenti climatici, che nel 2024 sono costati all’agricoltura italiana 9 miliardi di euro, alla diffusione di malattie, spesso legate alle importazioni dall’estero e alla diffusione incontrollata della fauna selvatica, fino ai tentativi delle multinazionali di introdurre carne e latte fatti in laboratorio. Ma a pesare sono anche l’aumento dei costi di produzione e i prezzi bassi all’origine, con gli allevatori che si trovano spesso nella situazione di lavorare in perdita, nonostante garantiscano prodotti agroalimentari sani e di eccellenza, oltre a un presidio ambientale insostituibile.