Protocollo di intesa Governo-Stellantis, ok di Uilm

“Apprezziamo l’idea di provare a siglare un protocollo con Stellantis e più in generale condividiamo gli obiettivi dichiarati dal Governo per il settore automotive, a condizione però che dai principi si passi a qualcosa di più concreto che sia davvero utile a industria e lavoratori. In gran parte si tratta difatti di obiettivi che nei nostri accordi sindacali stiamo perseguendo da tempo”. Lo dichiarano Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, e Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore auto dopo l’incontro tenutosi con il Ministro Urso.
“Per quanto riguarda il traguardo di un milione di veicoli da produrre in Italia, è certamente ambizioso – argomentano Palombella e Ficco – se si escludono dal computo i veicoli commerciali, ma si inserisce comunque in una dinamica di crescita dei volumi determinata sia dai lanci di nuove vetture che abbiamo definito negli accordi sindcali sia dal ripristino di approvvigionamenti regolari di microchip. Nel 2022 Stellantis ha prodotto, infatti, quasi 500 mila veicoli passeggeri e 200 mila veicoli commerciali leggeri, ma nel 2023 la salita produttiva si sta attestando secondo le stime a circa +15%. Per quanto concerne poi l’impegno a una differente politica europea, confidiamo innanzitutto che possa essere bloccato il nuovo standard di motore endotermico euro 7, non solo costosissimo ma del tutto inopportuno se si considera che l’UE sta al contempo spingendo verso un processo assai drastico e veloce di elettrificazione. Del tutto concordi ci vede infine il duplice proposito di supportare gli investimenti in Italia, nonché di riservare gli incentivi al consumo alle auto prodotte in Europa, ma sulle risorse predisposte dal Governo c’è ancora poca chiarezza. In particolare l’idea che gli incentivi al consumo debbano essere vincolati a standard non solo ambientali ma anche sociali l’abbiamo avanzata a più riprese e su più settori produttivi, quindi ora non possiamo che sperare che la politica voglia farla sua. A tutto questo però continuiamo ad aggiungere la richiesta di strumenti specifici di riqualificazione del personale e di ammortizzatori sociali, che affrontino le ricadute occupazionali della transizione e che modifichino alcune delle storture del Jobs Act”.
“Speriamo che stavolta – concludono Palombella e Ficco – la politica possa davvero passare dai proclami alle azioni concrete. Non è chiaro se il Governo voglia limitarsi ai 5-6 miliardi già stanziati a suo tempo per il settore automotive e ancora non impegnati, oppure impiegare nuove risorse. Soprattutto speriamo che stavolta qualsiasi incentivo sia ferreamente condizionato al mantenimento e al rilancio della produzione in Italia. Non solo Stellantis ma un’intera filiera produttiva della componentistica devono essere messi in condizione di affrontare la transizione elettrica e di competere con sempre più agguerrita concorrenza internazionale”.