Tra voi, però, non sia così, la Proposta pastorale dell’Arcivescovo Delpini

“Tra voi, però, non sia così – Per la ricezione diocesana del cammino sinodale”: si intitola così la Proposta pastorale 2025-2026 dell’Arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, disponibile da oggi sul portale diocesano e da lunedì nelle librerie cattoliche (Centro Ambrosiano, pp. 72, euro 4,5).

Al centro delle riflessioni dell’Arcivescovo c’è il desiderio di accogliere e dare seguito a una dimensione, quella della sinodalità, «essenziale per la vita e la missione della Chiesa», come scrive mons. Delpini. Si tratta di dare concreta attuazione a quanto emerso nel percorso ecclesiale di questi anni, in particolare nelle due Assemblee generali ordinarie del Sinodo dei Vescovi dell’ottobre 2023 e ottobre 2024 (a cui ha partecipato in Vaticano lo stesso mons. Delpini e da cui è scaturito il Documento finale approvato da papa Francesco) e nelle due Assemblee sinodali della Chiesa italiana (in questo caso il documento finale dovrebbe essere pubblicato a novembre, dopo la terza Assemblea).

 

Convinto che sia il momento di «portare il Sinodo in casa, come una docilità allo Spirito, come principio di riforma dell’essere Chiesa», l’Arcivescovo invita a «recepire le indicazioni del Documento finale mettendo in evidenza quali conversioni richiedono, a quale responsabilità chiamano, quali metodologie raccomandano».

 

«I cristiani – scrive mons. Delpini – sono originali anche nell’esercizio del potere. Interpretano il potere e l’autorità come servizio. La “sinodalità” è una delle espressioni della comunione che porta a scelte condivise e autorevoli. (…) I cristiani prendono decisioni cristiane con spirito e metodo sinodale. Perciò sono originali rispetto alla pratica del metodo democratico o di quello monarchico».

 

Nel testo – che è arricchito da alcuni passaggi in cui l’Arcivescovo si figura alcuni dialoghi immaginari come uno tra don Camillo e il Signore crocifisso o uno con protagonista il Piccolo Principe – vengono ricordati alcuni cammini sinodali già avviati a livello diocesano. È il caso delle Assemblee sinodali decanali, organismi composti da preti, diaconi, religiosi e laici che hanno il compito di “leggere” le problematiche, le ricchezze e le urgenze pastorali e sociali del territorio, esperienze che possono diventare «uno stimolo per tutta la comunità e un laboratorio per sperimentare con quale atteggiamento di discrezione, di rispetto e di franchezza sia praticabile la missione senza diventare proselitismo, propaganda o timida omologazione». A tre anni dal loro avvio sono state costituite 60 Assemblee sinodali decanali (su un totale di 63 decanati) con un coinvolgimento di 750 laici e laiche e 150 presbiteri.

 

Tra le esperienze di sinodalità, mons. Delpini menziona poi i Consigli pastorali parrocchiali (per i quali la Diocesi ha avviato appositi cammini di formazione) e anche la stessa Curia diocesana, una “comunità di lavoro” che si è recentemente dotata di una “Carta dei valori” e in cui «un tratto distintivo e singolare è rappresentato dalla co-presenza di preti, consacrati e laici, condividendo gli stessi valori e perseguendo la medesima missione».

 

Un riferimento specifico viene dedicato ai ministeri istituiti per il servizio delle comunità. «L’istituzione dei ministeri dell’Accolito, del Lettore, del Catechista si inserisce nel percorso sinodale come una forma di corresponsabilità per la missione». Un invito, quindi, «perché in ogni comunità sia offerta la proposta del percorso di formazione e di esercizio dei ministeri istituiti come forma di corresponsabilità».

 

Uno sguardo attento è riservato anche a chi, già adulto, desidera entrare nella comunità cristiana, ovvero i catecumeni. La loro testimonianza, osserva l’Arcivescovo, «può forse risvegliare anche coloro che ritengono che far parte della comunità cristiana sia noioso». Si tratta di un fenomeno in crescita sia a livello locale che internazionale: nella notte di Pasqua di quest’anno, 89 catecumeni ambrosiani hanno ricevuto i sacramenti dell’iniziazione cristiana, e un terzo di loro aveva meno di 30 anni.

 

Mons. Delpini richiama, inoltre, la centralità dell’Eucaristia. «Non potrà essere praticata la sinodalità, se i discepoli non si lasciano plasmare dalla partecipazione spirituale alla celebrazione eucaristica (…). Non possiamo salvarci dal pericolo di ridurre la vita cristiana a organizzazione, iniziative, riunioni, calendari, se non ci lasciamo accendere il cuore dalla parola di Gesù e se non lo riconosciamo nello spezzare del pane».

 

Un passaggio chiave della Proposta pastorale riguarda poi il ripensamento del ministero del sacerdote in chiave sinodale e la riflessione su cosa significa “presiedere nella sinodalità”: «Ai preti sono stati attribuiti troppi compiti e le pretese che li circondano rendono faticosa la vita del sacerdote. È necessaria una riforma del clero per interpretare il ministero in modo più adatto alla nostra situazione e rendere più sostenibile la vita del prete. La riforma del clero deve avere la priorità di passare dal presbitero al presbiterio. I preti sono chiamati a essere uniti al vescovo, uniti tra di loro, uniti nell’unico clero diocesano con i diaconi».

 

Non si tratta di sminuire il ruolo del sacerdote, spiega ancora l’Arcivescovo, ma di esaltarne la responsabilità di servire la comunione: «La sinodalità non è una riduzione del ruolo del prete, ma una sua esaltazione. La corresponsabilità non è un attentato al potere del prete, ma la forma cristiana per promuovere la comunione come dono di Dio».

 

Naturalmente non solo i sacerdoti, ma «tutte le componenti della comunità sono chiamate a entrare nella logica della sinodalità. È necessaria una formazione del clero e dei laici che siano aiutati a vivere uno stile, agire con senso di responsabilità per contribuire alla missione della Chiesa nell’edificare la comunione ecclesiale»

 

Come segno del cammino sinodale in atto nella Chiesa ambrosiana, l’Arcivescovo propone di vivere nella terza domenica di ottobre, quando si celebra la solennità della Dedicazione del Duomo – quest’anno il 19 ottobre -, un momento «per rendere noti a tutti le raccomandazioni diocesane, i passi compiuti, le proposte future, le correzioni necessarie».

 

Il testo della Proposta pastorale è disponibile sul portale diocesano a questo link (è vietata la riproduzione integrale).


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