Dichiarazione dell’Alleanza per un Myanmar democratico.

dall’Associazione per l’Amicizia Italia Birmania Giuseppe Malpeli riceviamo e pubblichiamo

Con l’avvicinarsi della fine dell’anno, si conclude anche il processo al Presidente birmano U Win Myint e al Consigliere di Stato Aung San Suu Kyi.

Gli stessi due leader del Myanmar che il Consiglio di Sicurezza, nella sua recente e storica risoluzione sul Myanmar, ha deliberatamente nominato e chiesto di rilasciare immediatamente, riconoscendo il fatto indiscutibile che sono prigionieri politici.

Tutti in Myanmar, persino i militari e gli uomini d’affari di Min Aung Hlaing, i vicini dell’ASEAN, persino la Cina e l’India e il resto della comunità internazionale, riconoscono che U Win Myint e Aung San Suu Kyi non hanno commesso alcun crimine, alcun illecito, alcun reato, e che sono prigionieri politici, così come tutti i cittadini del Myanmar,

Una condanna a 33 anni per Aung San Suu Kyi, tutto perché il generale Min Aung Hlaing voleva diventare presidente del Myanmar ma ha perso le elezioni, quindi l’opportunità.

Questa sentenza illegale merita la più ampia e clamorosa condanna da parte di tutti, come del resto facciamo nella nostra dichiarazione e invitiamo tutte le nazioni, gli organi legali a condannare e protestare con il SAC (Consiglio consultivo speciale) del Myanmar nei modi più forti.

Prima Min Aung Hlaing e la sua banda di briganti si renderanno conto che il suo “regno” è finito e se ne andranno, prima sarà necessaria la stabilità, la democrazia potrà ripartire, si potrà costruire un’unione democratica federale e potranno iniziare la pace e la prosperità.

L’uscita dei militari dalla politica e un’unione democratica federale sono l’unico modo in cui ciò può avvenire.

Un altro colpo alla democrazia in Myanmar, un altro ostacolo sulla via della riconciliazione e della pace.

Per il bene del Myanmar, chiediamo l’immediato rilascio di tutti i prigionieri politici, del Consigliere di Stato Aung San Suu Kyi e del Presidente U Win Myint.