Lavoro e orientamento, nasce Discerno.

È già stata battezzata YOLO generation e a farne parte sono coloro che, al grido di You Only Live Once (si vive una volta sola), si chiedono se valga davvero la pena spendere così tanto tempo ed energie svolgendo un lavoro che non risponde pienamente ai propri ideali e al proprio sistema di valori. La risposta, spesso, è no.

Questo cambiamento culturale nel mondo del lavoro era in corso da tempo, ma la pandemia ha fatto da acceleratore. Lo dimostra anche il fenomeno delle Grandi Dimissioni: nato Oltreoceano, è ormai arrivato, seppur con numeri inferiori rispetto agli Stati Uniti, anche in Italia.

Sono 19 milioni le persone che si sono dimesse tra aprile e settembre 2021 negli USA e il 36% lo ha fatto senza avere già un nuovo lavoro. I lavoratori dipendenti italiani che nei primi nove mesi del 2021 hanno lasciato il posto di lavoro, invece, sono stati oltre un milione e 300mila, circa il 31% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Inoltre, un’indagine di Kaspersky del 2021 dice che il 44% dei lavoratori italiani vuole cambiare lavoro.

A spingere i giovani e i meno giovani verso le dimissioni non sono solo la ricerca di uno stipendio più alto o di un ufficio meglio organizzato, ma anche un desiderio di autorealizzazione e maggiore soddisfazione personale. Ma ecco il problema: aspirare al cambiamento è un conto, sapere in qualche direzione cercarlo un altro. L’inquietudine già diffusa durante gli anni di studio e formazione (secondo un’indagine Sodexo del 2018, 4 universitari italiani su 10 non sono soddisfatti della propria vita) non si spegne nel momento in cui si accede al mondo del lavoro. E infatti, stando ai dati Istat dello stesso anno, oltre il 40% dei lavoratori non si definisce ampiamente soddisfatto del proprio impiego.

Come uscire da questa situazione di incertezza e crisi esistenziale? Allenando lo sguardo che cerca la nuova direzione da seguire verso un sistema di riferimento interno più solido. «Come dice la letteratura più recente in fatto di orientamento, anche a livello accademico, la gestione del proprio progetto di vita solleva delle considerazioni etiche su ciò che rende la vita significativa. E questo riguarda ogni ciclo evolutivo», dice Pietro Cattorini, co-fondatore di Discerno, studio indipendente di orientamento alla scelta in ambito professionale e formativo.

In genere si pensa all’orientamento come a uno strumento utile per scegliere la scuola superiore, l’università e il primo sbocco lavorativo: nient’altro. Non è così e la proposta originale di Discerno punta a rispondere a un’esigenza senza età: «Costruire il proprio futuro implica sempre delle scelte, anche complesse. Anche i giovani adulti e gli adulti possono quindi avere bisogno di mettere a fuoco un progetto di futuro autentico e significativo, così da poter compiere delle scelte in linea con le proprie aspirazioni e inclinazioni», prosegue Cattorini, che è laureato in Filosofia e specializzato in Orientamento presso il Laboratorio di Ricerca e Intervento per l’Orientamento alle Scelte dell’Università degli Studi di Padova.

Nato nel 2022 a Milano, Discerno è formato da una equipe interdisciplinare di psicoterapeuti, studiosi e specialisti di orientamento che sta integrando i modelli più validati nel campo della psicologia dinamica, dell’etica filosofica e della vocational psychology. Il percorso individuale proposto, che si basa su un approccio scientifico e interdisciplinare e consiste in 6-10 incontri in presenza oppure online, ha lo scopo di allenare la capacità del soggetto di riconoscere le proprie caratteristiche peculiari, il proprio sistema di valori e aspirazioni più autentiche, e usare questa consapevolezza come bussola per orientarsi nelle scelte della vita. «Il percorso che proponiamo è abbastanza strutturato e breve, ma ha al centro una relazione maieutica. Quindi con un’impostazione molto più legata alle tradizioni personalistiche del pensiero umanistico europeo piuttosto che alla standardizzazione dei modelli americani di orientamento», conclude Cattorini.