Nei momenti bui dell’emergenza coronavirus, in una sorta di generale flash mob domestico, l’Italia si è ritrovata ad appiccicare e poi fotografare post-it e bigliettini o ad appendere striscioni con la scritta “Tutto andrà bene”.
Un gesto di semplice intensità, partito da Brescia grazie all’idea della poetessa Luciana Landolfi, e presto diffusosi nel Paese e nel mondo. Quel
“Tutto andrà bene” è diventato un movimento spontaneo, prontamente registrato da media e social, poi rilanciato da artisti, attori, cantanti, al punto da simboleggiare l’Italia all’estero.
Luciana Landolfi lo definisce un “atto poetico collettivo” e ha deciso di raccontare la genesi e il senso dell’iniziativa nel libro “Tutto andrà bene, perché il futuro ti salva la vita” (Minerva, 120 pagine, 15 euro, proventi a un’associazione per bambini disabili).
Scrivere frasi inneggianti alla gioia e distribuirle ad amici quanto a perfetti sconosciuti è un atto che Landolfi compie dal 2014, ma che durante i mesi della quarantena ha riscontrato una eco mai registrata in precedenza. Merito anche dei 26 amici provenienti da varie città che la scrittrice ha radunato a Brescia per una festa di compleanno il 22 febbraio 2020 (casualmente proprio il giorno delle prime chiusure causa virus) e che hanno seguito il suo invito a diffondere frasi di speranza.
“Un gesto – dice Luciana Landolfi – che non è nato in seguito alla nota contingenza, ma che si è sviluppato contemporaneamente ad essa ed ha aiutato molti a guardare al futuro con fiducia. Un gesto che ha trovato nei bambini, ma anche in medici e infermieri, i principali vessilliferi”. (ANSA).