Dpcm e decreti attuativi, Taxi: se bozze vere contenuto inaccettabile.

Tassisti aderiscono allo sciopero nazionale dei taxi proclamato dalle 8 alle 22 nel primo giorno dell'introduzione del nuovo Dpcm, Milano, 6 novembre 2020.ANSA/Mourad Balti Touati

I documenti consegnati alle nostre strutture dal Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, sono inaccettabili poiché, non solo non valorizzano l’attuale sistema di trasporto pubblico non di linea che si articola tramite consorzi e cooperative, ma al contrario lo sviliscono spalancando questo mercato alle scorrerie delle grandi multinazionali.

È quanto dichiarano in una nota Claai-Unione Artigiani, Ugl taxi, Federtaxi Cisal, Tam, Satam, Unimpresa, Usb taxi, Uritaxi, Uti, Or.S.A taxi, Ati Taxi e Associazione Tutela Legale Taxi.

In nessuno dei tre documenti presentati si prevedono regole specifiche e certe per gli operatori digitali capitanati da grandi Multinazionali che anzi, vengono liberati da qualsiasi tipo di responsabilità diretta, lasciata però cadere totalmente in capo ai conducenti dei vettori di trasporto.

Mentre il Governo organizza lotterie e cash back per coloro che effettuano acquisti tramite moneta digitale – prosegue la nota – escludendo però il commercio online, il DPCM che ci è stato presentato sembra calzare a pennello sulle esigenze delle piattaforme di intermediazione digitale di proprietà dei grandi colossi internazionali che già si sono affacciate, spesso in modo scorretto, nel nostro settore.

Paradossalmente mentre in Europa si ragiona ad una regolamentazione stringente del sistema fiscale per le Multinazionali, in questi decreto si vuole introdurre l’IVA agevolata per tali soggetti che NON sono un servizio pubblico ma solo vere e proprie società di capitale,mettendole di fatto sullo stesso piano delle strutture che hanno finalità cooperativistiche e di mutuo soccorso.

Se poi si osserva il combinato disposto tra il dettato del Registro elettronico nazionale, del Foglio si servizio elettronico, nonché della richiesta che da alcuni ambienti politici avanza in relazione alla richiesta di modifica dell’articolo 85 del codice della strada, risulta palese la volontà di trasformare il sistema di noleggio in un sistema di taxi, gestito in prospettiva da società multinazionali, mandando alle ortiche il fine ultimo delle nuove norme che avrebbero dovuto contrastare i fenomeni di abusivismo nel settore.

Quanto va delineandosi – conclude la nota – rischia concretamente di lasciare il settore nelle mani di grandi Corporazioni digitali e dei loro algoritmi che in funzione del rapporto tra domanda ed offerta determinano l’andamento del prezzo di un servizio, svilendo il ruolo dei lavoratori di un comparto, oggi costituito da tanti piccoli operatori dotati di licenze rilasciate e controllate dalla pubblica amministrazione, attraverso cui si riesce a garantire a tariffe amministrate, la soddisfazione di un diritto primario come quello alla mobilità.

Se non ci sarà un repentino cambio di rotta con correzioni sostanziali ai documenti presentati, la categoria reagirà con fermezza anche in vista delle festività Natalizie.