Apple sopra le attese. Cupertino chiude il miglior terzo trimestre della sua storia grazie all’iPhone e alla divisione servizi. E vola in Borsa dove nelle contrattazioni after hours sale fino al 3,00% a 196,00 dollari per azione, per una capitalizzazione di mercato superiore ai 949,2 miliardi di dollari, non lontano dai 1.000 miliardi di dollari verso cui corre ormai da tempo.
Il terzo trimestre dell’esercizio fiscale, solitamente il periodo piu’ debole per Apple, si chiude con un utile netto in aumento a 11,52 miliardi di dollari, o 2,34 dollari per azione, su ricavi in crescita del 17% a 53,72 miliardi. Risultati ben oltre le attese degli analisti, che scommettevano su un utile per azione di 2,18 dollari su ricavi per 52,4 miliardi. Oltre le previsioni del mercato anche le stime per il quarto trimestre: i ricavi dovrebbero attestarsi sui 60-62 miliardi di dollari, sopra i 59,3 miliardi previsti.
Nel periodo aprile-giugno Apple ha venduto 41,3 milioni di iPhone, l’1% in piu’ rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. I ricavi dall’iPhone sono pero’ cresciuti del 14,4% a 29,91 miliardi, confermando il successo della strategia di Apple sui prezzi. La divisione servizi, che include l’App Store e la musica, ha registrato ricavi record per 9,55 miliardi di dollari, in aumento del 31% rispetto all’anno scorso. La divisione ‘Altri Prodotti’, che include l’Apple Watch e le cuffiette AirPods, ha sperimentato un balzo dei ricavi del 37% a 3,7 miliardi di dollari. I ricavi di Apple in Cina sono saliti del 19%.
I risultati di Apple e la sua volata in Borsa si contrappongono alla delusione per i conti di Facebook e Twitter, arrivate a perdere fino al 20% dopo aver segnalato un rallentamento della crescita degli utenti. La ‘crisi’ dei social sembra aver fatto perdere l’appeal alle FAANG – Facebook, Amazon, Apple, Netflix e Google -, negli ultimi mesi protagoniste del rally di Wall Street. L’ondata di vendite recenti che si sono abbattute sui tecnologici non hanno risparmiato neanche la Cina, dove i titoli hi-tech stanno pagando duramente lo spettro di una guerra commerciale fra Washington e Pechino, il deprezzamento dello yuan e la stretta della liquidità. Ne è una prova Tencent, il colosso a cui fa WeChat, la rivale di WhatsUp: dai picchi di gennaio e’ in calo del 25%. Non va meglio ad Alibaba, che dalla metà di giugno ha già perso il 12%.