L’Inter ha chiuso il campionato con una vittoria per 2-0 contro il Como, grazie ai gol di Stefan De Vrij e Joaquin Correa.
Tuttavia, questa vittoria è stata amara, poiché il Napoli ha battuto il Cagliari e si è aggiudicato il quarto Scudetto della sua storia.
L’Inter, esattamente come nella stagione 2019-2020, proprio con Antonio Conte in panchina, perde lo scudetto per un solo punto (allora fu contro la Juventus allenata da Sarri).
L’illusione del sorpasso per i nerazzurri è durata solo 22 minuti, dal gol di De Vrij fino alla rete di McTominay al Maradona, che ha riportato il Napoli in testa.
I nerazzurri, con Massimiliano Farris in panchina e lo squalificato Simone Inzaghi in un ufficio del Sinigaglia, fanno il loro dovere: 2-0 al Como di Cesc Fabregas. Già sicuro di tutto: la propria freschezza, ma anche il decimo posto e il record di punti in Serie A. L’illusione del sorpasso, per i campioni d’Italia uscenti che allo scudetto evidentemente credevano ancora, ma nei fatti l’hanno visto sfuggire con la Lazio a San Siro una settimana fa, dura esattamente 22 minuti: la alimenta Stefan De Vrij con la marcatura che apre le danze nel primo tempo.
L’occasione per il raddoppio la offre Zalewski a Taremi, un cioccolatino che Reina si mangia in uscita bassa grazie al contributo dell’attaccante iraniano. Una leggerezza di Vojvoda consente a Dimarco di scattare, ma la spia della riserva si accende ben presto. Arriva la notizia del gol di McTominay al Maradona ed è una doccia gelata per l’Inter. Che protesta per un’uscita a valanga di Reina, fuori area, su Taremi lanciato a rete: Massa inizialmente non ravvisa il fallo, poi va al monitor ed espelle il portiere spagnolo, all’ultima in carriera. Standing ovation al Sinigaglia per Pepe Reina – in tribuna c’è suo padre -, dentro Butez.
Il raddoppio è la fotografia di serata e del campionato: Joaquin Correa segna un bel gol dai mille rimpianti – per quello che poteva essere il Tucu, oggi all’ultima in Serie A da nerazzurro, e non è stato – ma un secondo dopo al Maradona esulta Lukaku.
Ora l’Inter si concentra sulla finale di Champions League contro il Paris Saint-Germain, in programma il 31 maggio a Monaco di Baviera.
Squalificato Simone Inzaghi, in conferenza stampa ha parlato il vice Massimiliano Farris
Come vi rialzerete ora dopo lo Scudetto sfumato?
“Sicuramente c’è delusione e rammarico, abbiamo lasciato tanti punti per strada. Adesso però abbiamo la coppa più importante della stagione”.
Come giudichi il tuo percorso personale?
“Fino ad ora penso sia stato un percorso di alti e bassi, sappiamo benissimo quello che è successo in Arabia contro il Milan. C’è stato un attacco nei miei confronti ma nessun problema. Non è facile giocare ogni tanto ma sono felice del percorso, ma è già importante quello della squadra. Adesso c’è tanto da fare, tanta tristezza, c’è una partita troppo importante da vincere adesso”.
In conferenza stampa ha parlato anche l’allenatore del Como Cesc Fabregas
“L’Inter è troppo forte, devo congratularmi col Napoli perché vincere uno scudetto contro di loro è una grande cosa. Oggi senza molta qualità e senza creare pericoli incredibili, ma in 10 abbiamo tirato 18 volte. È la minima cosa che posso chiedere da allenatore, abbiamo provato ma è molto difficile con il palleggio dell’Inter, un livello altissimo. Ma i ragazzi hanno avuto voglia di far vedere cosa vogliamo diventare. Se Cutrone avesse fatto quel gol, magari sarebbe stata un’altra partita”.
Alla fine della partita lo stadio ha celebrato Reina e Iovine, uno per la grande carriera fatta e l’altro per i sei anni di fila qui.
“Siamo una famiglia, è difficile creare un ambiente del genere nel calcio di oggi. Dobbiamo crederci e continuare: siamo una società piccola, che sta crescendo a passi molto grandi. Tutti siamo pronti per continuare in avanti”.
Senti di garantire la tua permanenza e quella di Nico Paz?
“Lo ripeto: io non sono importante, se resto o meno. Il Como continuerà dopo 10-20 anni anche senza di me, io no perché andrò a lavorare in un altro posto tra un anno, dieci anni e venti anni. Mio figlio qua, che mi chiede perché non sono a casa. Darò sempre il massimo qua per convincere tutti che sono la persona giusta per questo progetto. Ma dobbiamo migliorare tanto, in campo si è visto che siamo molto lontani dall’Inter”.
Che step in più deve fare il Como per alzare l’asticella?
“Non lo so, un allenatore è molto bravo quando ha giocatori molto bravi. Noi dobbiamo essere bravi a metterlo nel contesto giusto, per loro sentirsi bene e andare al campo nella migliore condizione, ma normalmente quanto più forte sei più chance hai di vincere le cose. Oggi la squadra ha fatto il massimo. Loro sono migliori di noi, fa male ma bisogna accettare la realtà. Per migliorare e crescere in futuro”.
Il Como poteva fare di più questa stagione o al massimo così?
“Io posso sempre dare di più. A 8 anni perdevo una partitella e andavo a piangere. Sicuramente non dormirò oggi, proverò a staccare un po’ però con 2-3 giorni con mia moglie e migliorare, anche se so che sarà difficile perché mi conosco. Però questa è la nostra passione. La sconfitta fa male ma continueremo a crescere e migliorare”.
Cosa apprezza di più della sua squadra?
“Non mollano mai. Ci credono. Sentono di essere individualmente migliori di noi, provano a giocare, a trovare lo spazio giusto, sempre con la nostra idea. Questa è stata la forza. Non abbiamo mai mollato, fatte 9 partite senza vincere ma abbiamo continuato a lavorare. Alla fine dopo 1-2-3-4 anni con un gruppo più forte si deve ripartire e ripartire, ma consolidando il gruppo, dal giorno uno con la squadra fatta si potrà fare bene”.
Dove l’ha perso lo Scudetto l’Inter?
“Non lo so, l’Inter non è la mia squadra, non posso rispondere. Analizzando tante partite l’Inter la qualità dei giocatori è altissima, sono una squadra fortissima e per me è la migliore d’Italia, senza dubbio. Una delle migliori d’Europa. Il palleggio, la conduzione, la fisicità… troppo forte. Però mi piace. Ma noi dobbiamo continuare a migliorare e arrivare ad un livello superiore”.
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