Bioarchitettura: come e perché costruire case green, le novità

In Europa, circa il 40% dell’energia consumata viene utilizzata negli edifici, mentre oltre un terzo delle emissioni di gas serra proviene proprio dal settore edilizio. Di questa energia, quasi l’80% è destinato al riscaldamento, al raffreddamento e alla produzione di acqua calda. È chiaro che l’impatto ambientale derivante dall’edilizia ha un peso significativo sul nostro futuro. Ed è qui che entra in gioco la bioarchitettura, un approccio che mira a ridurre le emissioni inquinanti, migliorando allo stesso tempo l’efficienza energetica degli edifici.

Ovviamente l’agenda politica europea non è rimasta indifferente al problema: la nuova direttiva Case Green, infatti, punta a rendere tutti gli edifici di nuova costruzione a emissioni zero entro il 2030 e ad accelerare la riqualificazione edilizia di quelli già esistenti. Grazie all’uso di materiali naturali e tecnologie sostenibili, la bioarchitettura rappresenta un’opportunità concreta per costruire un futuro più verde e rispettoso dell’ambiente, in linea con il Green Deal europeo.

La bioarchitettura: costruire rispettando l’ambiente

La bioarchitettura è una filosofia progettuale che integra sostenibilità e benessere abitativo, mirando a ridurre l’impatto ambientale degli edifici. Questo approccio considera ogni aspetto della costruzione, dalla scelta di materiali naturali e riciclabili, come legno, sughero e bambù, all’utilizzo di energie rinnovabili e sistemi di gestione efficiente delle risorse.

Quindi, quali sono i tre criteri fondamentali dell’architettura sostenibile?

  1. Efficienza energetica: la riduzione del consumo energetico è il pilastro della bioarchitettura e si ottiene usando fonti energetiche rinnovabili e tecniche di progettazione bioclimatica. Per prima cosa si studia attentamente l’orientamento degli edifici, sfruttando la luce naturale e ottimizzando la ventilazione, riducendo così la necessità di riscaldamento e raffrescamento. In questo modo, l’edificio diventa un sistema che lavora in simbiosi con l’ambiente, riducendo la dipendenza da fonti energetiche tradizionali.
  2. Uso di materiali ecologici: la scelta dei materiali è cruciale e si privilegiano materiali a basso impatto ambientale, riciclabili e non tossici, come legno, bambù e fibre naturali. I materiali naturali sono la scelta migliore perché possono essere smaltiti in modo più semplice e sostenibile al termine del loro ciclo di vita.
  3. Qualità ambientale interna: un edificio sostenibile non è solo efficiente ed ecologico, ma anche orientato al benessere di chi lo abita. La qualità ambientale interna include fattori come la qualità dell’aria, la gestione della luce naturale, il controllo dell’umidità e l’isolamento acustico. Ogni dettaglio deve essere studiato per creare un ambiente salubre e confortevole.

Questi principi sono ormai parte integrante degli impegni politici sia del nostro paese che dell’Unione Europea, vediamolo più nel dettaglio.

Le novità: Direttiva Case Green per edifici a impatto zero

Per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, il Parlamento Europeo ha recentemente adottato una nuova normativa, la Energy Performance of Buildings Directive (EU/2024/1275), nota come Direttiva Case Green. Tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno essere a “emissioni zero” entro il 2030, entro il 2028 per quelli pubblici. Ma anche gli edifici già esistenti sono coinvolti dalla direttiva: gli Stati membri, infatti, si impegnano a ristrutturare il 16% degli edifici non residenziali con le peggiori performance in termini di efficienza energetica entro il 2030 e il 26% entro il 2033.

Uno degli obiettivi della direttiva è quello di eliminare gradualmente l’uso dei combustibili fossili negli edifici entro il 2040. Proprio per questa ragione, a partire dal 2025, non sarà più possibile ottenere sovvenzioni per l’installazione di caldaie a combustibili fossili, mentre saranno incentivati i sistemi di riscaldamento che utilizzano energia rinnovabile. Sempre lato rinnovabili, la direttiva prevede l’installazione di impianti solari sugli edifici pubblici e non residenziali, e ne incoraggia l’integrazione anche nei nuovi edifici residenziali entro il 2030. Bisogna ricordare poi che ridurre l’impatto ambientale degli edifici significa anche contrastare la povertà energetica: costruzioni più efficienti equivalgono a spese energetiche minori e quindi bollette più basse.

Ecco perché l’architettura sostenibile è diventata una necessità più attuale che mai: per affrontare queste sfide, è fondamentale che i professionisti del settore siano preparati e aggiornati. Un corso di bioarchitettura, come quello offerto da Unione Professionisti, è pensato per formare tecnici realmente capaci di rispondere alle esigenze del mercato green, acquisendo allo stesso tempo i crediti formativi per architetti richiesti dall’Albo CNAPPC. Ma quali sono gli elementi tecnici e teorici che devono guidare il professionista nella scelta delle soluzioni progettuali, tecniche e tecnologiche migliori? Vediamolo insieme.

Come progettare edifici a emissioni zero

La Direttiva Case Green, all’articolo 7, stabilisce requisiti specifici per gli edifici di nuova costruzione. Un edificio a emissioni zero è una struttura che non genera emissioni di carbonio in loco e, dove tecnicamente ed economicamente fattibile, può adattare il proprio consumo e stoccaggio di energia in base a segnali esterni. Questo tipo di costruzioni richiede una progettazione accurata, basata su soluzioni innovative e materiali sostenibili.

Ecco alcuni principi fondamentali per progettare edifici a emissioni zero.

  • Soglia massima di consumo energetico: gli Stati membri sono tenuti a fissare una soglia massima per la domanda di energia degli edifici a emissioni zero, che dovrà essere inferiore di almeno il 10% rispetto alla soglia per gli edifici a energia quasi zero.
  • Fonti di energia rinnovabile: il fabbisogno energetico dell’opera deve essere coperto da fonti rinnovabili come impianti solari, termici o fotovoltaici, sistemi geotermici, pompe di calore e teleriscaldamento efficiente. Queste fonti possono essere integrate anche attraverso le comunità di energia rinnovabile, che permettono di condividere e ottimizzare l’uso dell’energia prodotta in loco o nelle vicinanze.
  • Automazione e controllo: è necessario integrare all’interno dei nuovi edifici sistemi autoregolanti che permettono di controllare la temperatura in modo differenziato tra i vari ambienti. Dal 2026, inoltre, tutti i nuovi edifici residenziali dovranno essere dotati di monitoraggio elettronico per l’efficienza energetica e per segnalare eventuali necessità di manutenzione.
  • Ottimizzazione per l’energia solare: i progetti edilizi dovranno massimizzare il potenziale di produzione di energia solare, in funzione dell’irraggiamento solare del sito. Entro il 2026, tutti i nuovi edifici pubblici e non residenziali con più di 250 m² di superficie dovranno essere dotati di impianti solari, ed entro il 2029 l’obbligo sarà esteso agli edifici residenziali.
  • Mobilità sostenibile: negli edifici non residenziali con più di cinque posti auto, sarà necessario garantire un punto di ricarica ogni cinque posti, con pre-cablaggio per supportare ulteriori punti di ricarica in futuro. Nei nuovi edifici residenziali, è richiesto almeno un punto di ricarica e spazi per il parcheggio delle biciclette.

Inoltre, la norma impone elevati standard di qualità ambientale interna, che valutano fattori come la qualità dell’aria, il comfort termico e l’illuminazione naturale, fondamentali per prevenire effetti negativi sulla salute e garantire il benessere degli occupanti. Un altro aspetto da tenere in considerazione è la sostenibilità lungo tutto il ciclo di vita dell’edificio: il potenziale di riscaldamento globale (GWP) viene monitorato e valutato costantemente, tenendo conto dell’impatto ambientale complessivo di ciascuna fase, dalla costruzione alla demolizione.

La Direttiva Case Green rappresenta una visione ambiziosa ma necessaria per il futuro dell’edilizia sostenibile, dove ogni nuovo edificio non sarà solo a zero emissioni, ma anche progettato per rispondere alle esigenze di un ambiente e una società in continua evoluzione.