Si ferma alla semifinale contro Venezia la corsa alla Coppa Italia dell’Olimpia.

Le percentuali di tiro, lunetta inclusa, tante conclusioni “facili” condannano l’Olimpia nella semifinale di Coppa Italia contro la Reyer Venezia. Non basta una prova difensiva di alto livello – forse fa eccezione il terzo quarto – e un controllo dei rimbalzi totale, anche se ironicamente uno è sfuggito nel momento chiave della gara, su un libero sbagliato da Bramos quando il distacco era di tre punti. Il 4/27 da tre insieme a otto tiri liberi sbagliati ha cancellato un primo quarto strepitoso che poi non è stato capitalizzato nel secondo. Milano con una difesa a tratti insuperabile ha generato una rimonta di grande orgoglio nel quarto periodo, ma non è stata assistita dalla precisione al tiro che sarebbe stata necessaria. La Coppa Italia finisce così: 67-63 il finale.

IL PRIMO TEMPO – Palle recuperate, rimbalzi d’attacco e il gioco interno di Kaleb Tarczewski e Luis Scola (che insieme producono 11 dei primi 13 punti della squadra) generano il primo tentativo di allungo dell’Olimpia sul 13-7 con timeout immediato di Coach De Raffaele. Venezia cambia tre elementi del primo quintetto, ma Milano conserva l’inerzia della partita. Due triple di Nedovic e Cinciarini determinano il massimo vantaggio di 12 punti, prima che la Reyer si metta in ritmo con i tiratori, prima Filloy e poi Bramos praticamente dalla stessa mattonella. Alla fine del primo quarto è 22-15 Olimpia. Milano domina i rimbalzi, si costruisce tanti tiri aperti ma non concretizza, Tarczewski commette il secondo fallo e un canestro di Watt riduce il gap veneziano a cinque punti. Il rientro di Scola e un tiro in transizione dalla media di Rodriguez ripristinano nove punti di margine dopo cinque minuti di gioco. Venezia reagisce con un gancio di Watt e una tripla di De Nicolao, poi con una rubata di Chappell ritorna a meno cinque e il timeut lo chiama Coach Messina. Il secondo è quarto è un incubo offensivo, così Venezia ne approfitta. Con un gioco da tre di Austin Daye torna a meno due e ci resta con altri due liberi di Daye nel 31-29 Olimpia dell’intervallo.

IL SECONDO TEMPO – Mitchell Watt impatta la gara subito in apertura. Poi le squadre si scambiano i vantaggi, ma Venezia riesce ad essere più efficace rispetto al primo tempo con il suo gioco dentro-fuori, le triple di Bramos e De Nicolao. Quando accumula quattro punti di vantaggio, Coach Messina spende il suo primo timeout della ripresa. Micov esce dalla sospensione segnando da tre. Con il terzo fallo di Tarczewski, Milano si schiera con Scola da 5 nominale. Daye con un paio di canestri di difficile esecuzione allunga a più sette, mentre l’Olimpia continua a difendere, a proteggere i rimbalzi, ma non è incisiva in attacco. Un contropiede di Tonut scava la doppia cifra a favore di Venezia, 51-41, a 1:18 dalla fine del terzo. Milano si rimette in moto con due liberi conquistati da Biligha a rimbalzo d’attacco, poi con una palla rubata da Brooks a Daye. Ma De Nicolao vanifica tutto con una bomba allo scadere dei 24″. Alla fine del terzo, Venezia ha ribaltato la partita ed è avanti 54-44. L’Olimpia torna ad aggrapparsi alla difesa. Un libero di Tarczewski e un jump corto di Micov restituiscono un po’ di ritmo alla squadra. Nedovic con un 3/3 riduce il divario a quattro punti.Milano tiene la Reyer senza segnare per cinque minuti e mezzo, ma senza percentuali si avvicina solo in parte. A 2:28 dalla fine dopo due liberi strappati a rimbalzo da Tarczewski, Micov mette il jumper dalla media che ricuce a meno due. Al rientro dal timeout, Bramos segna da tre, Rodriguez risponde con la stessa moneta, poi però anche De Nicolao centra il bersaglio dall’arco. Micov fa 0/2 dalla linea – i tiri liberi sono stati un’altra costante negativa -, la difea tiene una volta di più, il floater di Rodriguez riduce il margine a tre punti. Ma sul possesso seguente Bramos prende fallo su tiro da tre. I suoi tre errori dalla lunetta sono cancellati dal rimbalzo d’attacco della Reyer che poi chiude 67-63.

Coach Ettore Messina ha così commentato la semifinale di Coppa Italia: “Venezia ha avuto più pazienza di noi e per questo ha meritato di vincere. Ha attraversato un brutto primo quarto in cui noi avevamo giocato bene, ma non si è scomposta. A noi invece sono usciti alcuni tiri aperti ci siamo innervositi. Da quel momento abbiamo perso il controllo della gara e questo ha inciso anche sulla difesa. Siamo riusciti a rimontare nel quarto quarto, i tre tiri liberi di Bramos potevano darci una chance ulteriore invece abbiamo perso il rimbalzo e li la partita si è chiusa. Venezia ha questa caratteristica di essere una squadra che non si impressiona se va sotto, non ho mai pensato che la gara potessimo chiuderla nel primo periodo, ma è vero che se l’avessimo chiuso meglio avremmo avuto margini di errore più ampi. Invece abbiamo sbagliato qualche tiro aperto e quello è diventato il leit motiv della partita, ovvero costruire tanti tiri aperti e non realizzarli. Per vincere a questo livello bisogna tirare con percentuali migliori almeno quando siamo liberi, bisogna mettere i tiri liberi e avere la pazienza di giocare meglio un possesso in più. Loro hanno difeso tanto a zona lasciandoci tiri aperti ma se fai il 14 percento da tre perdi. Semplicisticamente se avessimo messo tre tiri in più avremmo vinto. Prendiamo atto dei nostri difetti, andiamo in palestra e proviamo a migliorare”.