Ernesto Pellegrini, storico presidente dell’Inter dal 1984 al 1995, è morto all’età di 84 anni. Sotto la sua guida, l’Inter conquistò lo Scudetto dei record nella stagione 1988-89, totalizzando 58 punti in 34 partite, in un’epoca in cui ogni vittoria valeva solo 2 punti. Pellegrini fu anche il presidente delle due vittorie in Coppa UEFA, nel 1991 e nel 1994.
Si presentò nel 1984 rilevando il club da Ivanoe Fraizzoli con un mercato di tutto rispetto, innanzitutto Rummenigge, ma anche l’irlandese Liam Brady ed i campioni del mondo Tardelli e Causio, arrivando alla semifinale di Coppa UEFA persa contro il potentissimo Real Madrid con il giallo della biglia lanciata dagli spalti che colpì Beppe Bergomi.
Nel 1986 strappò alla Juventus Giovanni Trapattoni con cui costruì la squadra che nel 1988-89 conquistò lo scudetto a suon di record, squadra che aveva l’ossatura portante nei tedeschi Matthaus e Brehme (scomparso un anno fa) e poi anche Klinsmann, oltre che un solido gruppo di italiani come Zenga, Bergomi, Ferri, Berti, Serena, Matteoli, Bianchi, Fanna, molti di questi anche nel giro della nazionale di Azeglio Vicini.
Ciliegina sulla torta di quella squadra la conquista della Coppa UEFA 1990-91 nella finale tutta italiana con la Roma.
L’addio di Trapattoni, richiamato da Boniperti alla Juve dopo il flop Montezemolo-Maifredi, fece sì che i nerazzurri avessero risultati ondivaghi, tanto che né allenatori “rivoluzionari” come Corrado Orrico né più tradizionali come Osvaldo Bagnoli riuscirono a ripetere le imprese della squadra del Trap, specie in campionato, anche se nella stagione 1993-94 i nerazzurri guidati da Giampiero Marini (che sostituì l’esonerato Bagnoli) riuscirono a vincere la seconda Coppa UEFA in finale con gli austriaci del Salisburgo, mentre in campionato si piazzarono ai margini della zona retrocessione.
In quel periodo arrivarono in nerazzurro, con alterne fortune, giocatori come l’olandese Dennis Bergkamp (strappato a suon di miliardi alla Juve che contendeva l’attaccante dell’Ajax), il connazionale Jonk, l’eroe di Italia 90 Totò Schillaci, l’uruguayano Ruben Sosa, il tedesco Sammer (poi Pallone d’Oro), il macedone Pancev, e il russo Shalimov.
Pellegrini provò a dare nuova linfa alla squadra ingaggiando il tecnico Ottavio Bianchi ed il portiere della Nazionale Gianluca Pagliuca ma a febbraio del 1995 decise di farsi da parte cedendo, anche su pressioni della piazza, il club a Massimo Moratti, figlio di Angelo, patron della grande Inter degli anni 60.
Oltre al suo impegno nel calcio, Pellegrini era un imprenditore nel settore dei servizi, soprattutto delle mense aziendali, e si dedicava al sociale, fondando nel 2013 il ristorante Ruben, un’iniziativa per fornire pasti a prezzo simbolico agli indigenti.
L’Inter giocherà la finale di Champions League contro il Paris Saint-Germain con il lutto al braccio in suo onore.
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