“Zero plastica in mare”: oggi e domani Lambro sotto esame.

Insieme ai canonici monitoraggi microbiologici di Goletta Verde e Goletta dei Laghi, agli studi sulla beach litter e marine litter per l’individuazione delle tipologie di rifiuti in spiaggia e in mare e i monitoraggi delle microplastiche nei laghi, il panorama della ricerca di Legambiente sul tema dei rifiuti dispersi negli ambienti acquatici si amplia ulteriormente con il monitoraggio delle microplastiche trasportate lungo il corso dei fiumi.

Grazie al progetto “Zero Plastica in Mare” promosso da Legambiente e BNL Gruppo BNP Paribas, i tecnici dell’associazione stanno raccogliendo campioni lungo il corso del Lambro, che saranno poi analizzati da Enea, nel Centro Ricerche Casaccia. Iniziativa questa che rientra nell’obiettivo di liberare entro il 2021 mare e fiumi da almeno 15 tonnellate di plastica, l’equivalente di oltre 340mila bottiglie e contenitori, e contribuire così a contrastare il marine litter (i rifiuti in mare), un’emergenza ormai mondiale.

I tecnici sono in azione oggi e domani (25 e 26 luglio) in Lombardia, dove e il fiume il Lambro verrà monitorato dalla sorgente alla confluenza con il Po. Lo scopo è quello di individuare le tipologie e le possibili fonti di inquinamento da microplastiche provenienti dall’entroterra verso il mare, e i risultati saranno pubblicati nei prossimi mesi.

Il monitoraggio indaga anche alcuni punti compresi nei territori in cui sta lavorando il progetto ReLambro SE (Rete Ecologica Lambro metropolitano. Servizi Ecosistemici a Sud Est) ultimo nato del progetto che da anni sta sviluppando attività di riqualificazione nella fascia est della città fino a toccare i territori dei comuni di Segrate, Peschiera Borromeo, San Donato Milanese e Melegnano. ReLambro SE, dopo ReLambro e Volare punta non solo alla realizzazione di una migliore qualità ecologica del corridoio fluviale, ma a riconoscere il Lambro e il suo ambiente come un Capitale Naturale, vero e proprio patrimonio dei cittadini, rispetto al quale anche la qualità dell’acqua e di quello che viene trasportato diviene elemento essenziale.

“Da tempo monitoriamo lo stato di qualità del fiume Lambro – dichiara Lorenzo Baio vicedirettore di Legambiente Lombardia – denunciando i cronici problemi legati, purtroppo, ancora a una scarsa qualità depurativa e a vulnus del sistema, come la gestione scorretta delle acque di pioggia o l’attivazione troppo frequente degli sfioratori di piena. Nonostante siano stati fatti importanti passi avanti, anche grazie all’azione di coordinamento dei Contratti di Fiume e all’attivazione di piani strategici dedicati al fiume come il progetto ReLambro, Volare e ReLambro SE, il lavoro da fare è ancora imponente. Le indagini di oggi ci diranno quanto c’è ancora da fare, per esempio per migliorare la gestione dei rifiuti solidi e delle plastiche.”.

“La salvaguardia dell’ambiente e il benessere delle persone devono essere, ancor di più adesso, al centro dell’impegno di ognuno di noi – ha affermato Mauro Bombacigno, Direttore Engagement di BNL e di BNP Paribas in Italia – come contributo positivo per un futuro migliore con uno sguardo, soprattutto, alle nuove generazioni. A questo scopo prosegue la partnership con Legambiente, per agire insieme nel concreto sviluppo del progetto ‘Zero Plastica in Mare’. Portiamo così il nostro #PositiveBanking sui territori, coinvolgendo le comunità locali in una rete di sensibilizzazione, impegno e volontariato nella convinzione che un ambiente più sano sia una responsabilità individuale e collettiva: nostra come azienda socialmente responsabile, ma anche come singoli collaboratori di BNL-BNP Paribas e come cittadini”.

Il progetto prevede altre tappe di monitoraggio lungo l’Isonzo (Friuli Venezia Giulia) oltre ad attività di citizen science, di pulizia, volontariato ambientale

lungo gli stessi 4 fiumi (in Lombardia, Lazio, Campania e Friuli Venezia Giulia), alla raccolta dei rifiuti in 4 porti di Lazio, Campania, Marche, ed Emilia Romagna, ed un’ulteriore azione

specifica di raccolta e riciclo legati alla dispersione di retine utilizzate negli allevamenti di mitili in mare, uno dei rifiuti dispersi più comuni nell’Adriatico.