Trivulzio, da marzo morte 200 persone, personale allo stremo.

Veduta dell’ingresso del Pio Albergo Trivulzio durante la perquisizione della Guardia di Finanza a causa dei decessi avvenuti in seguito all’epidemia coronavirus all’interno della struttura, Milano, 14 aprile 2020. Ansa/Matteo Corner

“La situazione al Trivulzio è molto critica. Dalle informazioni non ufficiali che abbiamo raccolto da inizio marzo sono circa 200 gli anziani deceduti su 1.000 degenti, circa 200 sono quelli positivi al covid19, il personale è fortemente sotto organico, su 1.100 operatori sanitari quasi 300 sono a casa in malattia. Bisogna intervenire subito per salvare le vite dei nostri genitori e dei nostri nonni”. è quanto scrive in una nota Alessandro Azzoni, portavoce del Comitato Giustizia e Verità per le vittime del Trivulzio, aggiungendo che “c’è un silenzio assordante da parte delle Istituzioni, a partire dalla Regione Lombardia, responsabile della gestione sanitaria”.

Azzoni non è ancora stato convocato dalla Procura ma sarà uno dei parenti degli ospiti del Trivulzio che verrà ascoltato dal pool guidato dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano che sta indagando sulle rsa milanesi.

“Siamo preoccupati anche per il personale sanitario – scrive – costretto a lavorare con turni massacranti. Le testimonianze che stiamo raccogliendo da parte dei parenti degli ospiti sono allarmanti. È in gioco la vita di persone fragili e indifese.

Chi ha reali intenzioni di salvarle? Rivolgiamo questo appello alla politica e alla dirigenza del Pio Albergo Trivulzio.

Attendiamo risposte immediate, il tempo per salvare i nostri cari è ormai scaduto”. (ANSA).

“Continuano imperterriti a trasferire pazienti dai reparti e i reparti sono anche scoperti di personale, perché più di 200 dipendenti, tra operatori e infermieri, sono a casa in malattia o in quarantena e due colleghi sono in terapia intensiva”. Così un’operatrice che lavora da anni al Pio Albergo Trivulzio di Milano, racconta all’ANSA ciò sta avvenendo all’interno della struttura al centro delle indagini della procura di Milano, che ha iniziato a sentire lavoratori e parenti degli anziani.
Da marzo, racconta la donna che è in quarantena, “ci sono stati già più di 200 decessi, i tamponi e le mascherine Ffpp2 per tutti sono arrivate solo dal 16 aprile”. Qualche giorno fa, ha aggiunto, “hanno trasferito in altri reparti pazienti del ‘Pringe'”, il pronto intervento geriatrico per degenti provenienti da altri ospedali. “Non si può mettere la testa sotto la sabbia. “I nostri colleghi dentro – conclude – sono distrutti psicologicamente””, conclude.