Nasce Cura, il container con la terapia intensiva.

Container attrezzati al posto delle tradizionali e meno adatte tende da campo per i posti di terapia intensiva da allestire in emergenza, con l’obiettivo di ottenere sistemi costruttivi compatti, aggregabili e reversibili, oltre che facilmente trasportabili così da poter seguire le emergenze.

E’ l’idea di un pool internazionale di architetti, ingegneri, medici ed esperti che sono scesi in campo a Milano contro il Covid 19 mettendo a punto un prototipo open source di struttura sanitaria industrializzata.

In pratica “un’unità prefabbricata progettata puntando alla velocità dei tempi di messa in opera e all’ottimizzazione del rapporto”, spiegano su The Brief, organo online della società Ppan che si occupa di comunicazione e networking per il costruito.

Sostenuto da Unicredit con l’apporto del World Economic Forum, il progetto è già in via di realizzazione a Milano, dove la prototipizzazione è cominciata quasi una settimana fa, il 19 marzo. I primi due elementi di Cura – questo il nome che i tecnici hanno dato a questa sorta di scatola attrezzata per la terapia intensiva – saranno installati in due ospedali del capoluogo lombardo. Si tratta in pratica di un modulo tecnologico inserito in un container (lungo circa 6 metri) convertito in camera di biocontenimento.

Realizzabile in tempi stretti, ognuna di queste unità, sottolineano i progettisti, può essere facilmente spostata o spedita, trasportata su rotaie o su gomma per essere utile là dove si sposta via via l’emergenza.

Ogni container è dotato di tutta la strumentazione medica necessaria per accogliere due pazienti malati di coronavirus e si presenta quindi come una scatola autonoma che può essere collegata ad altre attraverso corridoi gonfiabili dando vita anche a piccoli centri ospedalieri fino a 40 posti letto. A Cura, che è un progetto senza scopo di lucro, partecipano anche progettisti ed istituti italiani, in particolare lo studio Cra Carlo Ratti Associati con Italo Rota, l’Istituto clinico Humanitas, il Policlinico di Milano, il team di Jacobs, Ivan Pavanello. (ANSA).