I sindaci lombardi impegnati per un nuovo modello di politiche della salute, a partire dal diabete.

La mortalità associata a Covid-19 è stata collegata all’età avanzata dei pazienti e alle loro malattie pregresse, tra cui diabete e obesità sono tra i maggiori fattori di rischio. La Lombardia, duramente colpita dalla pandemia, è la regione con il maggior numero assoluto di persone con diabete in Italia: vi risiedono, infatti, circa 550.000 delle 4 milioni stimate nel nostro Paese e di queste 1 su 3 vive a Milano. In particolare, nel capoluogo lombardo, la prevalenza del diabete tipo 2 è del 5,2 per cento e quella dell’obesità è del 7,8 per cento.

«A partire da questi numeri importanti, ANCI e ANCI Lombardia hanno deciso di organizzare il webinar “Promuovere le politiche sulla salute nelle città”, promosso da Health City Institute, C14+ e Cities Changing Diabetes, durante il quale amministratori, esperti, società scientifiche e associazioni di pazienti e di cittadinanza si potranno confrontare sulla necessità di nuovi modelli gestionali e organizzativi nelle città e nelle aree metropolitane per promuovere benessere e salute, a partire da Milano», spiega Mauro Guerra, Presidente dell’Associazione dei Comuni Lombardi.

«Già prima della pandemia, da una indagine svolta dall’istituto di ricerca Medi-Pragma era emerso che la salute è il tema che sta maggiormente a cuore ai milanesi,  e l’adesione della città di Milano al progetto Cities Changing Diabetes ne dimostra l’importanza  anche per la sua amministrazione», afferma Michele Carruba, Presidente del Comitato Esecutivo di Milano Cities Changing Diabetes, che aggiunge «Infatti, lo scopo del progetto, promosso dall’University College London (UCL) e il danese Steno Diabetes Center, in collaborazione con istituzioni nazionali, amministrazioni locali, mondo accademico e terzo settore e con il contributo di Novo Nordisk, è proprio quello di fronteggiare la preoccupante diffusione nelle città delle malattie croniche non trasmissibili, quali diabete e obesità per salvaguardare la salute dei cittadini».

La Città di Milano è entrata nel progetto Cites Changing Diabetes nel 2018 con l’adesione iniziale del Comune di Milano e, man mano allargando il coinvolgimento delle principali amministrazioni dell’hinterland. Oggi sono 31 i Comuni della Città Metropolitana che hanno aderito al progetto creando un network che complessivamente copre il 65 per cento della popolazione residente ed il 63 per cento delle persone con diabete. Al progetto, oltre alle Amministrazioni comunale e regionale, hanno aderito le Università di Milano, l’ATS di Milano Città Metropolitana, il Museo della Scienza e Tecnologia “Leonardo da Vinci”, le componenti accademiche, sociali e scientifiche cittadine.

«Questo progetto, sottolinea Marina Carini, Prorettore alla Terza Missione, Attività Culturali e Impatto Sociale dell’Università degli Studi di Milano, è perfettamente in linea con gli obiettivi del prorettorato, in quanto rappresenta la volontà di dialogare con il territorio e di coinvolgere la società, nelle sue varie articolazioni, mettendo a disposizione e valorizzando i risultati della propria ricerca».

«Le diseguaglianze di salute, ancora presenti nel nostro contesto metropolitano e che rischiano purtroppo di aumentare a causa della pandemia che ha colpito duramente la nostra città, ci spronano a proseguire e migliorare le nostre azioni. Per questo motivo, oltre all’adesione al progetto Cities Changing Diabetes, la città di Milano ha deciso di sottoscrivere il suo impegno ad accelerare azioni di prevenzione del diabete tipo 2 e delle sue complicanze attraverso la firma del sindaco Giuseppe Sala all’Urban Diabetes Declaration», dice Gabriele Rabaiotti, Assessore Politiche sociali e abitative Comune di Milano.

«In questi mesi la pandemia COVID-19 ha messo ancora più in luce la complessità della gestione della salute del cittadino. I Sindaci hanno affrontato, spesso in prima linea, un’emergenza sanitaria inaspettata, che ha posto la salute come una priorità nell’azione delle amministrazioni comunali. La salute nelle città è un tema molto importante per Anci, che, per prima, infatti, ha sottoscritto gli impegni dell’Urban Diabetes Declaration, un segnale di stimolo per tutti gli 8.000 comuni d’Italia», spiega Roberto Pella, Vicepresidente Vicario Anci. «In sinergia con il Ministero per le Politiche Giovanili, ANCI darà il via, nei prossimi mesi, a percorsi e iniziative formative presso i Comuni per la creazione della figura dell’Health City Manager: un professionista, con competenze definite e validate in ambito di urban health, in grado di operare in sinergia con il sindaco e gli amministratori locali per coordinare e implementare le azioni riguardanti la salute pubblica, elaborando soluzioni innovative e inclusive in risposta alle istanze espresse dai cittadini».

«Il progetto Cities Changing Diabetes vede coinvolte oggi 36 città a livello mondiale tra cui sei città italiane. Questo network internazionale, straordinariamente dinamico e concreto, ha scelto di porre l’accento sul ruolo proattivo e consapevole dei sindaci per la promozione della salute nei contesti urbani, e sul loro coinvolgimento per affrontare responsabilmente il tema dello sviluppo futuro del Pianeta», dice Federico Serra direttore Italia Cities Changing Diabetes.