Giustizia, Cantone a capo della Procura di Perugia.

Il presidente dell' ANAC Raffaele Cantone durante il convegno "Conoscere la corruzione per combatterla. Una prospettiva interdisciplinare allanalisi dei fenomeni corruttivi" presso il Ministero dei Beni e delle Attivita Culturali e del Turismo, Roma, 09 marzo 2017. ANSA/ANGELO CARCONI
E’ passata con 12 a favore contro gli otto andati al suo concorrente la nomina di Raffaele Cantone a procuratore di Perugia. A suo favore hanno votato le toghe progressiste di Area e i laici di tutto lo schieramento politico, ed è la prima volta che accade in questo Csm. Il candidato di minoranza , il procuratore aggiunto di Salerno, Luca Masini, ha ottenuto invece il sostegno dei togati di Autonomia e Indipendenza e di Magistratura Indipendente. Si sono invece astenuti i togati di Unità per la Costituzione.
Di Matteo: “Scelta inopportuna” “Ritengo che non sia opportuno che Cantone vada a dirigere proprio quella procura che è competente su ipotesi di reato commesse dai colleghi che lavorano negli Uffici di Roma e che possono investire procedimenti che a vario titolo riguardano i rapporti tra magistrati e politici vicini o appartenenti alla stessa compagine politica decisiva per la nomina all’Anac”.
Lo ha detto il togato indipendente Nino Di Matteo, durante la discussione al plenum del Consiglio superiore della magistratura. Il riferimento è al fatto che la procura di Perugia ha competenza su eventuali indagini a carico di magistrati romani, come nel caso di Palamara. Di Matteo, pur manifestando la sua stima nei confronti dell’ex presidente dell’autorità anticorruzione, non nega che Cantone all’Anac ”abbia perfezionato la propria professionalità in materia di contrasto alla corruzione, se non altro attraverso i rapporti con le procure”, ma il punto è che “noi abbiamo il dovere di decidere in funzione dell’esigenza di garantire nei confronti dei cittadini l’apparenza di imparzialità. Io – ha spiegato Di Matteo – avrei sostenuto la candidatura di Cantone a una Procura diversa, ma non a Perugia. Davigo, allarmante assimilare attività Anac a quella giudiziaria “Credo fermamente nella separazione delle carriere e far discendere una prevalenza del candidato dalla guida dell’Anac, assimilando tale attività a quella dell’attività giudiziaria mi sembra allarmante. È un grave errore confondere le due funzioni, specie in riferimento alle attività della guardia di finanza, perché anche il capo delle dogane dispone della gdf ma a nessuno verrebbe in mente di nominare procuratore un capo delle Dogane”.
Lo dice il consigliere togato di A&I, Piercamillo Davigo, tra i voti a favore di Luca Masini battuto da Raffaele Cantone per la guida della Procura di Perugia. Durante il plenum del Csm, Davigo spiega: “La funzione repressiva, infatti, ha precisato Davigo, è cosa ben diversa da quella preventiva. Il Procuratore della Repubblica non si occupa della prevenzione dei reati, ed è un principio pericoloso quello di assimilare tale funzione a quelle di chi esercita funzioni requirenti. Qui non stiamo discutendo della professionalità di Cantone e di Masini, che è indiscutibile, ma di chi ha più titoli. Quello che fa infuriare i magistrati sono le scorciatoie. Non si passa direttamente da un incarico fuori ruolo a un incarico direttivo. Il dott Cantone ha tutti i merito del mondo ma appena rientrato in ruolo ha presentato 3 domande per dirigere tre diversi Uffici”.
Quanto alla differenza dei profili di Cantone e Masini, Davigo ha sottolineato “le violazioni del testo unico della dirigenza giudiziaria a partire dall’ Art.17: 27 anni di funzioni requirenti, in 5 uffici diversi per il dott Masini, mentre il dott Cantone ha solo 15 anni nelle funzioni requirenti, sempre in Campania, cessati da oltre 10 anni. Il dott Masini è attualmente procuratore aggiunto a Salerno dove è stato anche reggente, il dott Cantone non ha mai avuto tali incarichi”