L’assegnazione delle postazioni di soccorso da parte dell’Agenzia Regionale dell’Emergenza Urgenza alle Associazioni di Soccorso ha sconvolto non poco gli addetti al lavoro. Abbiamo appreso, infatti, che circa i due terzi dei mezzi di soccorso di base (MSB) avranno a bordo due soccorritori anziché tre. Pertanto, questa O.S. intende segnalarvi le diverse difficoltà che a nostro parere andrebbero a impattare negativamente sulla qualità del servizio offerto al cittadino.
La diminuzione dei componenti dell’equipaggio di soccorso porta ad una serie di problemi, tra questi in primis,non va sottovalutata la diminuzione dei posti di lavoro soprattutto nei contratti a tempo indeterminato. A ciò aggiungiamo quanto segue:
1) rischio movimentazione dei carichi e vigilanza sanitaria
Da tempo la documentazione scientifica internazionale ha più volte indicato che i rischi e le patologie tra lavoratori e lavoratrici, sono molto differenti.
Per quanto, il Titolo VI “Movimentazione manuale dei carichi” del D.Lgs. 81/2008 non indichi valori ponderali specifici per i carichi di lavoro, nell’allegato XXXIII dello stesso Dlgs si fa esplicito riferimento alle tre parti della norma ISO 11228 e, in particolare nel caso della movimentazione manuale dei carichi, alla parte 1 “per l’uso professionale sono individuati 3 gruppi di popolazione di riferimento con diversi valori di “massa di riferimento”, accompagnati dalla specificazione della percentuale di popolazione utilizzatrice protetta”.
Un valore di riferimento relativo ai lavoratori maschi si può trarre da quanto indicato nella tabella per la “popolazione lavorativa adulta”, “per la quale è indicato il valore di 25 kg”, in sostituzione, dunque, dell’abrogato valore di 30 kg indicato nella 626/94. Valore, quello di 25 kg, che “è in grado di proteggere il 95% della popolazione professionalmente esposta di sesso maschile”.
Sempre il D.Lgs. 81/2008 all’articolo 28 comma 1 tratta la differenze di genere nella valutazione dei rischi e i valori di riferimento per la popolazione lavoratrice femminile è “fissato in 20 kg dal R.D. 635/1934, tuttora vigente”. Inoltre la norma ISO 11228-1 tratta la differenza d’età: la riduzione delle capacità fisiche inizia ad essere via via più significativa a partire dai 45 anni d’età.
Pertanto, considerando un peso medio della popolazione adulta italiana > di 60 chilogrammi un equipaggio formato da due soccorritori difficilmente potrà movimentare in sicurezza un paziente. Perciò riteniamo doveroso che AREU, insieme alle Associazioni di categoria e alle OO.SS. valuti il problema prevedendo e adottando idonee misure di prevenzione degli infortuni sul lavoro.
2) protocolli operativi
Come ben saprete la certificazione regionale, percorso formativo con il quale AREU Lombardia forma, certifica e rende operativi i suoi soccorritori, ha numerose skills in cui l’esecuzione delle stesse è prevista per equipaggi formati da tre soccorritori.
Le stesse procedure e protocolli d’intervento emanate da AREU Lombardia, prevedono equipaggi di soccorso composti da tre membri. Vi sono manovre di mobilizzazione traumatica in cui è imprescindibile la presenza di tre soccorritori.
Per questo motivo, riteniamo che una applicazione “diversa” esporrebbe il paziente e l’equipaggio stesso a numerosi rischi, potenzialmente anche con esiti invalidanti permanenti. Vero è che AREU prevede l’invio di un secondo equipaggio in caso di necessità, ma è oltremodo vero che l’equipaggio in ausilio non sempre è vicino, non sempre è disponibile e sovente le prime manovre vanno eseguite nell’immediatezza.
3) sicurezza dell’operatore
l’invio di MSB con equipaggi a due soccorritori, soprattutto se formati da due soccorritrici, espone l’equipaggioad un elevato rischio per quanto concerne l’incolumità e la sicurezza personale. Vi sono numerose zone di Milano e di altre città lombarde con una forte presenza di criminalità. Nella certificazione regionale AREU Lombardia insegna ai propri soccorritori come la sicurezza della scena sia la prima valutazione da effettuare, passo importantissimo affinché tutto il soccorso si svolga poi in modo tranquillo, regolare e in linea con i protocolli operativi. Inviare un equipaggio di soccorso composto da due soccorritori, di notte, in alcune zone di Milano, dove l’autista potrebbe ritardare la sua presenza in posto per motivi di “parcheggio” e/o altre necessità collegate alla viabilità esporrebbe il Referente dell’equipaggio, ancor di più se di sesso femminile, ad un rischio elevato. L’intervento delle forze dell’ordine non sempre può essere tempestivo e certamente non può essere utilizzato come strumento di “prevenzione” in un’eventuale ed ipotetica situazione di pericolo.
4) Covid-19
Calando questa decisione nell’attuale contesto di emergenza Covid immaginiamo come un equipaggio composto da due soccorritori trasporti un paziente dal suo domicilio al pronto soccorso:
- l’equipaggio arriva in posto e Autista e Referente Equipaggio indossano i DPI previsti dalle norme per la protezione da Covid-19;
- l’equipaggio movimenta il paziente fino al mezzo di soccorso;
- l’autista si sveste in modo adeguato poiché il vano guida deve rimanere “pulito”;
- se durante il trasporto dovesse succedere qualche imprevisto al paziente, l’autista dovrebbe indossare nuovamente i DPI per poter aiutare il referente equipaggio, questa latenza temporale potrebbe rivelarsi “perdente ” in alcune situazioni;
- anche nel caso in cui il trasporto avvenga in modo tranquillo, l’autista una volta giunto in pronto soccorso, dopo aver parcheggiato il MSB dovrà indossare nuovamente i DPI affinché possa aiutare il referente equipaggio durante le manovre di trasbordo del paziente dalla barella dell’ambulanza al letto dell’ospedale.
Tutto questo espone, inevitabilmente, l’equipaggio ad un rischio di contaminazione biologica ed il paziente ad un rischio di caduta poiché in alcuni “passaggi” del soccorso la barella/lettino verrebbe movimentata da un solo soccorritore. Alla luce di quanto esposto, questa O.S. chiede un incontro per poter discutere e trovare soluzioni ai numerosi problemi addotti.