da Immobiliare.it
L’interesse degli investitori verso i centri commerciali e le high street, ovvero le vie dello shopping, non tramonta ma si modifica, a fronte dei consumi in calo e delle vendite online che, al contrario, continuano a crescere.
Maggiore cautela ma l’Italia resta un Paese attrattivo
Come ha spiegato Cristiana Zanzottera, responsabile della ricerca per BNP Paribas Real Estate, in una recente intervista al Sole24ore, il settore retail sta vivendo da circa due anni una profonda trasformazione. Da una parte i dati sono incoraggianti: sia a livello europeo sia locale, gli investimenti nei primi sei mesi del 2018 sono in linea con quelli del 2017 e in aumento rispetto al quinquennio precedente. Lo dimostra il fatto che entro il 2021 in Italia nasceranno altri 16 centri commerciali, i maggiori dei quali saranno Westfield alle porte di Milano e Caselle Open Mall a Torino. D’altra parte, tuttavia, bisogna registrare sia un calo nelle vendite dell’elettronica di consumo e dell’abbigliamento sia una generale difficoltà degli shopping center più piccoli e di quelli in aree secondarie, che risentono maggiormente della concorrenza dell’e-commerce.
Più investimenti negli shopping center di nuova generazione
Il futuro del retail sarà limitato alle città più grandi? No, sebbene indubbiamente siano le piazze di Roma e Milano a guidare il settore. Gli investitori, però, sono pronti a scommettere anche su realtà minori (ma possibilmente con afflusso di turisti), a condizione che sappiano adeguare l’offerta alle esigenze delle persone. Cautela e selettività sono infatti le parole d’ordine in questo momento. Quindi via libera ai centri commerciali di nuova generazione, che puntano sul food, sull’intrattenimento e sulla fidelizzazione del cliente, al quale vengono offerti ampi spazi pubblici e servizi. E che sono pronti ad accettare la prossima sfida, ovvero l’integrazione con le vendite online.