Caldo, Legambiente: non più anomalia ma trend di lungo periodo.

Che le settimane passate fossero particolarmente calde, è stato percepito sulla pelle di tutti. Ora, grazie alle strumentazioni di precisione dell’Osservatorio Meteorologico Milano Duomo, arriva la conferma: il mese scorso è stato il secondo Giugno più caldo dell’ultimo quarantennio, dopo quello della famigerata estate 2003. Il dato record registrato riguarda gli estremi termici: picchi di calore eccezionali se confrontati con le misurazioni delle serie storiche.

La cattiva notizia, però, è che i valori misurati non rappresentano anomalie, ma si collocano su una tendenza ormai chiara di aumento delle temperature, soprattutto in città. La conseguenza di questa osservazione è che dobbiamo aspettarci, per gli anni a venire, che  le sofferenze sperimentate in questi giorni facciano parte di una nuova normalità, ed anzi che dobbiamo prepararci ad un progressivo e ulteriore surriscaldamento, soprattutto in città a causa del fenomeno dell’isola di calore urbana.

 

L’incremento progressivo delle temperature, medie ed estreme, è ben reso anche dai confronti delle medie climatiche tra i cosiddetti CLINO CLImatological Normal, vale a dire i periodi trentennali su cui si osserva e si definisce il clima di una località secondo l’Organizzazione Mondiale della Meteorologia: è negli ultimissimi decenni che i valori termici mostrano un deciso incremento sia nei valori medi che estremi diurni e notturni.

 

«La temperatura media di Giugno 2019 è stata 26.2°C, superiore di oltre quattro gradi rispetto al trentennio 1961-90 (21.7°C) e di oltre tre gradi e mezzo rispetto al 1981-2010 (22.6°C) – sottolinea la Dott.ssa Samantha Pilati, meteorologa della Fondazione Osservatorio Meteorologico Milano Duomo –. Tale valore risulta, negli ultimi 123 anni (periodo di cui abbiamo a disposizione i dati in formato digitalizzato), il secondo più alto di sempre dopo il 2003 (27.9°C). Anche la media delle temperature minime (21.4°C) e la media delle massime (31.0°C) risultano inferiori solo al 2003. La minima assoluta più elevata del mese, 27.8 °C riferita al giorno 27, è stata invece la temperatura minima più alta mai registrata nel mese di giugno. La massima assoluta di 37.7°C, registrata ancora il 27, eguaglia il precedente record di giugno del 2003».

 

Quanto al resto della Lombardia, il giorno 27/06/19 si sono verificate temperature molto elevate: i valori massimi rilevati dalla rete meteo di Fondazione OMD sono stati i 38.9°C di Como e Seregno. «I dati misurati a Milano ci dicono che il cambiamento climatico, aggravato dal fenomeno dell’accumulo di calore in città, non è qualcosa con cui dovremo fare i conti in futuro, ma è una realtà presente e peggiora la qualità della nostra vita già oggi – dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente LombardiaIn questo quadro però sono molte le cose che possiamo fare e non riguardano solo le scelte energetiche e le strategie di mitigazione climatica affrontate dalle grandi potenze, ma hanno a che fare con il modo in cui trasformiamo la città ed anche con i comportamenti con cui ognuno di noi può adattarsi e vivere meglio nel mutato quadro climatico, senza per questo aggravare il bilancio delle emissioni climalteranti».

 

La tendenza al rialzo delle minime termiche contribuisce maggiormente al malessere climatico, e in area urbana è accentuata dal fenomeno dell’isola di calore: tutta l’energia ricevuta a causa dell’insolazione diurna e delle attività umane (climatizzazione, mobilità, ecc.), è assorbita dai materiali di edifici e pavimentazioni stradali e restituita di notte all’atmosfera cittadina sotto forma di calore.  Si crea una “bolla d’aria calda” che avvolge la città, per cui si sperimentano temperature più elevate che nelle circostanti aree rurali. Il malessere climatico, dunque, è rappresentato dall’impossibilità di sollievo notturno dalle alte temperature e di compensazione per il corpo umano.

 

Come sopravvivere alla canicola urbana, dunque? Le soluzioni sono molteplici e non implicano necessariamente l’utilizzo smodato di condizionatori. La prima e più importante linea di difesa dei milanesi dalla ‘tropicalizzazione’ del clima estivo è la propria abitazione: la gestione intelligente del calore negli edifici e negli appartamenti rappresenta la strategia più efficace per migliorare il benessere termico degli abitanti. Mentre gli edifici più antichi, con murature massicce spesso in mattoni pieni, garantiscono elevate prestazioni di schermatura del calore e di mitigazione degli estremi termici, grazie alle grandi quantità di calore che possono accumulare, gli edifici realizzati dal dopoguerra agli anni ‘90 del secolo scorso, ovvero la maggior parte, hanno muri sottili, e spesso infissi scadenti: significa che non sono in grado di opporre un’efficace barriera al surriscaldamento degli spazi interni, soprattutto nei locali maggiormente esposti al calore solare diretto dove, in assenza di potenti impianti di condizionamento, è inevitabile andare incontro rapidamente ad una condizione di severo malessere. Le cose invece vanno molto meglio per quegli edifici che, costruiti di recente o riqualificati con l’applicazione di cappotti esterni e la sostituzione degli infissi, si sono dotati di una efficace schermatura del calore diretto ed hanno potuto in questo modo ripristinare l’inerzia termica delle pareti: la riqualificazione energetica degli edifici, a cui in genere si pensa soprattutto per ridurre i consumi energetici invernali, funziona infatti altrettanto bene per la protezione dal calore estivo, impedendo il riscaldamento delle pareti e la trasmissione di calore nei locali interni.

Per quanto possa apparire un intervento impegnativo e costoso, oggi è possibile beneficiare sia di forti detrazioni fiscali che di incentivi diretti del Comune di Milano: è infatti attivo il bando BE2 a cui tutti i milanesi possono accedere per ottenere un contributo rilevante sugli interventi di riqualificazione energetica, che rendono la riqualificazione energetica una scelta estremamente conveniente e alla portata di tutti. Grazie agli incentivi quali la cessione del credito per esempio, i lavori su edifici poco efficienti rappresentano un’occasione da non perdere per migliorare in modo permanente il proprio benessere abitativo, senza pagare bollette sempre più esose.

 

Che si disponga o meno di una abitazione ad elevate prestazioni di isolamento, i propri comportamenti possono influire moltissimo sul benessere termico indoor. Ecco alcuni consigli:

–       limitate l’uso di apparecchi elettrici: elettrodomestici, televisori, computer, frigoriferi, lavatrici sono tutte apparecchiature il cui uso aggiunge calore allo spazio domestico

–       se usate un climatizzatore, fatelo in modo parsimonioso, regolando il termostato a 27°C: si tratta di una temperatura di adeguato benessere climatico, con cui ridurrete i consumi ed eviterete di esporvi ad eccessivi e dannosi sbalzi termici

–       se non avete un climatizzatore, prima di arrendervi e cedere al suo acquisto, provate con un ventilatore, meglio se a soffitto: vi farebbe risparmiare e potrebbe essere sufficiente

–       limitate l’uso di acqua calda sanitaria: per lavaggi e detergenza usate acqua fredda o appena tiepida, anche per la doccia.

–       in cucina, è il momento di insalate e cruditè: dimenticate il forno e limitate le cotture. Se usate i fornelli, accendete anche la cappa aspirante per allontanare vapori e aria calda all’esterno

–       di giorno tenere chiuse le finestre e, nei locali esposti al sole, anche le imposte

–       ricambiate l’aria solo nelle ore notturne. Spalancare tutte le finestre di casa prima di coricarsi e chiuderle tutte appena svegli, possibilmente prima che il sole sorga, è l’unico modo per evacuare il calore accumulato nelle ore diurne. Purtroppo in città questo semplice accorgimento funziona poco nelle fasi di vera e propria canicola: questo a causa dell’isola di calore urbano, che ritarda e limita moltissimo il raffreddamento notturno. Nei giorni più caldi, infatti, nelle prime ore dopo il tramonto l’aria in città si mantiene a lungo a temperature superiori ai 30°C, per questo occorre pazientare ed aspettare ad aprire le finestre solo a notte fonda se si vuole evitare che in casa entri aria calda e, spesso, ancora carica di gas inquinanti, soprattutto ozono.