Autonomia differenziata, l’incontro in Regione con il ministro Calderoli

“Ringrazio il ministro Calderoli che ha espresso in maniera chiara e precisa cosa rappresenti realmente l’autonomia che oggi, invece, viene dipinta in maniera così diversa e contraddittoria”.

Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, intervenendo in Aula consigliare nel corso dell’audizione sull’autonomia cui ha preso parte anche il ministro Roberto Calderoli.

“Il ministro – ha spiegato il presidente – ha illustrato in maniera chiara quello che sarà il percorso attraverso il quale si potrà arrivare all’applicazione di questa norma costituzionale. Questa possibilità di ottenere alcune forme di autonomia per le Regioni che lo richiedono è qualcosa di previsto dalla carta costituzionale. Quindi, chi dice che non si deve applicare, non solo ‘ciurla un po’ nel manico’, ma conferma anche di non voler applicare il contenuto della Costituzione”.

Il governatore ha anche espresso apprezzamento per il lavoro fatto dal ministro Calderoli per rendere ancora “più trasparente e democratica” la procedura per arrivare all’applicazione di questa norma.

 

Norma che, ha ricordato Fontana, i ‘Governi Gentiloni e Conte’ avevano sottoscritto “senza che nessuno avesse pensato di impugnare l’accordo raggiunto fra Governo e Regioni in base al quale si doveva applicare in maniera rigorosa il dettato costituzionale per poi proporlo al parlamento”.

 

“Calderoli – ha proseguito Fontana – ha introdotto una maggior democrazia alla procedura. Accusarlo è qualcosa che è contrario alla logica e alla realtà dei fatti. Non parliamo di opinioni, ma di documenti a disposizione di tutti e sottoscritti dalle persone che ho citato”.

 

E poi l’affondo. “Non so se sia così utile – ha detto ancora Fontana – proseguire in un’organizzazione statuale che continua a creare differenze e disparità di trattamento all’interno del nostro Paese”.

 

“Se oggi si parla in maniera concreta di livelli essenziali di prestazioni (lep) e di diritti che devono essere estesi a tutti i cittadini – ha continuato –   lo dobbiamo alla richiesta di modifica costituzionale. Nei primi 50 anni della Repubblica, infatti, non si era mai fatto riferimento alla determinazione dei ‘lep’ e al fatto che tutti i territori dovessero aver riconosciuti questi diritti e non se ne è più parlato neanche dopo l’approvazione della legge che li aveva previsti. Oggi, finalmente, si è messo all’ordine del giorno un argomento che per più di 70 anni della nostra Repubblica non era mai stato affrontato”.

 

Il presidente ha quindi ribadito che “la Lombardia è la regione che costa di meno in assoluto al cittadino: 3.500 euro a fronte degli oltre 4.000 di media italiana. Questo grazia anche all’applicazione del ‘principio di sussidiarietà’ alla base del modello Lombardia che si traduce anche in capacità di spendere meno”.  E non solo, la Lombardia, da sola, finanzia al 53% il

fondo perequativo in campo sanitario “pur essendo al di sotto della media nazionale a livello di trasferimenti”.

 

“Questa riforma – ha concluso Fontana – porta avanti aspetti positivi: la sussidiarietà anzitutto con la collaborazione fra pubblico e privato e quello della responsabilità. Chi amministrerà dovrà rendere conto delle proprie capacità e incapacità. È chiaro che c’è chi preferisce chi si continui con ‘mamma Roma’ dalla quale si portano a casa i soldi e alla quale si possono trasferire le responsabilità di inefficienza. Applicare quella parte di costituzione che prevede l’autonomia differenziata è un grande passo avanti per poter migliorare il nostro Paese”. (LNews)