Satispay per far fruttare liquidità ferma

Scuote il panorama del risparmio l’ultima novità per investire. Più semplice, più democratica. Ne ha parlato in anteprima con il Bollettino il Founder e CEO di Satispay Alberto Dalmasso.

“Si potrà investire direttamente dalla App. Vorremmo far capire agli italiani che non dovrà più succedere che, in un momento di Mercato in cui l’inflazione è alta e quindi i tassi di interesse sono alti, loro tengano i soldi fermi”, dice nell’intervista di Antonia Ronchei, Direttore dello storico quindicinale economico finanziario fondato a Ferdinando Bocconi.

Il riferimento è al Salvadanaio remunerato, realizzato con Amundi, con un rendimento di circa il 2%, senza investimenti minimi e vincoli temporali (per i primi sei mesi le commissioni saranno dello 0,17%, complessive).

L’Italia è il quarto Mercato europeo per numero di investitori con il 29 % degli adulti italiani attivi nel settore finanziario. Nei numeri: l’Europa conta circa 113 milioni di investitori, di cui 15 milioni in Italia e, nei prossimi 12 mesi, secondo gli analisti la metà degli esordienti sarà donna mentre il 30% avrà tra i 18 e i 34 anni.

 

“Satispay diventerà una banca? Non lo posso escludere”, continua il CEO di Satispay . “Come non avrei mai pensato di entrare nel welfare e poi lo abbiamo fatto. Vedevamo in Europa, e in Italia in particolare, Paesi sempre più vecchi, con l’imposizione fiscale già molto alta e le finanze pubbliche che non sono in grado di garantire né pensioni, né sanità, né spese per il welfare. Per questo ora vogliamo estenderci ed entro la metà di quest’anno dare un’offerta alle aziende con cui potranno anche veicolare liquidi. Come i flexible benefit con cui il dipendente può pagare l’asilo dei figli, un’assicurazione sanitaria integrativa e investire in un fondo pensione integrativo”.

 

E poi il Fondatore di uno dei pochi unicorni in Italia parla dell’universo Startup: “Tra founder ci sosteniamo: siamo i primi a finanziare nuove realtà e cerchiamo di coinvolgere più persone possibili. Ma in Italia – conclude Dalmasso – non sappiamo fare squadra: il punto è che se invece di fare sempre gli alternativi – e pensare che dietro chi ha successo ci sia sempre chissà che cosa – fossimo uniti, potremmo creare forza più rapidamente”. (L’intervista completa al link https://www.ilbollettino.eu/2025/02/15/pagamenti/)


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