L’Olimpia cade in casa con Pesaro 90-82. Con un turnover spinto per ovvie ragioni, non ha mai trovato la continuità necessaria per impossessarsi della partita. Riemersa da un primo quarto contratto, era riuscita ad andare all’intervallo avanti di tre e poi a costruire otto punti di margine all’inizio della ripresa, ma senza trovare ritmo e soprattutto senza trovare difesa, ovviamente con tanti quintetti inediti.
IL PRIMO TEMPO – L’Olimpia parte contratta sui due lati del campo. Pesaro ne approfitta armando il gioco interno di Leonardo Totè, che produce sei punti interni. Pesaro scappa avanti sul 12-2, prima che qualcosa si muova almeno in attacco. Maodo Lo segna due triple consecutive e Ismael Kamagate due volte su rimbalzo d’attacco. Ma il divario resta abbastanza costante, perché la difesa non riesce ad arginare il gioco in transizione avversario. Con due tiri liberi sulla sirena di Valerio Mazzola, il deficit rimane a quota 10, sul 17-27. Per un po’, l’Olimpia si aggrappa solo ai missili di Nikola Mirotic (10 nel primo tempo) per restare agganciata, poi dà una strattonata decisa alla partita con la difesa. Finalmente, riesce a fermare la transizione avversaria, a contenere le penetrazioni e il gioco ravvicinato di Totè. Pesaro di affida a Ford (11 punti all’intervallo), ma con due triple di fila di Maodo Lo, una di Giordano Bortolani dall’angolo, un contropiede chiuso da Stefano Tonut, l’Olimpia entra decisamente in ritmo e sorpassa chiudendo sul 43-42 con una penetrazione sulla sirena ancora di Lo.
IL SECONDO TEMPO – L’Olimpia tenta di allungare con una schiacciata alley-oop di Kamagate e una tripla di Mirotic. Costruisce otto punti di vantaggio, ma Pesaro gioca ariosa, leggera e segna con facilità. Il divario viene risucchiato, anche dopo una tripla di Caruso. L’Olimpia non riesce a prendere il largo. Scott Bamforth con una tripla riporta Pesaro avanti. Flaccadori risponde con una tripla, ma Bamforth esegue l’ultima zampata del terzo periodo consentendo a Pesaro di chiudere avanti 65-64. Innervosita dalla situazione, Milano perde il controllo del ritmo e soprattutto non riesce a imporre la sua difesa. Pesaro con i canestri di Totè, un paio di jumper di Tambone, un missile di McCallum scappa via a più sette, ripetutamente nel quarto periodo. Anche quando trova momenti efficaci in attacco, l’Olimpia non riesce a fermare l’avversaria. Arrivano anche due errori dalla lunetta che aiutano Pesaro a restare totalmente in controllo e vincere, 90-82.
Così Coach Ettore Messina dopo la partita con Pesaro: “Chiedo scusa ai tifosi, al Sig. Armani, alla proprietà, per una partita scadente, a prescindere dalla prova di Pesaro, che ha disputato una gara precisa e ordinata. Abbiamo concesso 90 punti in casa e questo non è ammissibile, come non lo erano tutti quei rimbalzi che ci siamo fatti catturare in testa a Berlino. Quando si gioca bisogna avere ardore, carattere. E’ preoccupante perché segnali di questo tipo di stanno ripetendo da tempo. A questo vanno aggiunte le mie responsabilità nel turnover: ho pensato che quattro nazionali e i giocatori stranieri che sarebbero andati in campo ci avrebbero permesso una prestazione abbastanza buona da portare a casa questa partita. Non è stato così evidentemente. E’ un errore di valutazione che non ripeterò, anche se avevamo necessità di far riposare qualcuno. Non so se fossimo spaesati, la sensazione è stata quella, ma abbiamo fatto 8/21 da due, sbagliando dei tiri da un centimetro. Non riesco a capire perché avrebbero dovuto essere spaesati. Per alcuni c’era la grande possibilità di farsi vedere, di avere minuti”.