Morto a 86 anni Carlo Mazzone, allenò anche il Brescia

E’ morto all’età di 86 anni Carlo Mazzone, storico allenatore della Roma e di tante altre squadre tanto da detenere il record di presenze in panchina nel massimo campionato, 792 partite.

Nel 2019 è stato inserito nella Hall of Fame del calcio italiano, al termine di una lunghissima carriera iniziata nel 1968: dall’Ascoli alla Fiorentina, dal Catanzaro al Bologna, dal Lecce al Pescara. E poi Cagliari, Roma, Napoli, Bologna, Perugia, Brescia. La chiusura, nel 2006, a Livorno.

“Carlo Mazzone era un uomo genuino e verace, custode dei valori più sani dello sport. Un grande allenatore, amato da tutti perché ha rappresentato un calcio vicino al popolo e ai suoi tifosi. Mi stringo al dolore della famiglia e di tutti i suoi conoscenti. Ci mancherai Carletto”, scrive in un tweet il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

“Carlo Mazzone prosegue la sua corsa… nell’altra vita, lasciandoci i ricordi di un grande allenatore e del ‘suo’ calcio: appassionato, schietto, genuino e sano, con uno stile che non vorremmo mai definire di altri tempi, ma che facciamo fatica a ritrovare in questi. Ciao Mister!”, il tweet del ministro dello Sport, Andrea Abodi.

“La Figc si unisce al cordoglio del calcio italiano per la scomparsa di Carlo Mazzone, all’età di 86 anni. Nato a Roma il 19 marzo 1937, ha legato gran parte della sua carriera di calciatore all’Ascoli, dopo aver vestito anche le maglie di Latina, Roma, Spal e Siena”, scrive la Federcalcio sul suo sito. “Sempre con il club marchigiano iniziò ad allenare, portando l’Ascoli dalla Serie C alla Serie A (1974), prima di tornare a guidare i bianconeri dal 1980 al 1984. Mazzone è stato anche l’allenatore di Fiorentina, Catanzaro, Bologna, Lecce, Pescara, Cagliari, Roma, Napoli, Perugia, Brescia e Livorno, entrando nel 2019 a far parte della Hall of Fame del calcio italiano, istituita nel 2011 dalla FIGC e dalla Fondazione Museo del Calcio per celebrare giocatori, allenatori, arbitri e dirigenti capaci di lasciare un segno indelebile nella storia del nostro calcio”.

“Salutiamo una vera e propria icona del calcio italiano – afferma il presidente Gabriele Gravina – un uomo animato da valori e principi profondi, un allenatore preparato, coraggioso e appassionato. Ha inventato uno stile unico incarnando, allo stesso tempo, serietà e umanità. Non lo dimenticheremo”. Per ricordare Mazzone, la Figc ha disposto un minuto di raccoglimento da osservare prima dell’inizio delle gare di tutte le competizioni in programma nel weekend.

“Carlo Mazzone è stato un simbolo del calcio. Era il decano degli allenatori, con il record di quasi 800 panchine in serie A. Ha dato tantissimo a questo sport sotto ogni profilo, tecnico, sportivo e umano. La Lega Serie A si unisce commossa al cordoglio della famiglia e di tutti i tifosi italiani”, scrive in una nota il presidente della Lega di Serie A, Lorenzo Casini.

“Sei e sarai sempre nel mio cuore. Grazie per tutto quello che hai fatto per me”, le parole su Instagram di Francesco Totti per la morte di Mazzone.

“Ciao Mister. Ti vorremo sempre un bene immenso. Forza Roma!”, il saluto dell’As Roma.

“L’Atalanta esprime il suo cordoglio ai familiari per la scomparsa di Carlo Mazzone, avversario in campo di tante battaglie sportive”, scrive il club su Twitter. La famosa corsa sotto la curva di Mazzone era diretta contro la tifoseria della Dea durante il derby del settembre 2001, dopo il pareggio del suo Brescia a firma Baggio e il mantenimento della promessa di andare ad affrontare gli ultras dopo gli insulti a lui rivolti.

“Carlo Mazzone rappresenta una icona calcistica che ha catturato il mio cuore – scrive Gigi Buffon sul suo profilo Instagram – La passione travolgente che riversava nelle squadre è stata davvero unica e irripetibile”. “A riprova del suo magnifico temperamento ho un aneddoto fantastico a margine di un Parma-Brescia finita 3-0. Sul punteggio di 1 a 0 ed a 15 minuti dalla fine ho fatto una tripla parata che ha salvato il risultato. A fine gara mi ha incrociato e in mezzo a una trentina di persone mi ha detto ‘A Buffon… ma che t’ho fatto?? Oggi me sembravi Lazzaro… che te rialzavi sempre!’. La notizia della sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile, ma il suo impatto resterà per sempre vivo”.

“Buon viaggio Carlo, straordinario protagonista del calcio più bello e più vero!”, il tweet di Matteo Salvini.

“Carlo Mazzone non è stato un semplice allenatore. È stato un secondo padre e un maestro di vita per tante giovani leve italiane – scrive il presidente del M5S, Giuseppe Conte, su Facebook – Un uomo e un tifoso che oltre a dispensare accorgimenti tattici ai suoi ragazzi è riuscito a trasmettere a milioni di italiani l’amore incondizionato per il gioco del calcio. Carletto era e continua a essere il simbolo del calcio più romantico, di una genuina passione popolana e popolare, schietta, irriverente e senza filtri. Buon viaggio Mister”.

Carlo Mazzone e la ‘storica’ corsa sotto la curva dell’Atalanta. Nella lunghissima carriera del decano degli allenatori, morto oggi all’età di 86 anni, spicca un gesto che tutti gli appassionati ricordano, a prescindere dal tifo. Si gioca il derby Brescia-Atalanta il 30 settembre 2001: Mazzone, sulla panchina del Brescia, viene bersagliato dai cori atalantini. Quando il punteggio è sull’1-3 per i bergamaschi, l’epilogo sembra scritto. Nel finale, il Brescia accorcia le distanze e Mazzone, sfidando la curva dell’Atalanta, promette un’esultanza speciale in caso di rimonta completata. Il 3-3 arriva, il resto è storia. (AdnKronos)