Il Bologna batte 2-1 il Milan nel recupero della nona giornata di Serie A, disputato allo stadio ‘Dall’Ara’ della città emiliana. Al vantaggio degli ospiti con Leao al 43′, replicano Castro al 48′ e Ndoye all’82’.
I rossoblu salgono così al sesto posto in classifica con 44 punti, 5 in meno della Juventus quarta, mentre i rossoneri restano fermi a quota 41 in ottava posizione a -8 dalla zona Champions League
Si aggrava quindi la crisi del Milan che incassa la seconda sconfitta di fila, dopo quella di 5 giorni fa con il Torino. Un gol di Leao sul finire di primo tempo illude i rossoneri, che vengono rimontati nella ripresa dai gol di Castro e Ndoye.
Subito pericoloso il Milan pochi secondi dopo il fischio d’inizio con un’azione tutta in verticale: Musah serve Gimenez che calcia da buona posizione, palla oltre la traversa. Risponde il Bologna con Dominguez che mette in mezzo un pallone teso, intervento rischioso di Thiaw che devia e quasi fa autogol, palla che sfila in angolo. Al 17′ il Milan recupera un buon pallone, Gimenez serve Musah che da posizione defilata calcia ma trova Skorupski pronto a deviare in angolo. Al 25′ azione in verticale del Bologna con palla in profondità per Ndoye, gran recupero di Pavlovic che toglie il tempo della conclusione all’attaccante rossoblù.
Alla mezz’ora proteste degli ospiti per un presunto fallo in area su Fofana dopo un suggerimento di Gimenez, l’arbitro lascia proseguire. Al 33′ Dominguez da sinistra rientra e calcia sul primo palo, Maignan para in tuffo. Al 38′ occasione per i padroni di casa con Dominguez che semina il panico all’interno dell’area e poi è bravo Maignan a chiudergli lo specchio della porta. Al 43′ nel momento migliore del Bologna passa il Milan con Leao. lancio lungo di Maignan, Gimenez spizza di testa e allunga per il portoghese, che supera in velocità De Silvestri e poi Skorupski in uscita.
Al 2′ della ripresa ammonizione per Hernandez per un fallo su Ndoye. Passa un minuto e i rossoblù trovano il pari: da un calcio di punizione laterale, carambola in area con la palla che arriva, dopo un tocco di Fabbian, a Castro, che da due passi batte Maignan. Al 9′ giallo per Casale per un duro intervento su Joao Felix. Subito dopo ammonito anche Thiaw per una trattenuta su Dominguez. Al 16′ entra Pulisic al posto di Joao Felix. Al 17′ i rossoneri provano a distendersi sulla sinistra con Theo Hernandez, il francese prova la conclusione, ribattuta dalla difesa rossoblù.
Al 19′ Musah entra in area, disorienta un avversario e calcia, Skorupski devia in angolo. Al 22′ ci prova Miranda con una conclusione dalla distanza: palla oltre la traversa. Al 27′ doppio cambio per Italiano: entrano Pobega e Odgaard, escono Ferguson e Fabbian. Al 31′ secondo cambio per Conceicao con Jovic al posto di Gimenez. Dopo pochi minuto proprio il serbo è pericoloso con un colpo di testa su cross di Musah: Skorupski non si fa trovare impreparato e blocca la conclusione. Al 35′ altro doppio cambio per il Bologna con Dallinga e Cambiaghi al posto di Castro e Dominguez. Passa un minuto e i felsinei vanno a un passo dal vantaggio: dagli sviluppi di un angolo, colpo di testa di Casale e palla contro il palo.
Al 37′ arriva il gol partita di Ndoye. Conceicao finisce i cambi con Abraham al posto di Jimenez, mentre Italiano inserisce l’ex Calabria al posto di De Silvestri. I rossoneri provano a buttarsi in attacco nel finale ma i padroni di casa si difendono con ordine, chiudono tutti gli spazi e si portano a casa tre punti fondamentali nella corsa a un posto on Europa.
Sergio Conceiçao ha parlato a DAZN al termine di Bologna-Milan 2-1. Le dichiarazioni del tecnico rossonero:
Che spiegazioni si dà del secondo tempo?
“Il primo non l’hai contato?”.
Nel primo tempo il Milan si è espresso bene, nel secondo?
“Io dico che c’è un fallo clamoroso di mano sul primo gol, dovevamo fare di più anche su questi errori. Tutti gli episodi negativi per noi succede che sono decisivi per l’avversario. Per noi sono veramente negativi per il risultato. C’è da continuare a lavorare, vedere cosa abbiamo fatto di bene, abbiamo fatto qualcosina di bene, anche se di calcio si parla poco. Sono errori nostri, errori di un’altra squadra anche. Questi piccoli episodi alla fine sono decisivi”.
Mentalmente non riuscite ad essere sempre al 100%? C’è troppo peso anche per quello che c’è attorno al Milan oggi?
“È proprio così. Hai fatto un ragionamento perfetto. Noi siamo connessi con la partita, siamo compatti, sappiamo dove pressare l’avversario, siamo corti con la linea difensiva per permettere ai nostri centrocampisti di avere spazio tra le linee, partendo dove pensavo che loro avrebbero sofferto la profondità: abbiamo fatto gol così. Abbiamo spinto negli spazi laterali, ricordo due episodi nel secondo tempo che dovevano avere altro esito. Quando siamo in partita giochiamo come ci siamo preparati, stiamo bene, arriviamo ai 30 metri con facilità. E poi ogni tanto succedono questi episodi, sia per colpa nostra e anche per colpa di altri… Mi dispiace parlare così oggi perché non è solo l’arbitro il colpevole di questa sconfitta. Ma succedono sempre questi episodi, sembra che siamo nel fuoco durante la partita. È una questione mentale. Oggi a livello di questo atteggiamento di cui parlano tanti allenatori noi l’abbiamo avuto, ma questi piccoli episodi succede che sono negativi per noi e molto positivi per gli altri”.
C’è anche altro che non gli è piaciuto?
“Il criterio, si parla di criterio e di falli che prima ci sono e poi non si fischia per niente quando per me. Ma anche gli arbitri, come gli allenatori, commettono errori. Questi piccoli episodi hanno un peso grande: abbiamo bisogno di risultati positivi anche per l’ambiente, non è per niente facile. Tutti i giorni si parla della mia situazione qua, non è giusto. Nei 5 anni passati ho giocato contro 5 squadre italiane, e ho giocato contro squadre italiane molto ben orientate per Sarri e per Pioli, ma sono sempre passato con una squadra di livello più basso. Solo contro l’Inter no, ma poi loro sono arrivati in finale di Champions. So cosa voglio, so cosa posso fare. Vedo tanta gente parlare della mia situazione, ma la mia situazione è semplice. Mi dicono “Non servi più”, allora prendo la valigia e vado via. Non prendo neanche un euro in più. Io sono tranquillo, voglio tranquillizzare le persone. Non arrivo dal nulla: ho quasi 100 partite in Champions League, ho vinto 13 trofei, ma tutti i giorni si divertono a parlare di me. Ho famiglia, ho gente che mi è vicino e loro vedono tante cattiverie su di me e non è giusto. Scusate lo sfogo”.
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