La partita con il Barcellona è stata molto simile a quelle perse a Parigi e a Madrid. La terza sconfitta consecutiva complica notevolmente la corsa ai play-in. Era una specie di finale, l’Olimpia l’ha approcciata con nervosismo, si è sbloccata, ha costruito un vantaggio di cinque punti nel primo quarto, ma ha subito il ritmo, la fluidità di gioco avversaria. Punter, Brizuela e Sarr hanno dominato la partita. La difesa non è mai riuscita ad arginarli per cui anche i momenti buoni in attacco sono stati frustrati dall’incapacità di fermare l’attacco avversario. Il Barcellona ha guidato anche di venti punti, poi la reazione finale ha ridotto il margine a dieci dopo aver dato per un attimo persino la sensazione di poterla riaprire. Ma è stato solo un attimo illusorio.
IL PRIMO TEMPO – L’Olimpia parte contratta. Il Barcellona invece si scioglie subito con Dame Sarr in quintetto al posto di Kevin Punter. Lui e Jabari Parker sono i protagonisti del 7-0 e 9-2 iniziale con time-out obbligato di Coach Messina. Nikola Mirotic guida la rimonta dell’Olimpia, pareggia a quota nove, poi sorpassa sul 15-12 quando Stefano Tonut però ha già due falli. Willie Caruso taglia nei momenti giusti e da ricevitore converte due passaggi e scava il 19-14 Olimpia. Sembra il momento migliore, ma il Barcellona estrae dalla panchina Punter e soprattutto Fall che con tutta la sua taglia e statura va a dominare a rimbalzo. Forza il secondo fallo di Caruso e guida l’8-0 di parziale che permette al Barcellona di finire il primo periodo avanti 25-21. All’inizio del secondo, il Barcellona tenta subito la fuga: dopo una tripla di Punter, ne segna due Dario Brizuela. Lo spagnolo è scatenato, va al riposo con 17 punti, amplifica il vantaggio a nove punti sul 34-25. Un gioco da tre completato da Shields riavvicina l’Olimpia. Ma il Barcellona protegge l’inerzia cavalca Brizuela, poi segna da tre anche Sarr. Il suo secondo gioco da tre punti mette in ginocchio l’Olimpia, sotto 50-35. Joel Parra centra una tripla in un primo tempo dominato dal teorico secondo quintetto del Barcellona, LeDay e una tripla di Ricci riducono lo scarto prima dell’intervallo, 55-44
IL SECONDO TEMPO – Il Barcellona parte con due triple, di Parker e Sarr. LeDay risponde alla prima, poi Mirotic segna cinque punti consecutivi. L’Olimpia sembra potersi avvicinare ma non è continua. Scivola di nuovo a meno 13. Shields con una tripla dall’angolo ribalta l’inerzia della gara. In entrata riporta Milano a meno sei. Nel momento di difficoltà del Barcellona a sviluppare il suo gioco a difesa schierata, Punter inventa due triple in isolamento. E’ lui a smorzare la rimonta e chiudere il terzo quarto conservando gli 11 punti di margine, 74-63. L’Olimpia perde fiducia. All’inizio del quarto periodo, Punter entra in ritmo definitivamente, un canestro dietro l’altro scava la fuga definitiva, aprendo una voragine, venti punti di margine. L’Olimpia ha il merito di reagire e provare a fare qualcosa. Difende meglio, corre e si riporta a meno 11 con 3:30 da giocare. Nico Mannion sale in cattedra, segna in entrata, segna da tre e l’Olimpia ad un certo punto torna minacciosa, a meno otto. Brizuela, l’eroe del giorno, smonta l’ultimo barlume di speranza con un’altra tripla. Milano con un missile di Tonut sulla sirena chiude a meno dieci, 98-88, salvando la differenza canestri anche se il Barcellona con due vittorie di vantaggio sembra al sicuro.
Così Coach Ettore Messina ha commentato la gara con il Barcellona: “Abbiamo giocato una gara deludente. L’avvio è stato scadente, subito 0-7, come ci è capitato altre volte. E’ un po’ la storia della nostra stagione. Questa era un finale, lo era anche quella di Madrid, ma abbiamo subito 96 punti in Spagna, 98 stasera. Non puoi in una gara di questa importanza concedere così tanto o permettere alle guardie di fare sostanzialmente quello che volevano. Non è solo una questione di guardie ovviamente perché la difesa è un fatto di squadra e noi non riusciamo mai ad attivare i meccanismi giusti. Lo facciamo a sprazzi, qualche volta, oltre i nostri limiti ma contro avversari di alto livello, sguscianti o potenti paghiamo sempre. Dobbiamo chiederci se ci sono margini per migliorare in questo aspetto fondamentale del gioco. E poi quando questo succede anche in attacco diventiamo stagnanti, la palla non si muove, cerchiamo soluzioni uno contro uno. Quindici giorni fa avevamo vinto una bellissima partita a Belgrado che ci aveva dato la possibilità di costruirci una buona classifica. Cosa sia successo dopo adesso non so dirli, perché diamo la sensazione che la luce si sia spenta non so spiegarlo. Storicamente abbiamo sempre avuto una delle migliori difese della competizione, siamo sempre stati una squadra tenace. Può darsi che questo gruppo non sia in grado di esserlo”. Forse, è solo una questione di avversari che in queste tre partite no”.