Il Parma ha conquistato una vittoria fondamentale contro l’Atalanta, imponendosi 3-2 al Gewiss Stadium.
Dopo un primo tempo dominato dai bergamaschi, con una doppietta di Daniel Maldini, i ducali hanno ribaltato la partita nella ripresa grazie ai gol di Antoine Hainaut e Jacob Ondrejka, quest’ultimo decisivo con una doppietta.
Questo risultato garantisce al Parma la permanenza in Serie A, mentre l’Atalanta, già qualificata per la Champions League, chiude la stagione con una sconfitta.
L’Atalanta, nonostante le poche velleità di classifica, ha iniziato col piede premuto sull’acceleratore, il Parma invece ha atteso senza scoprirsi troppo e aspettando nella propria metà campo i padroni di casa. La squadra di Chivu (oggi squalificato dopo la lite con Conte) ha alzato i giri del motore intorno al 20′: prima Balogh ha spaventato i nerazzurri, poi Bernabé ha cercato la conclusione al volo trovando davanti a sé un ottimo Carnesecchi. Il portiere dei bergamaschi si è ripetuto una manciata di minuti più tardi sul colpo a botta sicura di Bonny. Ad indirizzare la sfida è stato Daniel Maldini, autore di una doppietta nel giro di un minuto. Il figlio d’arte ha deviato in porta il passaggio di Bellanova, poi con una conclusione a giro a sorpreso per la seconda volta Suzuki. I padroni di casa hanno sfiorato anche il 3-0 con Mateo Retegui, il capocannoniere della Serie A non è riuscito però a ritoccare il proprio record di reti. Nel secondo tempo Chivu ha provato a ribaltare l’inerzia della gara: Hainaut, entrato da pochi minuti, ha trovato la rete del 2-1 che ha dato maggior coraggio agli ospiti. E i ducali hanno riacciuffato la partita grazie ai cambi, al 26′ Ondrejka ha pareggiato i conti, poi in pieno recupero ha segnato la rete del 3-2 che ha allontanato qualsiasi spettro retrocessione.
Tempo di bilanci per Gian Piero Gasperini:
Mister, c’è stato un momento in cui ha temuto davvero che fosse arrivato il momento di lasciare Bergamo?
«Sinceramente, sì! Quando ho visto la prima parte dello striscione “Gasperini vattene” esposto dalla curva, ho pensato che fosse il chiaro segnale per fare davvero le valigie. Ho guardato attentamente, pensando: “Adesso magari lo srotolano del tutto e arriva una conferma ancora più netta”. Poi per fortuna hanno proseguito con la seconda parte, invitandomi a restare e a rinnovare il contratto. È stata una gag divertente, avevo davvero creduto che fosse arrivato il momento di salutare».
Il gesto che ha fatto verso la curva, quasi a dire “Fatemi le valigie che me ne vado”, ha fatto sorridere tutti. Se lo aspettava questo tipo di ironia da parte della tifoseria?
«No, non me l’aspettavo assolutamente, però sono stati bravissimi. Quando ho letto la prima parte dello striscione, mi è venuto naturale scherzare con loro, indicando come a dire: “Ditemelo chiaro, vado subito a preparare le valigie”. Per fortuna era tutto scherzoso, e questa serata resterà nella mia memoria anche per questa ironia, che è bellissima».
Subito dopo però è apparsa quella spettacolare coreografia che la ritraeva in versione eroica a cavallo con la coppa vinta a Dublino. Che effetto le ha fatto vederla?
«Straordinario, davvero meraviglioso. Mi ha emozionato e colpito profondamente, è stato come rivivere la finale di Europa League. Sono immagini che ti restano dentro per sempre, proprio come la coreografia storica che la curva preparò per la sfida con il Real Madrid in Champions League. Sono cose indelebili, ricordi che porti sempre con te».
Con l’addio di Toloi, lei rimane uno degli ultimi protagonisti del primo raduno nerazzurro nove anni fa. Questo cosa significa per lei? Potrebbe essere un ulteriore stimolo a proseguire il suo percorso con la Dea?
«Rafa era davvero l’ultimo dei Mohicani, l’ultimo giocatore che, insieme al terzo portiere Rossi, aveva iniziato con me quel viaggio incredibile. Questo mi ha fatto riflettere su quante persone siano passate di qui e quanta strada abbiamo fatto insieme. Per il mio futuro? Vedremo, ora si è conclusa la stagione, parleremo e decideremo con calma. Di sicuro la curva mi ha fatto capire che la voglia di scherzare e divertirsi insieme non manca. È un bellissimo segnale, no?».
Quella tra Gasperini e Bergamo è una storia d’amore, fatta di emozioni forti, di ironia e complicità. L’Atalanta ora aspetta, con ansia e curiosità, di sapere se questo matrimonio proseguirà ancora o se sarà davvero giunto il momento di salutarsi. Una certezza, però, resta: il legame tra il Gasp e il popolo nerazzurro sarà comunque indimenticabile.
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