San Siro, Comune chiede 10 milioni ad Inter e Milan.

I primi spettatori ammessi ad accedere allo Stadio dopo il lock-down durante l'amichevole Inter vs Pisa, allo Stadio Meazza di Milano il 19 Settembre 2020. ANSA/ROBERTO BREGANI

Il Comune di Milano chiederà a Milan e Inter di restituire lo scostamento di 10 milioni di bilancio relativi alla convenzione per la gestione dello stadio San Siro per il periodo 2010-2020, per una parte in cash e per una restante parte, la cui percentuale è ancora da valutare, tramite interventi di manutenzione straordinaria o di innovazione sulla struttura.

Il prossimo primo giugno si terrà un collegio tecnico per un verbale di riconciliazione con le squadre e poi si partirà con la procedura contabile. Lo ha annunciato oggi l’assessore al Bilancio e Patrimonio Immobiliare Emmanuel Conte durante la Commissione Bilancio e Patrimonio Immobiliare con all’ordine del giorno la delibera della sezione lombarda della Corte dei Conti dello scorso 9 maggio, che ha appunto evidenziato lo scostamento di bilancio e le criticità nella convenzione per la gestione del Meazza, che è partita nel 2000 e scadrà nel 2030.

“Al netto di quello che è avvenuto in passato, abbiamo già messo in atto le azioni necessarie per rispondere positivamente all’invito della Corte dei Conti”, ha dichiarato l’assessore, specificando poi quali saranno le azioni messe in atto dall’amministrazione: “Il credito di 3,5 milioni che il Comune ha nei confronti delle squadre – corrispondente a quei fondi straordinari concessi loro nel 2016 per delibera di giunta e destinati a lavori straordinari per la finale di Champions (relativamente ai quali non è mai stata presentata una documentazione che dimostrasse la loro realizzazione) – verranno portati in economia e quindi eliminati dal bilancio di quest’anno. Inoltre disporremo a breve con una delibera di giunta il ritorno a controlli contabili da parte dell’amministrazione sui lavori di manutenzione scomputabili dal canone di convenzione con cadenza ogni cinque anni. Questi controlli, per ben due volte nel corso del decennio 2000-2020, erano stati fissati per delibera di giunta a una cadenza di dieci anni. Un periodo troppo lungo per poter vigilare correttamente sull’andamento contabile dei lavori”. Mario Almasio, direttore dell’Area Sport, Turismo e Qualità della Vita, che gestisce il controllo della convenzione, ha poi fornito una spiegazione del perché si è andato a creare uno scostamento di 10 milioni: “La previsione dei lavori di manutenzione a scomputo che è stata fatta dalle precedenti amministrazioni nell’arco del decennio 2010-2020 si è verificata alla prova dei fatti inferiore a quello che avevano previsto, quindi le squadre devono necessariamente ritornare a pagare una quota di cash. Stiamo verificando rigorosamente il collaudo e tutta una serie di documenti che, a livello contabile, servono a far sì che si vada a scomputare la cifra corretta”. In merito alla percentuale dei lavori a carico dei due club scomputabili dal canone, Conte ha precisato anche che: “secondo la convenzione originaria stipulata nel 2000 il canone annuale dovuto dalle squadre doveva essere pagato per il 53,3% cash in quattro rate annuali e per la restante parte del 46,7% tramite interventi di manutenzione straordinaria o di innovazione. E così è stato per qualche anno. Poi questo accordo è stato mutato per gli anni 2011-16 in ottica della realizzazione dei lavori per ospitare la finale di Champions del 2016. Le percentuali di pagamento si sono modificate in 30% cash e 70% sotto forma di interventi”.(MiaNews)