“I comportamenti di agenti scorretti rendono il reintegramento impossibile”, la segnalazione di una lettrice su alcuni casi di abusi verso i detenuti nel carcere di San Vittore.

Insulti, strattoni, vessazioni psicologiche: sarebbero queste le violenze che i detenuti del carcere di San Vittore sono costretti a subire da tempo da parte di un agente penitenziario.

La segnalazione arriva da una lettrice che è venuta a conoscenza della vicenda tramite il suo compagno, recluso nel carcere meneghino da 1 anno e 4 mesi. Secondo la sua testimonianza, molti detenuti che lavorano all’esterno del carcere sarebbero stati abusati psicologicamente e fisicamente da uno degli agenti di polizia penitenziaria che dovrebbero assicurare il corretto svolgimento dell’attività lavorativa. Pare che alcuni dei detenuti coinvolti abbiano chiesto l’intervento delle autorità carcerarie, senza ottenere risposta e nel momento in cui hanno deciso di protestare smettendo di lavorare si sarebbero guadagnati un richiamo e un esposto disciplinare.

 “Il carcere non è educativo, rende peggiori e tira fuori il peggio dalle persone”, ha dichiarato la nostra lettrice, “Invece di reagire, reintegrandosi in modo normale, i detenuti sono costretti a subire i comportamenti di agenti scorretti che rendono la funzione rieducativa del carcere impossibile”, per poi aggiungere :”In tutto questo, la direzione carceraria non avvia procedimenti interni per appurare le responsabilità personali, ma al contrario si rifà sui detenuti”.

Pare, insomma, che il clima nel carcere meneghino di San Vittore resti particolarmente teso e secondo la lettrice che ci ha fornito la testimonianza “a San Vittore i maltrattamenti sono sempre più comuni e il tasso di suicidi lo dimostra”.

Negli ultimi due anni nella struttura penitenziaria ci sono stati 3 casi di suicido, tutti di giovanissimi.

L’ultimo risale al 2 febbraio scorso, quando un detenuto 21enne ha tentato il suicidio nella struttura e nonostante i tentativi di soccorso, alla fine, è deceduto in ospedale 8 giorni dopo.

Ma in generale la situazione suicidi nel sistema penitenziario italiano resta un problema di larga portata: come dimostrano i dati del dossier “Morire di carcere”, nel 2022 sono stati 84 i casi di suicidi in carcere, mentre in questi primi mesi del 2023 sono stati già 24 i detenuti che si sono tolti la vita negli istituti penitenziari italiani. Ma questi dati restano parziali, poiché come ha dichiarato già da tempo l’Osservatorio carcere e territorio di Milano :”Il fenomeno dei suicidi in carcere è una delle grandi malattie del sistema carcerario italiano e i numeri che abbiamo a disposizione si riferiscono solo ai suicidi accertati: per molte morti in carcere la causa del decesso è difficile da attribuire con precisione”.

Giacomo Del Borrello