La festa scudetto, Piazza Duomo strapiena, forse in mezzo milione a celebrare l’Inter

Una doppietta di Calhanoglu fa partire la festa dell’Inter. E quest’anno è più bella perché nel 2021 rimase strozzata in gola in quanto non fu possibile ricevere l’abbraccio ideale di migliaia di tifosi in giro per Milano a causa delle restrizioni dettate dall’emergenza Coronavirus, ora nessun impedimento per l’Inter che potrà così celebrare la seconda stella.

Una festa cominciata già in campo con Simone Inzaghi che perde il tradizionale aplomb e salta con i tifosi suscitando l’esplosione di San Siro. Si vince per i record a Milano, quello di Mancini che conquistò il titolo con 98 punti. Inzaghi e i suoi sognano i 100. E allora che festa sia. In campo e, soprattutto, per Milano.

I due autobus scoperti (il primo con la squadra e il secondo con lo staff) lasciano San Siro, venendo accolti fuori dal garage del Meazza da migliaia di tifosi festanti che si sono aperti lasciando passare la carovana interista tra due ali di folla. I primi a salire sull’autobus sono stati Arnautovic, Calhanoglu e Pavard, seguiti a poco a poco da tutto il resto della squadra compreso l’allenatore Simone Inzaghi. Sono le ore 16.32 quando comincia la parata, direzione piazza del Duomo.

Non poteva mancare il ‘caso striscione’ durante la festa scudetto dell’Inter. Nella sfilata della squadra nerazzurra sul pullman scoperto, per le vie di Milano, spicca il ‘due aste’ esibito da Denzel Dumfries. L’olandese riceve lo striscione da un tifoso e lo mostra festante. Il drappo raffigura Dumfries che tiene al guinzaglio un cane: il rottweiler ha il volto di Theo Hernandez, giocatore del Milan che – proprio dopo un confronto acceso con Dumfries – la scorsa settimana è stato espulso con il nerazzurro nel derby vinto 2-1 dall’Inter. Tra cori e sfottò, più innocuo il due aste impugnato da Davide Frattesi: un ‘milanista chiacchierone’ con emoji piangente destinato a passare in secondo piano.

Strapiena Piazza Duomo e dintorni, un fiume nerazzurro da 300.000 a 500.000 persone.

Milano invasa dai tifosi dell’Inter per la festa per celebrare il ventesimo scudetto. Un lungo, lunghissimo serpentone nerazzurro, da San Siro a piazza Duomo, dal pomeriggio sino a tarda notte, come mai si era visto. Un calore, un affetto, un tripudio che hanno colpito anche dirigenti di lunga data come Beppe Marotta, uno che di festeggiamenti ne aveva già visti e vissuti, mai così però. E se tutto questo è stato possibile è di certo anche merito suo: “Non avevo mai vissuto una manifestazione del genere come intensità e presenza di tifosi. In testa ho già il numero 21, quello del prossimo Scudetto dell’Inter” ha raccontato l’amministratore delegato dell’Inter a SportMediaset. “E poi tanti altri obiettivi per la prossima stagione: la Champions, la Coppa Italia. E soprattutto lo straordinario evento del Mondiale per Club. Di obiettivi ce ne sono tanti, io sono sempre invogliato però a mettere il campionato al primo posto. Perché vincere in Italia è sempre molto difficile”.