Ambrosetti e Avvale presentano ricerca su digitalizzazione delle aziende come via per un profitto sostenibile

Per molte aziende la sostenibilità è stata troppo a lungo percepita come un semplice costo, se non addirittura un ostacolo a core business e ritorni economici. Tuttavia, oggi, grazie al potenziale delle tecnologie digitali, la sostenibilità può diventare un vero e proprio elemento strategico e competitivo, visto l’effetto virtuoso e sinergico a livello ambientale e di profittabilità dell’iper-efficientamento dei processi, della costruzione di business model circolari e dell’aumento di resilienza rispetto a fattori di rischio ESG.

Il digitale consente infatti di efficientare i processi attraverso la raccolta di dati per il monitoraggio, tracciamento e analisi per migliorare l’efficienza produttiva ed energetica. Inoltre, le nuove soluzioni digitali consentono di creare nuovi modelli di business in cui i materiali e i prodotti vengono mantenuti in circolazione attraverso pratiche di riutilizzo e riciclo. Questo approccio mira a disaccoppiare la crescita economica dal consumo insostenibile di risorse, abbandonando l’approccio lineare “take-make-dispose” in favore di un paradigma “reuse-remake-recycle”. Dalla maggiore intensità di utilizzo, all’estensione di vita, fino ad una migliore gestione del lifecycle di un prodotto: è la digitalizzazione il vero fattore abilitante allo sviluppo di un’economia circolare.

L’utilizzo di soluzioni digitali per affrontare la transizione verde delle aziende sposa il concetto di Twin Transition sviluppato dall’Unione Europea, che incentiva lo sviluppo sinergico di soluzioni che favoriscano sia la transizione verde che la transizione digitale. Se centrale nell’azione degli stati e dei percorsi trasformativi dei sistemi energetici, il concetto di Twin Transition non ha ancora una connotazione specifica per il mondo delle imprese. Come si declina, quindi, la Twin Transition per le aziende? Quali le tecnologie, i processi e le strategie che le aziende devono adottare per ridurre il proprio impatto ambientale senza compromettere la propria performance economica?

Rispondere a queste domande è l’obiettivo che si è posto lo Studio “Il Digitale per un profitto sostenibile: la Twin Transition delle imprese e le soluzioni digitali a supporto di sostenibilità e circolarità”, elaborato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con Avvale e presentato oggi, nell’ambito dell’evento finale del progetto.

La ricerca, realizzata da The European House – Ambrosetti con la collaborazione dell’Advisor scientifico dell’iniziativa Giorgio Metta (Direttore Scientifico, Istituto Italiano di Tecnologia), si è posta l’obiettivo di fornire una mappa concettuale che faciliti l’identificazione delle soluzioni digitali più rilevanti per la misurazione, efficientamento e circolarità ambientale, evidenziando le specifiche declinazioni per settori e processi. Attraverso la mappatura delle principali tecnologie, dei principali pilastri di sostenibilità ambientale e di molteplici use case e settori economici, questa ricerca vuole fungere da bussola per orientare le aziende verso il raggiungimento di nuove opportunità di sostenibilità ed economiche abilitate dal digitale.

La realizzazione dello Studio ha fatto leva anche sulle robuste evidenze raccolte nelle interlocuzioni dirette che il gruppo di lavoro di The European House – Ambrosetti ha avuto con il proprio network, mediante l’organizzazione di due Tavoli di Lavoro dedicati.

La ricerca ha evidenziato 3 messaggi chiave per il Sistema-Paese relativi all’Intelligenza Artificiale Generativa:

  1. Un’azienda che ha l’ambizione di essere sostenibile è un’azienda digitalizzata: data is the new soil

La misurazione dell’impatto socio-ambientale di un’azienda – scope 3 – impone l’adozione di strumenti digitali per il reperimento interno ed esterno dei dati, che diventa fattore competitivo per accedere a finanziamenti ed un elemento chiave per abilitare una value chain trasparente e attivare obiettivi di sostenibilità condivisi.

  1. Il digitale è il più potente acceleratore di performance economica e ESG

Non solo le aziende digitalizzate hanno un premio di produttività del 64% più alto di quelle non digitalizzate, ma contribuirà anche al 53% della neutralità climatica italiana.

  1. La transizione verso il net zero sarà completata con la creazione nuovi modelli di business e processi circolari sustainable by design, in cui il digitale è elemento abilitante

I modelli di circolarità non sono uguali per tutti i settori economici e processi aziendali. Diversi prodotti, servizi e funzioni aziendali necessitano soluzioni e combinazioni di tecnologie differenti.

“Le transizioni gemelle, quella sostenibile e quella digitale, sono ormai un imperativo strategico per la competitività delle aziende”, dichiara Corrado Panzeri, Partner & Head of InnoTech Hub di The European House – Ambrosetti. “Le transizioni gemelle sono le linee guida strategiche e di lungo periodo dell’Unione Europea, messa al centro di tutta la programmazione economica e ambientale di lungo periodo del vecchio continente”. Tuttavia, continua Corrado Panzeri “se è ormai intuitivo comprendere come il digitale sarà l’arma fondamentale per la transizione dei sistemi energetici, molte aziende hanno ancora poco chiaro come il digitale possa aiutare a diventare veramente sostenibili. Nella nostra ricerca, abbiamo evidenziato due aspetti: il primo è quello dei dati, dell’efficientamento dei processi e della misurazione di impatto, possibile solo grazie a un utilizzo pervasivo e consapevole delle tecnologie digitali. Ma c’è anche un secondo livello, più prospettico, legato all’utilizzo del digitale per creare nuovi modelli di business circolari e sustainable by design: la chiave per una transizione verde di successo non sarà infatti continuare a fare business come in passato, ma creare nuovi modelli circolari e a prova di futuro”.

“Il cambiamento climatico non è solo un’emergenza ambientale, ma anche economica: se proiettiamo in avanti gli attuali tassi di crescita, i danni economici da catastrofi ambientali raggiungeranno il 2% del PIL entro il 2050”, sottolinea Giorgio Metta, Advisor Scientifico della ricerca e Direttore Scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia. “Il mondo della ricerca è alla costante ricerca di nuove tecnologie e materiali sostenibili, ma senza nuovi modelli di efficienza e circolarità il progresso scientifico sarà vano: la transizione verde non è una sfida tecnologica, ma una sfida di sistema. In questo contesto, le aziende possono fare leva sulle nuove tecnologie digitali che, oltre a rendere i processi sempre più efficienti, possono creare nuovi modi di consumare e di interagire tra consumatori e aziende, estendendo intensità di utilizzo e riciclo di prodotti e materiali. La sfida è grande, ma grazie al digitale disponiamo oggi degli strumenti con cui affrontare la transizione verso un nuovo modello di profitto sostenibile”.

 

“In Avvale crediamo che l’adozione di modelli circolari e l’innovazione digitale rappresentino i mezzi più potenti che le aziende hanno a disposizione per coniugare profitto e sostenibilità” sostiene Domenico Restuccia (Fondatore e Ceo di Avvale). “Integrare i principi della circolarità nei processi operativi e nel design dei propri prodotti non solo ottimizza l’efficienza operativa, ma permette anche di disaccoppiare la crescita dei ricavi dal consumo di risorse. Questo approccio pone le imprese in una posizione vantaggiosa per ridurre l’impatto ambientale e creare valore economico sostenibile nel lungo termine. L’innovazione tecnologica rende oggi questo obiettivo raggiungibile. Il digitale ci fornisce, infatti, strumenti adeguati per il superamento di un modello economico lineare in favore di ecosistemi circolari, in cui prodotti e materiali circolano al massimo valore il più a lungo possibile su scala industriale. Che si tratti di passaporto digitale e tracciatura di prodotto o di logistica di rientro e attivazione di nuovi mercati secondari, tutto questo richiede l’applicazione delle più moderne tecnologie digitali e questo è il focus di Avvale e l’ambito in cui vogliamo contribuire.”