Ucraina, Rota (Coldiretti): “Subito misure per salvare l’agricoltura”.

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“Servono interventi urgenti per assicurare il funzionamento delle filiere agroalimentari del Paese e per continuare a garantire il cibo sulle tavole degli italiani”. Alessandro Rota, presidente della Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza, sottolinea i pesanti effetti che la guerra in Ucraina sta avendo sull’agricoltura: il conflitto e la crisi energetica hanno fatto aumentare i costi produzione dell’agricoltura per un esborso aggiuntivo a livello nazionale di oltre 8 miliardi rispetto all’anno precedente.

 

“Oggi – spiega Alessandro Rota – alla Granaria di Milano, la quotazione del grano ha toccato i 410 euro a tonnellata e quella del mais i 400 euro, con aumenti rispettivamente di oltre il 28 per cento e di più del 43 per cento da inizio febbraio. La situazione – ricorda il presidente della Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza – era già grave con il boom delle bollette e l’impennata delle materie prime. La guerra in Ucraina ha fatto schizzare ulteriormente i costi di produzione, mettendo a rischio l’attività delle nostre imprese colpite anche da manovre speculative. Senza dimenticare la siccità che sta già compromettendo le colture autunno-vernine e che rischia di avere pesanti ripercussioni anche sulle prossime semine”.

 

“In questa situazione – aggiunge il presidente della Coldiretti interprovinciale Alessandro Rota – sono raddoppiati i costi di alimentazione per i nostri animali, con l’Italia che tra l’altro è costretta ad importare materie prime agricole”.

 

Nonostante tutto ciò, le aziende vogliono continuare a lavorare per garantire cibo sicuro e tracciato, “ma devono essere messe nella condizione di farlo con interventi non più rinviabili – chiarisce il presidente della Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza – E’ urgente aprire alla ristrutturazione e rinegoziazione del debito delle imprese agricole a 25 anni sfruttando le garanzie dell’Ismea; va rivista l’applicazione dell’IVA per sostenere i consumi alimentari e ridurre i costi energetici. Poi, chiediamo di sbloccare i fondi per i contratti di filiera già stanziati nel PNRR e di introdurre nuove agevolazioni che accompagnino il comparto agroalimentare in questo periodo di crisi, come l’esonero contributivo per autonomi e lavoratori dipendenti”.

 

“Inoltre – dice Alessandro Rota – va sottoposta a revisione la nuova PAC, che è stata pensata ormai 5 anni fa e che prima di entrare in vigore risulta già vecchia, perché costruita sulle esigenze di un mondo che ormai non c’è più. In particolare, vanno rivisti i vincoli sulle diversificazioni colturali e va eliminato il vincolo del 5% da destinare a superficie a riposo. Infine, servono più aiuti accoppiati per colture proteiche, mais e grano. Queste – conclude Rota – sono alcune delle richieste che Coldiretti ha già presentato nei tavoli di dialogo e al Governo”.