Tu sei la bellezza, dal 21 ottobre al 6 novembre al Teatro Litta.

MTM Teatro Litta –  dal 21 ottobre al 6 novembre 2022

TU SEI LA BELLEZZA – Prima Nazionale

di Alberto Milazzo

Testo vincitore premio di drammaturgia Carlo Annoni 2021.

 

Regia Alberto Milazzo

Con Giuseppe Lanino e Alessandro Quattro

 

Scene Guido Buganza

Costumi MSGM

Produzione Manifatture Teatrali Milanesi – MTM Teatro Litta

Debutta in Prima Nazionale dal 21 ottobre al 6 novembre 2022 al Teatro Litta di Milano “Tu sei la bellezza”, in occasione nel mese della Giornata Mondiale della Salute Mentale, Tu sei la bellezza, un testo scritto e diretto da Alberto Milazzo (vincitore premio di drammaturgia Carlo Annoni 2021) con Giuseppe Lanino e Alessandro Quattro, prodotto da Manifatture Teatrali Milanesi.

Dal 2023 lo spettacolo sarà in tour nei principali teatri d’Italia.

 

Credo nel teatro che racconta la fragilità dell’uomo – nel corpo e nello spirito – in un contesto sociale e personale, incrociando anche tematiche legate ai diritti del mondo LGBT+. 

Per questo ho voluto con determinazione che MTM investisse nella produzione del testo di Alberto Milazzo “Tu sei la bellezza”,  perchè è un testo fortemente contemporaneo, che narra la vita di una coppia, con una scrittura tagliente e raffinata, in grado di appassionare, commuovere e farci sorridere, pur affrontando il tema della salute e del disagio psichico. Sono fortemente convinta che il teatro deve sempre più – e soprattutto nel nostro tempo – parlare al cuore di tutti gli uomini, e anche a chi direttamente o indirettamente, nel quotidiano, è coinvolto con persone che soffrono di disturbi mentali. 

 

Il teatro può rinnovarsi nell’ impegno di sensibilizzare più persone possibili su questi temi, avvicinando sempre più i giovani in una riflessione profonda sui cambiamenti in atto.  Per questo motivo quando Alberto mi ha fatto leggere il suo testo mi sono sentita immediatamente coinvolta e spero che possa coinvolgere anche voi.

Gaia Calimani

 

 

Sinossi:

La storia racconta di Andrea e Leonard, due amici che vivono in un appartamento in una città d’Italia non meglio specificata. Durante la pandemia di Covid, passano la notte di Capodanno, in casa, da soli. L’intero palazzo è svuotato di gente. La città sembra quasi abbandonata.

Andrea è un drammaturgo. Per la sera di Capodanno è stata organizzata la prima del suo ultimo testo teatrale. La pandemia ha imposto logiche nuove al mondo dello spettacolo e una prima per Capodanno vuole essere un modo per lanciare un messaggio di speranza.

Lo spettacolo è un trionfo di visualizzazioni, altrove si sarebbe detto di pubblico, e di critica.

All’apertura del sipario, Andrea e Leonard stanno ringraziando e salutando le persone che si sono collegate prima di chiudere soddisfatti il collegamento.

Leonard è un libraio, trasferitosi in Italia dall’Inghilterra per seguire il compagno Andrea.

A Leonard è ispirato il testo appena andato in scena e scritto da Andrea.

A Leonard è stata diagnosticata la sindrome bipolare di tipo 2. Andrea ha scritto il testo per evidenziare le complicazioni che la pandemia ha creato nelle persone con una fragilità psichica come Leonard.

Fra Andrea e Leonard si aggira la figura di un cane, che loro chiamano “il cane di Chruchill” o anche solo Churchill. Churchill chiamava “cane” la sua depressione. Solo Leonard può vederlo, ma Andrea si è abituato ad averlo intorno come fosse un cane vero.

Dovranno farci i conti più che mai durante la pandemia, perché il cane di Churchill non è mai stato così ringhioso come adesso.

Note di Regia

Sono tre i personaggi in scena, anche se apparentemente il testo è declinato sulle figure di Andrea, drammaturgo, e Leonard, il suo compagno, libraio inglese cui è stata diagnosticata una sindrome bipolare di tipo 2. Il terzo in scena è proprio la depressione, incarnata dalla presenza/assenza del cane “Churchill”, che prende sempre più corpo durante lo spettacolo.

La triangolazione fra due persone che si vogliono bene e il terzo incomodo fa l’intreccio. Come e quanto è possibile essere coppia quando il terzo non è quell’”altro”, variamente inteso (la società, l’amante, la famiglia, il lavoro), ma un “altro” che è insieme “lo stesso”, parte ineludibile della personalità di uno dei due protagonisti?

Il gioco è a non escludere, stigmatizzare, estromettere, sanificare la coppia dalla presenza urticante del terzo, ma a trovare chiavi di lettura, rituali, grammatiche che ricomprendano e insieme ri-significhino la complessità della triangolazione.

In questo senso, l’idea del meta-teatro (in scena due personaggi, parlano di uno spettacolo appena concluso che ha per protagonisti proprio questi due personaggi), è coerente con il progetto narrativo: perché si tratta di mettersi in scena, di rivestirsi delle parole giuste per esistere nello sguardo dell’altro e nel proprio.

La regia è tesa a far respirare questi sotto testi, il latrare sinistro del “cane di Churchill” (così lo stratega chiamava la sua depressione) e le prove faticose di ammaestramento compiute dalla coppia. Mentre l’edificio della relazione, pure sottoposto alle sismiche dei conflitti interni, prova a resistere, a non crollare.

La fotografia del momento storico, un interno durante la pandemia, la scommessa di un debutto on-line (debutto che appena vediamo all’inizio dello spettacolo), àncora la vicenda a logiche ancora più stringenti. La pandemia è una specie di cassa di risonanza per le armoniche di questa coppia, tutto viene amplificato al punto da non potere più essere taciuto.

Registicamente si sente la necessità di incardinare secondo queste coordinate lo spettacolo e lasciare al pubblico l’emozione di un confronto onesto, non mediato, con due esseri umani nella nudità del loro privato fatto di umorismo, tenerezza, fatiche, paure, abbozzi, e in ultima analisi di uno straordinario sentimento di unione.

Alberto Milazzo

 “Tu sei la Bellezza” Premio Carlo Annoni 2021

Motivazioni della giuria:

“La pièce, due atti e un intermezzo, è corredata di note di anticipo che ci introducono subito i personaggi: Andrea, italiano, drammaturgo e Leonard, inglese, libraio, trasferitosi in Italia per seguire il compagno.

A Leonard è stata diagnosticata la sindrome bipolare di tipo 2.

 

Con un colpo di metateatro, Andrea ha scritto un’opera teatrale che evidenzia le complicazioni indotte dalla pandemia sui soggetti psichicamente fragili.

E poi c’è il “cane nero” (che richiama il faux semblant di Mefistofele nel Faust) detto il “cane di Churchill”, animale pescato in un bestiario come signum di un’altra cosa; solo Leonard lo vede, mentre Andrea ne accetta la fantomatica presenza.

 

Alla lettura il chiarimento: Churchill chiamava “cane nero” la sua depressione, il cane ci rimanda alla sindrome di Leonard. E diventa molto più ringhioso in questo momento di pandemia.

Quindi, i due personaggi e il cane compaiono in scena. Un parterre casalingo, con elementi di esistenza quotidiana, il caffè, le pillole, e con elementi che la trascendono, il copione, le citazioni da Churchill: la contaminazione tra i due mondi rimane basilare nel coefficiente narrativo.

 

Il tutto corre dinamicamente alla costruzione della scena madre: l’ascolto della registrazione di un vocale poetico “tu sei la bellezza” di Andrea per Leonard, a scena vuota, solo con luce e voce. Un meraviglioso pezzo di teatro, al quale si arriva con un “en attendant” mezzanotte a Capodanno, preparato da un dialogo ora conflittuale ora bonario e accuditorio.

 

Il conflitto si apre sulla mise en scene dello spettacolo (on-line per la pandemia), sottili e sarcastiche gelosie di ruolo. Il personaggio della pièce è ispirato a Leonard ma a recitarlo è Marcello, visto come antagonista in quanto etero, scelto in nome del paradosso dell’attore, la non condivisione della ribalta, se pure online – decisione di Andrea in fase narcisistica.

Da contraltare, l’accudimento, le ripetute dichiarazioni d’amore, la comprensione della malattia, i riferimenti al vissuto, la complicità con cui i personaggi dimorano in scena, entrambi i “modi” sottoposti a un dosaggio intelligente tra esistenza quotidiana e elementi che la trascendono.

Alla pièce va riconosciuta la virtus del contesto, iper-contemporaneo, relazionato con il momento pandemico e coi suoi effetti devastanti”.

Teatro Litta

da martedì a sabato ore 20.30 – domenica 16.30

intero 25,00€ – convenzioni 20,00€, ridotto Arcobaleno (per chi porta in cassa un oggetto arcobaleno) 20,00€, Under 30 e Over 65 – 15,00€, scuole di teatro e Università 15,00€, ridotto bicicletta € 15,00, ridotto DVA 12,50€, scuole MTM, Paolo Grassi, Piccolo Teatro 10,00€, tagliando Esselunga di colore ROSSO, prevendita 1,80€

 

durata dello spettacolo: 100 minuti + intervallo

 

Info e prenotazioni biglietteria@mtmteatro.it – 02.86.45.45.45

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Abbonamenti: MTM La cura e l’artificio, MTM La cura e l’artificio Over 65, MTM Carta Regalo x2, MTM Carta Regalo x4.

 

Biglietti sono acquistabili sul sito www.mtmteatro.it e sul sito e punti vendita

vivaticket.it. I biglietti prenotati vanno ritirati nei giorni precedenti negli orari di prevendita e la domenica a partire da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo.