Dimore e Gusto, da giovedì 16 a sabato 18 a Milano e Cesano Maderno

Dal 16 al 18 maggio p.v. si terrà a Milano e Cesano Maderno il Convegno internazionale di studio Dimore e Gusto. Architettura, arti e moda nelle residenze dell’aristocrazia lombarda fra Sei e Settecento, organizzato dall’Università Cattolica del Sacro Cuore – Dipartimento di Storia, Archeologia e Storia dell’Arte.

Tre giorni per approfondire le conoscenze su un periodo della storia lombarda tra palazzi e ville dell’aristocrazia, in compagnia di importanti ricercatori italiani e stranieri che si confronteranno e che approfondiranno i temi proposti.

L’affascinante stagione culturale che ha interessato la Lombardia tra Sei e Settecento è all’origine di un fervore di attività creative e culturali che spaziano dall’architettura alla moda, dalle arti figurative al teatro, alla musica, alla letteratura che hanno fatto e fanno a tutt’oggi di quest’area un centro di attrazione internazionale. Durante queste giornate di studio ci si propone di guardare a questo straordinario frangente storico entro un’ottica interdisciplinare che metta a fuoco alcune dinamiche di elaborazione ed esercizio del gusto, progettate ed attuate quali strategie di affermazione sociale.

Dall’ultima dominazione spagnola al governo degli Asburgo d’Austria, le famiglie dell’aristocrazia lombarda, quelle di antica tradizione e quelle di più recente nobiltà, tentarono di mantenere o conquistare, a seconda del loro status di partenza, visibilità sulla scena pubblica, anche sfruttando il “palcoscenico” offerto dalle proprie dimore, quali luoghi di definizione delle identità familiari e di confronto e dialogo con le altre casate. In questi ambienti, appositamente costruiti o rinnovati, con i loro apparati decorativi, le collezioni d’arte e gli arredi si concretizzava la sociabilità patrizia attraverso peculiari tecniche di rappresentazione e narrazione. I palazzi di città e le ville di delizie offrivano spazi di incontro per le élites nobiliari e intellettuali, che, attraverso la pratica delle arti, si dilettavano nell’otium cum dignitate, promuovendo o partecipando a conversazioni, accademie, banchetti, concerti, balli, spettacoli teatrali, a loro volta occasioni di negoziazioni politiche e di diplomazia informale.

Scenario privilegiato del vivere more nobilium nelle sue molteplici definizioni, le dimore del patriziato lombardo offrono oggi la possibilità di un’indagine a tutto campo sui processi di elaborazione estetica e culturale, in dialogo con le istanze provenienti dalla corte di Milano – più o meno in grado di monopolizzare e guidare le scelte – e aperta alle suggestioni provenienti da altre realtà italiane ed europee e alle mode diffuse fra i membri della classe dirigente del continente.