PROGETTO “RONIN ON THE ROAD”2018 ITALIA-GIAPPONE IN QUAD.

IL PROGETTO:

Una sfida personale, un’avventura che unisce rigore e disciplina alla voglia di scoperta e cultura. Un viaggio che parte dall’Italia per arrivare al Giappone, passando per Paesi e culture profondamente diversi dal nostro, puntando alla meta: il Monte Fuji, “la porta verso un nuovo mondo”.
Un viaggio intrapreso con la volontà della condivisione: permettere a chi vorrà di seguire tutti gli spostamenti attraverso i social ed il sito www.roninontheroad.it. Sul sito, sarà possibile seguire giorno per giorno l’avventura di Danilo e del suo staff. Saranno periodicamente aggiornati informazioni utili alla stampa (sezione “area stampa”).
Paesi toccati durante il percorso: Italia, Albania, Grecia, Turchia, Georgia, Russia, Kazakistan, Russia, Mongolia, Cina, Giappone.
Una nuova avventura, una nuova esperienza. In passato Danilo ha raggiunto mete lontane “a cavallo” del proprio quad ed ogni viaggio lo ha stimolato come sportivo, ma soprattutto lo ha arricchito come essere umano.
Quella di oggi però è un’esperienza che viene affrontata con una nuova maturità e con uno spirito diverso. Al di là della sfida personale, c’è il desiderio di condividerla con tutti coloro che vorranno seguirlo in questo viaggio non potendolo fare fisicamente. Sarà infatti possibile prendere parte a questa esperienza sostenendola, contribuendo alle spese del viaggio con delle donazioni – accedendo alla piattaforma SportSupporter, progetto “Ronin on the Road” – e seguendo le diverse tappe del viaggio attraverso il sito www.roniontheroad.it
Cos’è questa sfida per Danilo:
• mettersi alla prova, riconoscendo le proprie capacità, ma anche i propri limiti;
• essere un mezzo per far conoscere ed apprezzare luoghi a persone che non li hanno mai visti e che, forse, non avranno mai l’occasione di vedere;
• trasmettere l’amore per l’avventura, per la vita all’aperto, per la natura. Sottolineare l’importanza di salvaguardare quello che la natura offre all’uomo e quello che l’uomo ha saputo creare in passato, dal grande valore culturale;
• essere di esempio per tanti giovani mostrando come lo sport, il desiderio di avventura, il viaggio e la scoperta di posti nuovi, possano essere valide alternative alla vita frenetica della nostra società e al vuoto interiore che spesso caratterizza l’animo dei giovani di oggi.
Grazie alla sua esperienza in viaggi in quad, in condizioni anche non sempre favorevoli, e vista la voglia di mettersi in gioco 10 anni dopo essere arrivato a Ulan Bator (Mongolia), Danilo affronterà questa sfida che lo porterà fino al Giappone con una maturità tutta nuova!
L’iniziativa è patrocinata dal Comune di Urbino.

DANILO (RONIN) CARNEVALI E IL SUO TEAM.

Danilo Carnevali, anno 1964, originario di Urbino, maestro di Karate e arti marziali, cintura nera 5° dan. Da sempre appassionato di quad, un mezzo massiccio, possente, capace di affrontare anche le strade più impervie. Protagonista del progetto “Ronin on the road”, ha deciso di mettersi ancora una volta alla prova con una grande sfida: viaggiare in quad, partendo dall’Italia per arrivare in Giappone, in un lungo percorso tra natura, tradizioni e civiltà diverse. Il tutto unendo due sue grandi passioni, il quad ed il Giappone.

Questo genere di imprese, questi viaggi al limite, di solito sono fatti in moto oppure con jeep 4×4. Ma viaggiare su due ruote per 15.000 km su strade quasi sempre inesistenti richiede di dover focalizzare l’attenzione quasi totalmente sulla guida. Non è facile assaporare i territori, i colori, i profumi… mentre la jeep fa perdere la bellezza di godere il paesaggio nella sua interezza, di avere un contatto “a pelle” con l’aria e l’energia di quei mondi nuovi.
Il quad consente di sopperire ad entrambi questi aspetti. Un mezzo accessibile a tutti, simile a una motocicletta, ma dotato di quattro grosse ruote, adatto ad affrontare terreni sconnessi e zone impervie. In genere è un mezzo sicuro, visto che ha quattro ruote è infatti molto più stabile di una moto e anche in caso di piccole distrazioni quasi sempre si ha il tempo di correggere l’errore.
Però anche il quad è un cavallo pazzo. Se lo lasci fare sei disarcionato in meno che non si dica… è successo a tutti quelli che pensando di avere quattro ruote bastasse dare solo gas per essere dei piloti. Si tratta invece di un mezzo che va conosciuto attentamente in tutte le particolari reazioni che lo contraddistinguono, soprattutto nell’uso per cui e stato studiato, cioè il fuoristrada estremo.
Questo viaggio sarà sicuramente una sfida, ma il principale avversario di Danilo sarà se stesso, i suoi limiti fisici e, soprattutto, quelli mentali.
Danilo non sarà però da solo in questo viaggio. Uno staff di due persone lo accompagnerà su una Jeep Cherokee. Lo staff sarà di fondamentale supporto per assistenza tecnica e per raccogliere materiali a fini promozionali, per i social e per il blog che racconterà tutto viaggio (www.roniontheroad.it).
Désirée Pinelli e Vito Legati seguiranno Danilo per i 15.000 chilometri di questa avventura. Si occuperanno di documentare l’avventura con foto, video e diario di bordo, saranno inoltre di supporto per lo studio e la ricognizione del percorso.
Désirée Pinelli, 40 anni, di Siena. ”Contradaiola” doc della nobile contrada della Torre, diplomata all’Istituto Professionale Caselli di Siena. “Vivo a Rimini e sono una dipendente di Poste Italiane. Adoro la natura, dove trovo il mio senso di pace. Amo gli animali, pratico equitazione e snowboard. Un’altra mia grande passione sono le moto… Questo viaggio sarà una grossa occasione di crescita personale, un’opportunità per superare i miei limiti e le mie paure… e credere di più nelle mie capacità! Come si dice, volere è potere, ed io voglio arrivare fino in fondo”.
Vito Legati, anno 1990, di Rutigliano (Ba). “Ho deciso di partire per il monte Fuji con il mio Maestro e una mia amica Désirée. Sono un ragazzo molto sportivo ed avventuroso e proprio per questo quando mi è stata proposta questa esperienza, ho deciso di accettare senza esitare. Le mie passioni sono la montagna, la natura e i motori. Attualmente vivo a Valtournenche e lavoro a Cervinia come shaper presso uno snowpark. Il prossimo step sarà diventare maestro di snowboard. Ciò che mi spinge a partire è la voglia di esplorare, conoscere nuovi luoghi e culture diverse, poter ammirare ed apprezzare tutto ciò che questo viaggio avrà da offrirmi! Sono un vero amante e dei viaggi on the road e quindi non vedo l’ora di partire”!

SPONSOR

È possibile sostenere il progetto “Ronin on the Road” con una sponsorizzazione. Numerosi gli sponsor tecnici ed i supporter. Il budget raccolto andrà a coprire le spese vive del viaggio: benzina, visti, vitto e alloggio di Danilo e dello staff al seguito. Possono essere fatte donazioni attraverso la piattaforma di Crowdfunding Sportsupporter.it o attraverso sponsorizzazione.

LA CAMPAGNA DI CROWDFUNDING

È possibile sostenere concretamente questo progetto di sport e cultura attraverso una donazione sul sito www.sportsupporter.it/progetti_dettaglio/id-471.
Ogni piccolo contributo permetterà di avvicinarsi alla meta!

Danilo Carnevali
“Credo che ognuno di noi sia stato creato per compiere qualcosa di ben definito, qualcosa insito nell’anima dell’individuo che viene dotato della propria personalità unica e irripetibile.
Ma le persone, in genere, non riescono a capire l’importanza del “darsi un’occhiata dentro”, troppo presi dall’iniquità delle cose materiali e dai modelli che la nostra società ci impone e che ci fa anteporre alla nostra vera personalità…ci sentiamo in equilibrio quando possiamo confrontarci con gli altri, per cose che in realtà ci allontanano sempre di più da quella che è la nostra vera essenza e dalla missione per cui siamo stati creati.. cioè seguire la nostra via!
Certo, molte volte siamo costretti a cacciare indietro i nostri istinti, ed è giusto e doveroso farlo, soprattutto quando diventiamo responsabili di altre persone, come ad esempio una famiglia o dei figli, perché i nostri sogni e desideri potrebbero essere solo nostri e non è giusto imporli anche a chi amiamo.
Però una cosa la posso insegnare, e cioè che la nostra anima non è meno importante del corpo, e se un giorno riusciremo ad amarla allo stesso modo…allora vivremo una vita veramente degna di essere chiamata tale!
Ho avuto la fortuna di crescere in un posto magico, una famiglia umile, tanti figli e tanta felicità…ho capito fin da piccolo che la natura è in realtà padrona della terra su cui viviamo… ho capito che se volevo veramente volare l’unico modo era quello di ascoltare, ammirare, seguire il vento e liberare la mia anima in modo che si potesse unire a tutte quelle che il vento portava con sé…
Ecco, questo mio modo di pensare racchiude quella che è la mia idea di viaggio: entrare in armonia con il mondo, la natura e al tempo stesso la nostra anima! Ritengo che ogni luogo, ogni paese, racchiuda un significato, una norma di vita, un’energia intrinseca.
E ci sono quei luoghi con cui ci identifichiamo, perché affini a noi, al nostro essere, al nostro vissuto, alle idee che ci accompagnano fin da bambini.

Per me questo luogo è il Giappone: da sempre sono stato affascinato dalla sua storia, dalle sue filosofie di pensiero e di vita, da quelle figure quasi mistiche, ma in realtà talmente reali da resistere al fascino del tempo: i samurai.
Protagonisti indiscussi del sistema feudale giapponese, fondavano la loro vita sulla fedeltà assoluta al loro signore, sul “culto della lealtà” (bushido, la via del guerriero) e sul disprezzo della morte. Nei brevi periodi di pace i samurai si dedicavano alle arti, agli esercizi marziali, agli insegnamenti cavallereschi applicando formalità protocollari di una raffinatezza incredibile. Essi passavano dalle imprese marziali alla cerimonia del tè, ai certami poetici, all’arte decorativa dei fiori praticando regole così fisse e complicate per il rispetto sacro delle tradizioni e dei valori che questi uomini difendevano anche a costo della vita stessa, per il rigore e per la disciplina insite nella loro filosofia di vita.
“Non usare la spada, ma essere la spada stessa”. Questo è l’ideale che hanno tramandato nel tempo e che oggi è anche il mio: cintura nera 4° dan, maestro di arti marziali, dopo 40 anni di pratica del karate,degli sport da combattimento e della meditazione, sento che il momento è arrivato! È giunta l’ora di approdare lì, sul monte Fujiama, il sacro Fuji-san.
Ho pensato mille volte di arrivare sulla sua cima, ho sognato mille volte di affrontare a piedi la scalata che mi porterà sulla sua vetta e, al sorgere del sole, farmi sentire più vicino a quegli uomini eroici a cui mi sono sempre ispirato.
Alcune religioni locali dicono che il monte Fuji sia un gateway, una porta verso un nuovo mondo e una nuova dimensione.
Perciò non posso arrivare a “mani vuote” sulla vetta dei sogni: troppo facile salire su un aereo e poter dire “sono andato li”. Io ci voglio arrivare con le mie forze, con le mie energie, voglio sentirmi onorato di offrire al Fuji-san la mia fatica, la mia paura, la mia gioia, la mia determinazione ed i miei sogni.
Voglio raccontargli delle mille difficoltà incontrate lungo il cammino, voglio parlargli di ciò che ho visto negli occhi delle tante persone che ho incrociato durante il viaggio e delle differenze tra i popoli, voglio che sappia dell’angoscia che ho provato lasciando la mia famiglia per cosi lungo tempo, voglio che capisca che avrà un posto speciale nelle immagini della mia vita, perché proprio per arrivare da lui avrò attraversato luoghi fuori dal tempo, dove la natura è ancora la degna sovrana di ogni paesaggio ed essere vivente.
Non c’è niente al mondo che valga come la sensazione di sentirsi liberi, non esistono cose materiali di cosi tanto valore. Ogni persona può trovare la sua libertà. Io l’ho trovata in un modo, ma per ogni individuo la strada è diversa e altrettanto entusiasmante: chi può giudicare quale sia il percorso che il destino ci ha assegnato? Solo noi lo possiamo scoprire, l’importante è farlo con sincerità, onore, umiltà, sacrificio e tanta gioia.
Per questo il Giappone. Perché il viaggio non è la meta, ma la strada che ci indica la vita. E la mia non sarà mai in discesa. e per fare questo bisogna essere un po’ (RONIN: samurai senza padrone)”.