Pale Blue Dot, giovedì 6 e venerdì 7 al Pacta Salone.

Il Festival prosegue il 6 e 7 febbraio con PALE BLUE DOT – Pallido pallino blu, una produzione Jet Propulsion Theatre – Compagnia Arditodesìo, una storia sulla salvaguardia del Pianeta Terra.

Un monologo di speranza, meraviglia, bellezza e disperazione. Il destino della sonda Voyager 1 si mescola con quella del suo creatore dalle tendenze suicide, quelle di suo figlio sognatore e quelle del Pianeta Terra. Mentre il satellite artificiale si allontana dal sistema solare tutto cade in prospettiva, diventa dolorosamente chiaro che il nostro Pallido Pallino Blu, la Terra, è l’astronave più preziosa e va protetta senza esitazione e senza compromessi. Perché non riusciamo a farlo? Forse non siamo “ingegnerizzati” per farlo? Forse non siamo così intelligenti? Ma quando tutto sembra perduto avviene la più incredibile delle rivoluzioni…oppure è solo utopia?

Pale Blue Dot è in realtà una famosa foto della Terra vista da 6 miliardi di chilometri di distanza dal Voyager 1 nel febbraio 1990. Ecco quello che l’astrofisico Carl Sagan scrisse su di essa: “Guarda ancora quel puntino, quello è qui. Quello è casa. Quello siamo noi. Su di esso tutti quelli che ami, tutti quelli che conosci, tutti quelli di cui hai sentito parlare, tutti gli esseri umani che sono mai esistiti, hanno vissuto la loro vita. Tutta la nostra specie ha vissuto li – su un granello di polvere sospeso su un raggio di sole.”

 

Pale Blue Dot è probabilmente il mio spettacolo più urgente e per molti versi il più difficile. – spiega nelle note di regia l’autore e protagonista Andrea Brunello – È difficile perché è così urgente che fa male. La questione del cambiamento climatico è estremamente pressante e tuttavia una parte significativa della società è ancora in grado di negare le numerose prove offerte dalla scienza. […] Ecco perché Pale Blue Dot è uno spettacolo così urgente, per me. Perché mette tutte le questioni in prospettiva: il brutto e il bello, il peccato e la gloria… gli esseri umani sono in grado di inviare navicelle su Marte e Encelado e Plutone e allo stesso tempo non sono in grado di accettare pienamente il cambiamento climatico causato da loro stessi! Siamo il sublime e il marcio. Stiamo andando verso il disastro. Tuttavia… c’è speranza. Ci sono soluzioni. Ma queste devono passare attraverso regole fondamentali di accettazione”.