Ingres, Napoleone e il suo tempo

Dal 12 marzo al 23 giugno 2019 a Palazzo Reale (Milano) si terrà la mostra “Jean Auguste Dominique Ingres e la vita artistica al tempo di Napoleone”.

Una fruttuosa collaborazione internazionale e una fitta rete di prestiti da alcuni dei musei più prestigiosi del mondo hanno permesso di raccogliere capolavori della pittura francese del XIX secolo, e non solo. L’esposizione conta infatti più di 60 tra disegni e dipinti di Ingres, affiancati da opere di Canova, Finard, Appiani e David, per un totale di oltre 150 opere. Tanti i temi che si intrecciano in questo percorso espositivo, che esplora il neoclassicismo passando dalla pittura religiosa ad immagini di eroismo, di esotismo e di sensualità. I visitatori resteranno colpiti dalla potenza dei ritratti maschili di Igres, sedotti dalla pelle morbida delle sue odalische, dai corpi plastici ed eterni delle sue figure ispirate alla mitologia classica.

Jean-Auguste-Dominique Ingres è nato a Montauban, nel sud-ovest della Francia, nel 1780. Sin dagli esordi mostra un talento unico per il disegno, talento che lo porterà fino a Parigi. Una volta stabilitosi nella capitale di Francia entrerà a far parte della cerchia di Jacques-Louis David. In quel periodo tutta l’Europa era stata scossa dal trionfo di quel generale còrso che il 2 dicembre 1804 si era proclamato Imperatore dei Francesi nella cattedrale di Notre Dame. Proprio David aveva dipinto la scena. Poco prima di recarsi in Italia, dove approfondirà i suoi studi su Raffaello Sanzio, anche Ingres dipinge alla corte napoleonica. Nel 1806 un’opera lo consacra definitivamente alla storia, vale a dire, il ritratto di Bonaparte sul trono imperiale. Dipingere la figura dell’Imperatore in tutta la sua gloria segna un punto di grandissima affermazione per il pittore francese.

Napoleone aveva mutato per sempre l’ordinamento politico, l’assetto sociale e i costumi del Vecchio Continente. Tutto in Europa era stato stravolto dalle vittorie di Bonaparte, una nuova Europa sembrava rinascere a sua immagine e somiglianza. La vita degli europei era cambiata, influenzata da uno stile di vita completamente nuovo, non solo a livello politico. Sebbene la politica rappresentasse per l’Imperatore dei Francesi una preoccupazione costante, costui si dilettava con diversi passatempi, che finivano anch’essi per influenzare e segnare le tendenze dell’epoca. Tutta la società stava mutando profondamente e mai prima d’ora ciò era avvenuto così velocemente.

 

Mentre Ingres studiava pittura in Italia, Napoleone sceglieva l’Italia come nuovo centro del suo progetto politico. Il 26 maggio del 1805 Napoleone veniva incoronato Re d’Italia nel Duomo di Milano. Veniva cinto con la Corona Ferrea, seguendo una tradizione portata avanti in Italia da secoli, sin dall’Alto Medio, rappresentando così l’ultimo dei sovrani italiani ad essere incoronato con questa corona, oggi conservata a Monza nella Cappella di Teodolinda come sacra reliquia (la tradizione cattolica vuole infatti che sia stata forgiata con un chiodo della croce di Cristo). Napoleone sostiene esplicitamente che il suo intento principale è quello di “francesizzare l’Italia”, allo stesso tempo però l’Italia e la sua storia avevano sedotto profondamente l’immaginario francese. Il neoclassicismo attinge infatti a piene mani da quel mito latino, già iconico ai tempi della Rivoluzione Francese, che sarà apprezzatissimo anche da Napoleone, al punto tale da volerlo riporre fedelmente nell’estetica e nei linguaggi. Seguendo questo stesso spirito, anche Ingres terrà come punto di riferimento costante ideale la classicità greca e latina, e non solo. Il richiamo alla mitologia e alle origini è forte e si esplica in tante opere, come ad esempio nel “Sogno di Ossian”. L’opera, ispirata alla mitologia irlandese, è stata dipinta da Ingres nel 1813 per essere poi posta sul soffitto della camera da letto di Napoleone. Sarà possibile ammirarla in occasione di questa mostra insieme ad altri capolavori del maestro.

 

Tra i quadri in esposizione dipinti dal maestro francese spicca anche “La Morte di Leonardo da Vinci” (1818), un’opera di particolare importanza, che la città di Milano è onorata di ospitare in occasione del 500° anniversario della morte del grande genio italiano. Dall’inizio di quest’anno sono stati già tanti gli eventi che il capoluogo meneghino ha dedicato a Leonardo e molte altre sono le iniziative in programma. A Milano questo 2019 si prospetta un anno veramente fitto di appuntamenti per tutti gli amanti dell’arte.

La rassegna, a cura del Conservatore Capo del Patrimonio e Direttrice del Musée Ingres di Montauban, Florence Viguier-Dutheril, è stata promossa dal Comune di Milano – Cultura e prodotta da Palazzo Reale e Civita Mostre e Musei (in collaborazione con StArt e il Museo Ingres di Montauban). Il comitato scientifico della mostra è stato composto da Andrien Goetz dell’Institut de France – Académie des Beaux-Arts, dallo storico dell’arte Stéphane Guégan, dal Conservatore del Musée national du Château de Versailles, Frédéric Lacaille, dalla curatrice della Pinacoteca di Brera, Isabella Marelli e dal professor Gennaro Toscano.