Unione Artigiani denuncia: inappropriato accanimento contro acconciatori ed estetisti.

E’ puro e ingiustificato accanimento invocare l’intervento della Guardia di Finanza verso categorie provate da mesi di chiusura forzata senza aiuti di Stato”.

L’Unione Artigiani di Milano e Monza-Brianza reagisce duramente alla campagna d’odio innescata in particolare contro acconciatori ed estetisti, rei di aumentare i prezzi dei servizi aggiungendo la voce “contributo Covid-19”.

 

Non si tratta di un fenomeno diffuso come si tende a far credere – commenta il segretario generale dell’Unione Artigiani, Marco Accornero -. Sono pochi infatti i saloni che hanno creduto opportuno e limpido aggiungere la voce relativa ai costi di sanificazione e dei dispositivi di protezione agli scontrini del servizio di acconciatura. La maggior parte ha riaperto l’attività tra mille sacrifici  e sta accogliendo la propria clientela praticando le condizioni pre-emergenza coronavirus.”

“Non si può del resto dimenticare – prosegue Accornero – che parrucchieri ed estetisti sono reduci da mesi di chiusura forzata e di totale mancanza di fatturato, in cui hanno comunque dovuto far fronte a spese fisse ineludibili come gli affitti e le bollette, senza autentici e concreti ammortizzatori. In quei frangenti è pure divampata la concorrenza sleale degli abusivi, che per settimane e con grave pericolo di contagio, si sono recati a domicilio dei clienti. In questo caso non abbiamo visto alcuna apprezzabile e solerte denuncia. Consentita la riapertura, i saloni hanno dovuto far fronte alle ingenti spese di sanificazione e di acquisto di dispositivi di protezione. Spese che si protrarranno per mesi e con nessun aiuto pubblico. La netta maggioranza degli acconciatori sta pagando di tasca propria senza chiedere niente a nessuno.”

L’opinione pubblica, secondo la stragrande maggioranza degli operatori del settore che sta chiedendo disperatamente aiuto all’Unione Artigiani per reagire ad attacchi palesemente diffamatori e mortificanti, sta facendo apparire la categoria come una accolita di furbetti, per non citare altri termini più offensivi.

Per tutta la pandemia altre attività che hanno lavorato sempre hanno aumentato i prezzi a discrezione, senza le reazioni scattate contro i parrucchieri. Dai supermercati, candeggina e altri disinfettanti con prezzi quintuplicati, alle farmacie dove le mascherine venivano vendute a 10/12 euro e i detergenti a prezzi schizzati a 5 /6 euro, fino alla frutta e alla verdura di oggi.

“Aumentare il costo delle prestazioni o aggiungere in modo trasparente la voce Covid-19 agli scontrini –  conclude Accornero – non raffigura peraltro alcuna illegittimità, essendo le tariffe libere come libera è la scelta dei clienti di avvalersi di un servizio. Sollecitare in modo inappropriato l’intervento della Guardia di Finanza è solo un vergognoso accanimento che rischia di innescare una guerra fra poveri.”