Nuove Competenze nel mondo del lavoro, l’osservatore OneDay-Confcommercio.

Da due anni a questa parte il mondo del lavoro è cambiato profondamente. La pandemia ha accelerato il processo di rinnovamento di un ecosistema obsoleto, inevitabilmente destinato a cambiare per stare al passo con i tempi e rispondere alle esigenze delle aziende e alle ambizioni delle nuove generazioni di lavoratori. Il recente sondaggio Formazione e Nuove competenze dell’Osservatorio “La nuova generazione di imprenditori”, prodotto da OneDay Group e Confcommercio Giovani con il sostegno di Meta, raccoglie le risposte di quasi mille giovani tra imprenditori, studenti e lavoratori tra i 18 e i 40 anni per capire qual è il loro punto di vista sull’incontro tra domanda e offerta lavorativa ma anche su come e quanto conta la formazione per accedere al mondo del lavoro.

Emerge dalla ricerca una questione fondamentale: non sempre si deve passare dalle aule universitarie per riuscire a entrare nel mondo dell’imprenditoria; infatti, solo il 50% degli imprenditori che hanno risposto al sondaggio hanno conseguito una laurea tradizionale. La realtà ci dice che le strade percorribili per chi desidera fare l’imprenditore sono varie e che la teoria imparata sui libri è importante ma non sufficiente. Servono pratica sul campo e una realtà formativa che permetta lo sviluppo di soft skills, competenze ritenute essenziali al pari delle hard skills, da oltre il 60% dei rispondenti al sondaggio. Questo risultato è possibile solo con una formazione di prossimità vissuta pienamente: il 95% dei rispondenti dichiara infatti che la modalità di apprendimento più efficace è  quella in presenza.

 

L’Osservatorio vuole monitorare anche il rapporto tra mondo della formazione e mondo del lavoro. Ciò che lamentano a gran voce studenti e imprenditori è la distanza abissale che si registra tra aziende e le scuole: 9 rispondenti su 10 chiedono maggiore dialogo e sinergia tra i due ecosistemi che ad oggi non si parlano e non sopperiscono alle esigenze l’uno dell’altro. La formazione è troppo spesso molto teorica e poco pratica infatti l’80% degli imprenditori segnalano come virtuosi e funzionali gli ITS gli Istituti Tecnici Superiori post diploma che garantiscono una formazione verticale e professionale, dall’altra parte meno del 20% degli studenti li reputa un percorso di studi di valore; questo dimostra una certa distanza tra chi il mondo del lavoro già lo vive e chi invece deve ancora costruire il proprio percorso.

 

 “Al giorno d’oggi la formazione per essere vincente deve avere due caratteristiche salienti. Da un lato, va considerata come un percorso che non finisce mai e, dall’altra parte, la formazione delle competenze è una strada che impresa e scuola devono percorrere insieme. Formarsi infatti implica la capacità di mettersi in gioco e in discussione, un processo che dura tutta la vita, anche perché non si può smettere di imparare per stare al passo con il mercato, soprattutto quando si intraprende la sfida del fare impresa. L’impresa, appunto: perché il collegamento tra mondo della formazione e mondo del lavoro non è una linea progressiva, dove prima viene uno o poi l’altro, ma è un dialogo che va continuamente rinnovato e, in Italia, deve trovare nuovi linguaggi, a partire da quello degli ITS.” Afferma  Andrea Colzani, presidente dei Giovani Imprenditori di Confcommercio.

Oggi, nonostante il futuro incerto e i tempi difficili, gli imprenditori sono fiduciosi e il 45% crede che il momento sia giusto per aprire un’impresa e quasi la metà (42%) crede la pandemia abbia favorito il proprio settore. In virtù di questo atteggiamento propositivo si sente forte e chiaro il bisogno che il mondo della formazione e quello del lavoro operino un dialogo costante e costruttivo per assottigliare sempre più una distanza ancora scomoda.

 

Essere imprenditori oggi significa anche essere resilienti verso l’evoluzione continua dei nostri tempi: la pandemia ci ha insegnato che ci vuole velocità d’azione e che bisogna essere sempre pronti a reinventarsi di fronte alle difficoltà. Abbiamo la responsabilità di essere i protagonisti di una ripartenza che metta al centro la formazione delle nuove leve per costruire un futuro migliore. In OneDay formiamo ogni giorno giovani talenti e ogni persona viene considerata nel suo insieme, perché la crescita non riguarda solo le capacità professionali ma anche l’aspetto umano. Mettere le persone al centro significa investire in formazione interna, incoraggiare le aspirazioni e coltivare l’ambizione dentro ognuno di noi. Essere imprenditori di sé stessi a beneficio della propria carriera e della crescita dell’azienda” dice Paolo De Nadai, Presidente di OneDay Group.

 

 “La formazione rappresenta un momento fondamentale nella costruzione dell’identità e della professionalità degli imprenditori di oggi e di domani. E bisogna considerarla come un processo continuo, se si vuole stare al passo con un mondo in perenne evoluzione. Sappiamo quanto sia complesso fare impresa – specie alla luce di quanto abbiamo vissuto negli ultimi due anni – ed è per questo che da tempo ci impegniamo ad accompagnare le aziende italiane nel percorso verso la trasformazione digitale, mettendo a disposizione i nostri strumenti e le nostre risorse. Siamo, quindi, felici di supportare l’Osservatorio sulle Nuove Generazioni, prodotto da Confcommercio e OneDay Group, poiché siamo convinti possa stimolare in maniera virtuosa il dibattito sul futuro dell’imprenditoria in Italia e, in particolare, sull’importanza del binomio tra formazione e mondo del lavoro” conclude Angelo Mazzetti, Head of Public Policy – Italy and Greece Meta.