Morti sul lavoro in Lombardia: 133 vittime in nove mesi. D’Acquino (Uil): tante parole ma pochi fatti.

Incidenti sul lavoro, generica, cantiere, infortuni, archivio

Una fotografia purtroppo invariata quella che consegna Inail con la pubblicazione dei dati analitici delle denunce di infortunio sul lavoro – nel complesso, con esito mortale e di malattia professionale – presentate all’Istituto da inizio anno al 30 settembre 2022.
A livello nazionale le denunce di infortunio sono state 536.002 (+35,22% rispetto allo stesso periodo del 2021), 790 delle quali con esito mortale; in aumento anche le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 43.933 (+8,55%).

In Lombardia, regione con maggior numero di denunce e morti sul lavoro, le denunce di infortunio sono state 100.126, in aumento del 38,61% rispetto i primi nove mesi del 2021 (significativo nella gestione Industria e Servizi e per conto dello Stato), delle quali 133 con esito mortale (+6,4%), 93 in occasione di lavoro e 40 in itinere. Le denunce di malattia professionale sono state 2.396

(+16,42% rispetto il 2021).

“Dietro questi numeri ci sono persone, donne e uomini che si sono recati sul luogo di lavoro per vivere, non per subire infortuni o peggio trovare la morte. Persone che nella loro quotidianità lavorativa avrebbero dovuto essere tutelate e salvaguardate” dichiara Eloisa Dacquino, Segretaria confederale UIL Milano e Lombardia, che continua “la recrudescenza degli infortuni cui stiamo assistendo ha precise responsabilità in ordine al mancato rafforzamento del sistema pubblico dei controlli e alla inadeguatezza delle politiche in materia di salute e sicurezza. Serve una strategia nazionale e occorre sanzionare duramente chi viola le norme su salute e sicurezza. La UIL chiede di introdurre il ‘reato di omicidio sul lavoro’ per chi, non rispettando le norme su salute e sicurezza, causa la morte di una lavoratrice o di un lavoratore”.

“In Lombardia occorrono maggiori investimenti, programmazione e rafforzamento complessivo dei servizi di prevenzione e controllo”. “Fino ad oggi sono state spese tante, troppe parole di circostanza in tema di salute e sicurezza sui posti di lavoro. Regione Lombardia ha assunto impegni precisi, che attendiamo da tempo si traducano in fatti concreti.”. “La recente aggressione avvenuta ad Assago, che ha causato l’omicidio di un giovane lavoratore e il ferimento di altre cinque persone, evidenzia in modo drammatico quanto sia urgente l’adozione di misure specifiche e soprattutto diffuse di prevenzione nei luoghi di lavoro”.