Oggi quella che può apparire la più antica e tradizionale forma di riscaldamento delle nostre case, legna da ardere e pellet, rappresenta una delle più importanti risorse per combattere il cambiamento climatico e una delle soluzioni più avanzate per “scaldarsi senza scaldare il pianeta”.
Il mondo del “focolare” non è più quello di una volta, è meglio. Farlo conoscere meglio significa valorizzare un’energia senza la quale sarebbe impossibile combattere l’emergenza climatica. Per questo associazioni ambientaliste come Legambiente e Kyoto Club, insieme all’Unione dei comuni di montagna (UNCEM) e associazioni del settore come AIEL, Assocosma, RisorsaLegno, Anfus, hanno voluto lanciare una campagna di informazione rivolta a tutti i cittadini italiani chiamandola L’Italia che rinnova. “La campagna è un’occasione per raccontare l’evoluzione di questo settore straordinario, la cui evoluzione, che non si è fermata ed è tuttora in corso, riguarda, da un lato le tecnologie più performanti alta efficienza e basse emissioni nel settore degli apparecchi domestici a biomasse, e dall’altro anche i combustibili e la professionalità degli installatori” – spiega Marino Berton, coordinatore AIEL che sottolinea: “la campagna ha l’obiettivo di dare un contributo concreto ad una strategia di sostenibilità di cui tutti abbiamo bisogno”. Gli fa eco Barbara Meggetto, Presidente Legambiente Lombardia: “mai come oggi è importante adottare comportamenti sostenibili. Da cittadini possiamo fare molto scegliendo le soluzioni giuste per la nostra vita quotidiana, anche per quanto riguarda le soluzioni più attente all’ambiente in fatto di riscaldamento domestico. Per questo è indispensabile che anche i produttori adottino strumenti che permettano ai cittadini di capire immediatamente come orientarsi nel mercato della sostenibilità energetica”.
Sono in pochi, infatti, a conoscere la realtà del “calore che nasce dal legno”, nonostante i numeri siano davvero impressionanti. Pochi, ad esempio, sanno che il legno è di gran lunga la prima tra le energie rinnovabili. In Italia è il 34% di tutte le fonti rinnovabili (elettrica, termica e per i trasporti), seguita da energia idroelettrica (18%), pompe di calore (12%), fotovoltaico (9,5%), eolico (6,7%). Pochi sanno, inoltre che nel nostro Paese il legno è la seconda fonte di riscaldamento per le famiglie dopo il metano (21%). Sicuramente la ragione è anche nel risparmio perchè legna, pellet e cippato costano quasi la metà del metano e un terzo del gasolio. Combattere l’effetto serra, utilizzare le energie rinnovabili, abbattere l’inquinamento dell’aria sono tre elementi che, insieme, rappresentano il più importate impegno per l’ambiente che unisce istituzioni, operatori e cittadini della Lombardia.
Il Nord Italia (soprattutto Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna) è una delle aree europee in cui l’impatto totale delle famiglie sulle emissioni di CO2 è più alto, con oltre 50 milioni di tonnellate equivalenti, ma è anche ai vertici per l’utilizzo di energie rinnovabili. In particolare la Lombardia è tra le regioni italiane con i maggiori consumi di biomassa solida nel settore residenziale con il 9,7% del totale nazionale, pari a 1.746.000 tonnellate. La precedono soltanto il Piemonte (10,5) e il Veneto (10,1). Non a caso proprio queste tre regioni sono le prime in Italia per consumi di energia da fonti rinnovabili: in testa c’è la Lombardia con 3.340 Ktep (tonnellate equivalenti petrolio), seguita dal Veneto con 2.056 e dal Piemonte con 1.941.
Rispetto alla qualità dell’aria, invece, la situazione è meno positiva e rende più pressante il problema dell’inquinamento dovuto a riscaldamento, traffico, produzione industriale etc. Combatterlo significa innanzitutto abbattere le emissioni di polveri sottili. Come? Per quanto riguarda il riscaldamento da biomasse legnose sono stati ottenuti risultati importanti con la riduzione delle emissioni del 30% in cinque anni (2010-2015), come dimostrano i dati dell’ARPA Lombardia. Ma è possibile far meglio e raggiungere risultati ancora più significativi. La Regione Lombardia lo scorso mese di agosto, infatti, è stata tra le prime regioni italiane (insieme alla Regione Lazio) ad aderire al “Protocollo d’intesa per la promozione di azioni e di iniziative finalizzate alla riduzione delle emissioni degli impianti termici alimentati a biomasse legnose“, sottoscritto dal Ministero dell’Ambiente e da AIEL (l’associazione che rappresenta la filiera legno-energia). L’intesa ha l’obiettivo di ridurre del 70% entro il 2030 le emissioni di PM10 e benzo(a)pirene prodotte dal riscaldamento da biomasse.
Il punto fondamentale è la rottamazione dei vecchi apparecchi per sostituirli con quelli di nuova generazione. In questo settore infatti la tecnologia ha fatto enormi passi avanti e quello dell’innovazione tecnologica è un altro aspetto sorprendente anche rispetto ai dati economici: il 70% delle stufe a pellet usate in Europa sono made in italy, una eccellenza italiana tra le meno conosciute, i nuovi apparecchi abbattono le emissioni fino all’80% rispetto a quelli precedenti. Per capirci, è come sostituire un’auto Euro 0 con una Euro 6. La rottamazione gode degli incentivi del Conto termico, che coprono fino ad un massimo del 65% della spesa. Altri fattori determinanti per abbattere le emissioni sono l’uso di combustibile di qualità certificata, avvalersi di professionisti qualificati per l’installazione e la manutenzione, usare l’impianto in modo corretto e responsabile. Tutto questo può portare ad un abbattimento del 70% di emissioni in dodici anni.
La Regione Lombardia, quindi, anche grazie all’energia che nasce dal legno, è all’avanguardia in Italia nell’utilizzo di energie rinnovabili. E’ fondamentale però superare il problema delle emissioni. Gli strumenti, anche grazie all’intesa tra istituzioni, produttori e operatori, ci sono. Non resta che utilizzarli.
(Fonti: GSE, ARPA Lombardia, Norwegian University of Science and Technology).