Agricocltura, Rolfi: miglioramento genetico non è ognm, seguiamo con attenzione.

“La sostenibilità in agricoltura non si ottiene con l’ideologia, ma con il pragmatismo e l’innovazione. La ricerca scientifica ha fatto passi da gigante in ambito genetico. Confondere le ‘New Breeding Techniques’ con gli Ogm, come fanno alcune sigle ambientaliste, significa volere generare confusione attraverso scorciatoie ideologiche”.

Lo ha detto l’assessore regionale lombardo all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi, Fabio Rolfi, in merito al manifesto di alcune associazioni ambientaliste contro le Nbt, le tecniche di miglioramento genetico che permettono di far progredire le colture rendendole produttive, resistenti alle malattie e ai parassiti o agli effetti dei cambiamenti climatici.

“Le Nbt – ha osservato l’assessore regionale – sono tecniche che velocizzano processi naturali di evoluzione genetica. Nulla a che vedere con gli Ogm, tema vecchio e sepolto. Su questi temi bisogna essere precisi, evitare confusioni e fraintendimenti anche a livello comunicativo”.

“Le Nbt – ha aggiunto Rolfi – possono garantire piante resistenti in grado di far fronte a cambiamenti climatici e parassiti, che stanno portando danni enormi all’agricoltura italiana. Consentirebbero inoltre di ridurre trattamenti chimici offrendo agli agricoltori maggiore produttività, minori costi e più sostenibilità sia ambientale che economica. Ogni progresso in questo ambito è da guardare con favore”.

“La Lombardia – ha proseguito l’assessore – è la prima regione agricola d’Italia. Invitiamo il Governo a giocare un ruolo da protagonista in Europa per arrivare velocemente a un chiarimento normativo e procedurale che faccia distinzione netta e incontrovertibile tra Ogm e Nbt; sdogani una tecnologia fondamentale per un’agricoltura sostenibile e moderna per non far perdere all’Italia tempo prezioso rispetto a competitor mondiali”.

“La Regione Lombardia – ha concluso Rolfi – giocherà un ruolo da protagonista con sperimentazioni, alle quali stiamo lavorando insieme al mondo accademico, da mettere in campo già nel 2021 per le principali colture intensive che hanno bisogno di recuperare competitività”.